Boy meets girl - Film (1984)

A Hollywood "Boy Meets Girl" significa, in fase di sceneggiatura, il requisito minimo per realizzare un film. Per Carax il come conta più del cosa raccontare e il titolo è assiomatico di un modo precipuo di intendere il cinema: uno sguardo turgido e innamorato, romantico e virale, rapito, contagiato irrimediabilmente dalle sue stesse forme (il cinema muto ed espressionista, Carné e la Nouvelle Vague) ingenuo e forbito insieme per come rievoca forme specifiche e canonizzate in base agli umori in atto. Bianco e nero di Jean-Yves Escoffier dottissimo, finale cinéphile crudele e ingiusto.

Vagabondaggi notturni di un ragazzo parigino. Un suggestivo b/n svela le intenzioni di Carax: intrecciare il cinema muto con la nouvelle vague. Il film gronda infatti di una sensibilità cinefila che si fonde con un linguaggio artificioso (come artificiosa è la recitazione): ma non è poesia, è solo virtuosismo. Per essere un debutto, mostra la nascita di un talento, ma il film in sé, oltre che noioso, è irritante per la supponenza che trasuda nel farci vedere quanto il regista sia intelligente e colto. Un esercizio di stile.

La sostanza del bianco e nero introduce in una dimensione (non solo fotografica) altra, tra allucinazione e realismo, con una sua plausibilità, senso del sognante e distacco dalla norma; si respira aria tragica e fatale, con personaggi senza mezze misure, amori impossibili e vite non ordinarie. È un film per cinefili (e amanti, in tutti i sensi) e non solo per gli esegeti delle influenze della Nouvelle Vague e della Hollywood del b/n mitico. Audace e visionario, intriso di follia della giovinezza.

Non mancano la supponenza, l'autocompiacimento e l'intellettualismo di cui lo si accusa da più parti. Ma è anche vero che trattasi di peccati perdonabili in un giovane cineasta al suo esordio, che mostra sin da subito di avere talento da vendere. Lo si capisce dalla cura e dalla ricercatezza delle inquadrature, dalla loro bellezza, dalla capacità di scegliere bene come accoppiare musica e immagini. Caratteristiche che torneranno tutte nelle opere a venire e che qui segnano la nascita di un autore che non ha paura di fare cinema passionale e viscerale e che perciò sa anche emozionare.

Ragazzo parigino assiste alla rottura di una coppia. La trama è poco più di un pretesto per inquadrare una Parigi notturna, adatta agli incontri tra anime tormentate. Le ambientazioni sono suggestive e si notano diverse influenze, tra cui la Nouvelle Vague, il cinema muto, il conflitto dell'io bergmaniano e i noir americani. Carax non cerca di stupire, anche se si nota già una grande dimestichezza nell'utilizzo del mezzo cinematografico. Lavant è ovviamente acerbo, data la giovane età; si fa preferire la Perrier.