Bulworth - Il senatore - Film (1998)

Apprezzabile e apprezzato per le intenzioni e per l'idea, la realizzazione del tutto lascia parecchio a desiderare. Un film troppo incerto tra i registri da adottare (commedia satirica? Thriller? Drammatico? Sentimentale?) che alla lunga finisce per essere un oggetto inodore e insapore. E Beatty probabilmente non è nemmeno adatto per il ruolo del protagonista (nonostante l'impegno). Peccato.

Un malaugurato dì, Beatty si sveglia (dopo una sbronza) e rimirandosi allo specchio ha due colossali défaillance: crede d'esser Bob K. e si convince che '98 uguagli a '68. Cosicché, principia a denunciare il rip-off statale con l'hip-hop afroculturale, ci sotterra - ad abundantiam - con chili di fool around vacui, ci infila dentro persino il magical negro e chiama – tra gli altri – Storaro e Morricone perché ha pure l'impudenza d'agognare il pamphlet di fine millennio.

Dopo aver assoldato un killer che lo uccida, un senatore repubblicano scopre il gusto di dire la verità nuda e cruda, cantandola a ritmo di rap. Sconcerto fra collaboratori e finanziatori, ma impatto mediatico assicurato... Parafrasando, si può dire che la strada per l'inferno filmico sia lastricata di buone intenzioni: qui ce n'è in avanzo, ma il risultato è solo una commedia scombinata che oscilla fra satira e dramma senza centrare alcun bersaglio. Troppa carne al fuoco e pure mal cotta, con spreco di un ricco cast e ruffianerie fastidiosamente fuori luogo (es: Morricone).