Sufficiente film di Vivarelli. Ispirato al kamasutra e alle filosofie induiste sciorina per un'ora e mezzo lezioni di amore e saggezza profuse da un santone. In mezzo tante storie. Parte bene ma dopo mezz'ora inizia a perdere colpi. Pesantuccio, non eccezionale, ma un'occhiata la merita.
MEMORABILE: La storia del prepotente diviso in due; La purificazione; I giovani amanti.
Dopo i Caraibi (Il dio serpente) e l'Africa (Il decamerone nero) è la volta dell'India a cadere sotto i colpi della coppia Vivarelli-Bini, che non esitano a fare scempio del Kamasutra e dei grandi testi dell'arte erotica orientale, ridotti a una serie di stucchevoli e sdolcinate barzellette percorse da un datatissimo flusso misticheggiante e hippieggiante. Noioso nello svolgimento, irritante nelle pretese didascaliche, recitato da attori singolarmente inespressivi, il film è un fallimento da tutti i lati, quello "erotico" in primis.
MEMORABILE: I cartoni animati con dettagli hard che accompagnano le lezioncine del santone.
I concetti espressi altro non son che quello che ho sempre sostenuto senza mai andare in Oriente e senza mai aver visto prima questo film, quindi si capirà già come mi ha fatto sentire. Fra l'altro i cartoni animati sulle leggende e sulle posizioni erotiche sono straordinari, al punto da richiamare alla mente quelli usati da Tarantino nel primo Kill Bill, ed è ancora più pazzesco come involontariamente il regista si agganci telepaticamente alla scena d'amore di Zabriskie Point e al concetto sulla paura di Easy rider. Non eccellono la testa di elefante e il lungo finale.
MEMORABILE: La scena della cortigiana, ma va capita la reazione del nobile.
La trasposizione filmica di libri orientali filosofici come il tao dell'amore e il kamasutra qui viene effettuata con episodi stile decamerone, insegnamenti amoroso-esistenziali da parte di un santone e immagini subliminali della divinità-elefante Ganesh. L'erotismo è piuttosto raffinato e mai spinto, il ritmo meditativo e lento, in sintonia con i temi del film e ci sono inserti illustrati delle posizioni dell'amore in movimento: tecnica originale, ma con attori veri sarebbe stato più efficace. Molto valida la soundtrack di Baldan Bembo.
MEMORABILE: L'usanza dei matrimoni combinati per convenienza è una caratteristica presente nei paesi orientali e indigeni così come in Europa.
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MusicheEllerre • 15/07/09 18:36 Call center Davinotti - 1219 interventi
Altro genio delle colonne sonore, Alberto Baldan Bembo ci stupisce qui con la un'ottima "miscela" di spaghetti jazz-funk-rock orientaleggiante. Riferimento discografico: Alberto Baldan Bembo & Blue Marvin Orchestra, Codice d'Amore Orientale, Joker 1974.
"Banale e generico nella manieristica e melensa, prolissa elaborazione narrativa, a volte grossolana e puerilmente didattica, il film conferma la sua mera e deludente vocazione speculativa."
P. Virgintinio, Gazzetta del Mezzogiorno del 01-05-1975