Qualcuno uccide Totonno Lamanna, componente d'una numerosa famiglia mafiosa di stanza a Milano, e al commissario di turno spetta d'indagare. La prima mossa è una bella interrogazione generale delle prostitute di zona, con insistite scene di insulti reciproci tra le lucciole trascinati fino in centrale. Sono momenti sintomatici dell'indirizzo che Tosini dà al film: spazio al contorno perché la storia è ridotta all'osso, con l'interesse che si concentra sulla bella moglie (Carla Romanelli) del più apparentemente placido dei fratelli Lamanna, cui dà il volto un Lou Castel defilato che accenderà il melodramma solo negli ultimi dieci minuti....Leggi tutto Consolata è bella e i fratelli rimasti fuori ci fanno sesso a turno, a quanto pare. Lei ci sta perché ingenuamente crede che quelli si adoperino per far uscire dal carcere il marito. Ma quando mai? Ci sono di mezzo pure un aborto clandestino e uno spunto giallo appena accennato. Nel frattempo il commissario è alle prese con la solita omertà che chiude le bocche anche al Nord e arresta chi gli capita a tiro facendo leva su reatucoli di poco conto giusto nel tentativo di far finalmente parlare qualcuno. Un paio di scazzottate, una timida sparatoria, un finale a Cologno degno d'una sceneggiata di Merola. Davvero poco da ricordare per un film che segue anonimamente le coordinate del noir più povero di casa nostra, con qualche poco convinto inserto erotico e personaggi clamorosamente stereotipati. Discreta tuttavia la confezione.
Film noiosissimo e inconcludente, trama debolissima e sceneggiatura discutibile. La solita famiglia siciliana al nord gestisce attività criminali e nel frattempo se la deve vedere con uno "sgarro di onore" al proprio interno... Una sola cosa si salva in questo filmaccio: lo stupendo corpo della Romanelli.
MEMORABILE: Il processo a uno dei fratelli con tanto di prete come teste a favore.
Innanzitutto c'è una falsità abissale del regista, dal momento che non si verificherà mai che al mercato di Cologno Monzese gli ambulanti blocchino un'auto delle forze dell'ordine per far scappare un carcerato. Altro sbaglio non da poco: non si capisce se la ragazza abbia detto il vero o abbia solo voluto istigare il marito a far giustizia a suo favore per potersela squagliare... quindi vera una o l'altra ipotesi la cilecca resta totale e il fiele per il tempo perso è duro da ingoiare...
Vicenda che non è certamente nulla di memorabile ma che rimane seguibile, con una direzione degli attori non ottimale (pessimo Lou Castel), ampio uso del doppiaggio (almeno una battuta viene fatta dire a molteplici attori/comparse) e un abuso di primi piani. Non male in fatto di bellezza il cast femminile, comunque un film che può circolare tagliato anche nei nudi.
Un fallimento. Insulso come spaccato di vita sociale dei meridionali al nord; ridicolo nelle sue definizioni antropologiche (i sudisti sarebbero dei trogloditi che recano un insieme di usanze tribali); irrecuperabile come poliziottesco. Letargico lo svolgimento narrativo. Solo le scene girate in carcere destano un flebile interesse. Castel si vede poco; la migliore, alla fin fine, è la Romanelli.
Melodramma carcerario a tinte gialle con ritmi compassati che ben si addicono alle tematiche "d'onore" sviscerate dal plot. Chi si celi dietro la morte di un emigrato siciliano al nord è un mistero che deve risolversi passando per le narrazioni di una bella e disponibile Romanelli oltre che sondando tra gli ambienti carcerari. Le denunce sociali ("vogliamo la riforma", "chiudere i bordelli è stato un errore") si intersecano con parentesi gangster e gustose dosi di nudo. Tra gli interpreti meglio Capponi di Castel. Discretamente godibile.
MEMORABILE: Paola Penni che stuzzica, cantando, gli avventori del night dove si esibisce.
Da una trama così sarebbe potuto uscire un poliziottesco discreto. Peccato che le buone basi si perdano subito in un film lento, noiosissimo e stentato dall'inizio alla fine. Male i personaggi (pessimamente stereotipati i meridionali, con qualche vago accenno razzista, se vogliamo), male i dialoghi, male la sceneggiatura, con momenti di critica sociale dell'epoca che cadono totalmente nel vuoto. E meno male che c'è la bellissima Carla Romanelli...
Pino Tosini HA DIRETTO ANCHE...
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Debutto alla regia di Pino Tosini, autore discontinuo ed in seguito particolarmente versato al genere erotico.
Il suo nome, al di là degli esiti artistici dei pochi lavori (nessuno dei suoi film è, particolarmente, memorabile) resta legato alla polemica scaturita dalla direzione di un dramma manicomiale realizzato nel 1971 (La casa delle mele mature) per la quale regia venne accusato di appartenere ad una corrente politica di estrema destra.
HomevideoDusso • 21/05/14 23:06 Archivista in seconda - 1926 interventi
Il master mediaset che nno arriva neppure agli 80 minuti è purtroppo cut(un taglio per esempio è la scena della doccia)
ho visto il film tramite la pessima copia da rete 4 con taglio della scena della doccia, nonostante tutto non mi e' dispiaciuto, simpatica la scena del trasporto delle prostitute in questura....con un agente in palese difficolta' a scrivere con tutte quelle cosce intorno, stupedo l'arrivo della vespucci la nave scuola, capisco che il film era a bassissimo budget ma credo dia la prima volta che si vede la giulia con la scritta SQUADRA mobile TEL.777 in scena o sbaglio???