Si parte con la più classica delle rapine (gioielli), si continua con qualche imprevisto di troppo, poi in un minuto si finisce a Mosca e si aprono le danze russe con un'altra rapina, questa volta con ostaggi. Parrebbe un noir, insomma, ma già le figure dei due soci del ladro (Stephen Dorff) cominciano a mostrare eccessi di eccentricità che ci fanno intuire quanto la direzione presa dal regista non sia esattamente quella del noir o dell' action. Un inatteso omicidio ipersplatter comincia a chiarire la situazione: siamo dalle parti della parodia demenziale, con un approccio che può in parte rimandare ai caotici film di Alex De La Iglesia. Ma se anche è vero...Leggi tutto che le idee, in un soggetto bizzarro e davvero fuori di testa, non mancano, va detto pure che regia e sceneggiatura vanificano ogni sforzo rendendo il film terribilmente tedioso, pieno di pause non richieste, di personaggi insopportabili (la vecchia bigotta e il matto vestito da zar in pelliccia) e, quel che è più grave, di un umorismo scadente. Così anche le buone intuizioni, le trovate realmente surreali e azzeccate, finiscono col confondersi in un magma di dubbio gusto e difficilmente digeribile. D'accordo l'originalità, ben venga il demenziale applicato a generi apparentemente poco conciliabili come l’horror e il noir, ma se il risultato dev'essere questo allora meglio riaffidarsi a chi le parodie sa masticarle con professionalità.
Per rimediare ad un colpo andato a male, il piccoletto rissoso Dorff deve rubare per conto di un boss una croce d'oro appartenuta a Ivan il Terribile. I discendenti non sono tanto d'accordo e, bloccati ladri e loro ostaggi nel 13esimo piano di un enorme palazzo moscovita, iniziano una carneficina. Parte come un film di rapina, virando poi verso lo strampalato divertimento splatter, demenziale e anche stupidotto, ma con almeno un paio di personaggi irresistibili: il bandito indistruttibile ed il reduce russo che si autodefinisce "maschio-alfa".
Un boss della malavità non è per nulla soddisfatto di Ritchie. L'uomo lo costringe perciò a compiere un furto impossibile: l'ultima occasione per riabilitarsi ai suoi occhi. Il ladro dovrà impossessarsi di una preziosissima croce d'oro custodita nell'attico di un grattacielo a Mosca... Brutto. L'intento era quello di voler essere una parodia. Ma se inizialmente promette bene, alla fine non mantiene: si sorride due o tre volte. Troppo non-sense e surreale nella seconda parte.
Insolita coproduzione (tra Germania, Irlanda, Usa e inghilterra) che si lancia nella commedia (a base di splatter) prendendo in giro Non aprite quella porta (la famiglia di pazzi, discendenti di Ivan il terribile, ha molte cose in comune con quella già presentata da Hooper nel lontano '74). L'ironia è macabra (quando non scorretta) e gli interpreti rendono a meraviglia l'idea di macchietta che la sceneggiatura affibbia loro. Eccezionale e dinamica la regia, con un incipit (tra piano sequenza, sfumature e strampalati punti di visione) da manuale. Se si ha cattivo gusto, le risate son garantite.
MEMORABILE: Boris (Geoff Bell), ovvero "il maschio Alpha".
Il protagonista si chiama Ritchie e già questo dovrebbe mettere una certa pulce nell'orecchio. I cambi di registro (continui quanto inattesi, anche quando ormai il film prende la piega dell'allegra carnevalata totally nonsense) e di trama (ideata sicuramente dopo una dose cavallina di maria rossa) e il senso dell'accumulo, dell'esagerazione e dell'ironia sono infatti degni delle prime due perle di Guy. Sciocco e demenziale quanto si vuole, ma svirgolato quanto basta a divertire della grossa dai titoli di testa a quelli di coda. Avercene il centuplo di ispirati deliri simili.
Preso come una parodia non funziona, prima di tutto perché non mi ha fatto mai ridere, e inoltre perché riproporre la stessa approssimazione nella caratterizzazione dei personaggi del genere di film che si vuole demolire non è un buon espediente (infatti il film sembra in tutto e per tutto, improbabili malavitosi inclusi, una porcata di Ritchie). Valutandolo come un horror, invece, anche peggio. Le situazioni sono forzate e non c'è un minimo di tensione (che al contrario abbondava in film dalle stesse premesse come From dusk till dawn). Davvero brutto: Botch-atissimo.
Un ladro deve compiere un furto in un edificio a Mosca per risarcire un boss della mala per un colpo andato storto... ma non tutto è come sembra. Si inizia seguendo le coordinate del classico film di ladri per trasformarsi ben presto in commedia e affondare nel sangue e nel demenziale nella parte finale. Escludendo questa schizofrenia il film è ottimo, la comicità grottesca al punto giusto e i personaggi di contorno ben costruiti. Funzionano poco i mono espressivi Dorff e Murray e il finale tirato un po' troppo per le lunghe.
L'ho visto senza alcuna pretesa e alla fine mi ha divertito (e non poco). Dorff si conferma attore indipendente ed alternativo, ma non per questo privo di talento; il cast di contorno è azzeccatissimo, su tutti l'attore che interpreta il russo iper-violento è notevole e tratteggia il personaggio in una maniera spassosissima, di certo sopra le righe ma assolutamente riuscita. Non mancano inaspettate esplosioni splatter e situazioni surreali e/o grottesche, per un film che potrà non piacere ma che si distingue, anche grazie alla talentuosa regia.
Paura e delirio a Mosca è un film da prendere con le pinze perché non si capisce dove cominci l'horror e dove l'assurdità. Il doppiaggio italiano probabilmente non rende giustizia ai dialoghi che però non dovevano essere granché neanche in originale. Tutti i personaggi (tranne due) sono caricature grottesche di quanto abbiamo visto nel genere negli ultimi cinquant'anni di cinema horror. Gira che ti rigira sembra di essere in una specie di girone infernale senza via d'uscita. Simpatico (a tratti) e niente di più.
Inizia come una "tarantinata" in versione russa, nel mondo della malavita organizzata, e un giovane ladro che vuole riscattarsi deve andare a rubare una sacra croce in un palazzo dei discendenti di Ivan il Terribile. Strada facendo il grottesco diventa sempre più prevalente fino ad arrivare alla commedia horror con alcuni tratti demenziali e uno stile che ricorda de la Iglesia. Lo splatter è abbondante, e il discendente il Ivan sembra più un pagan black metaller (lo stivale poi è palese) che un guerriero d'altri tempi. Ben confezionato ma può finire con l'annoiare.
Per appianare il debito contratto con un malavitoso russo, Ritchie è costretto a rubare una croce d'oro appartenuta a "Ivan il terribile" all'interno di un palazzone in cui però troverà molto filo da torcere. Il regista è abile a confondere le acque e deviare dalle aspettative, trasformando una storia di rapina in un vera e propria horror comedy con tutti gli ingredienti del caso (ostaggi, teste e corpi mozzati, trappole diffuse e sangue a gogò), con personaggi fuori di testa ma estremamente divertenti interpretati da un cast perfettamente a suo agio, in particolare Bell e Dorff.
MEMORABILE: Il sedicente maschio alfa; Le trappole disseminate nel corridoio; Con l'orecchio infilzato al muro; "Ivan", sua sorella e il "tempio" del sacrificio.
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Reperibile in DVD grazie alla Warner Home Video che non si spreca con gli extra, offrendo però il film in un riversamento con i fiocchi:
video 1.78:1 anamorfico
audio dolby 5.1
durata 91 minuti
DiscussioneRaremirko • 17/02/16 00:26 Call center Davinotti - 3863 interventi
Parte seriamente, vede varie modifiche di tono e trama, cade e scade nel grottsco e nel surreale, pur non rinunciando un pò all'inquietudine ed alla sgradevolezza he permeano gran parte del film.
Questa la ricetta di un film unico e spiazzante, serioso e/o leggero, con un bravo Dorff, che mi è sempre piaciuto (e che vorrei vedere più spesso sugli schermi), sia come scelte che ha fatto, sia come stile recitativo usato.
Intrigante, vede una prima parte meglio riuscita della seconda, più statica e ripetittiva; gli oggetti fatti di pelle dal killer impressionano un pò.
Molto carino e sanguinolento; il titolo scimmiotta un pò Gilliam...
Raremirko ebbe a dire: Parte seriamente, vede varie modifiche di tono e trama, cade e scade nel grottsco e nel surreale, pur non rinunciando un pò all'inquietudine ed alla sgradevolezza he permeano gran parte del film.
Questa la ricetta di un film unico e spiazzante, serioso e/o leggero, con un bravo Dorff, che mi è sempre piaciuto (e che vorrei vedere più spesso sugli schermi), sia come scelte che ha fatto, sia come stile recitativo usato.
Intrigante, vede una prima parte meglio riuscita della seconda, più statica e ripetittiva; gli oggetti fatti di pelle dal killer impressionano un pò.
Molto carino e sanguinolento; il titolo scimmiotta un pò Gilliam...
Ho dovuto aiutare la memoria andando a ricercare nel mio archivio come avessi giudicato l'opus di Ryan. In linea di massima concordo con quanto da te scritto sebbene la contaminazione horror-comedy pregiudichi, alla fin fine, entrambe le risorse...
DiscussioneRaremirko • 17/02/16 23:14 Call center Davinotti - 3863 interventi
Mco ebbe a dire: Raremirko ebbe a dire: Parte seriamente, vede varie modifiche di tono e trama, cade e scade nel grottsco e nel surreale, pur non rinunciando un pò all'inquietudine ed alla sgradevolezza he permeano gran parte del film.
Questa la ricetta di un film unico e spiazzante, serioso e/o leggero, con un bravo Dorff, che mi è sempre piaciuto (e che vorrei vedere più spesso sugli schermi), sia come scelte che ha fatto, sia come stile recitativo usato.
Intrigante, vede una prima parte meglio riuscita della seconda, più statica e ripetittiva; gli oggetti fatti di pelle dal killer impressionano un pò.
Molto carino e sanguinolento; il titolo scimmiotta un pò Gilliam...
Ho dovuto aiutare la memoria andando a ricercare nel mio archivio come avessi giudicato l'opus di Ryan. In linea di massima concordo con quanto da te scritto sebbene la contaminazione horror-comedy pregiudichi, alla fin fine, entrambe le risorse...
Ma no, dai, anzi, qui tale contaminazione è ciò che permette di andare avanti ad uno script altrimenti risibile.
E poi, garantisco, risate o meno, il film ha un certo senso di inquietudine che non si leva mica, nonostante tutto (anche le inqudrature aiutano o, ripeto, i quadri fatti di carne, brrrrr)...
DiscussioneRaremirko • 17/02/16 23:15 Call center Davinotti - 3863 interventi
Buiomega71 ebbe a dire: Ho il dvd, e sono andato a rischio di vedermelo più di una volta, poi scegliendo altro. Ma prima o poi...