Modesto thriller Anni Novanta che ripropone la classica situazione alla Lenzi, densa di complotti e controcomplotti. Piuttosto spinto nelle scene di sesso e in quelle di omicidio, con qualche accenno splatter. Si richiamano agli anni Settanta la figura del killer con occhiali a specchio (citazione di Morte sospetta di una minorenne), interpretato da Daniele Stroppa, e di alcuni attori: Sonia Viviani e il pasoliniano Franco Citti. Momento trash con Marina Frajese, cassiera di un cinema porno.
Non male, contando la miriade di prodotti mediocri (se non peggio) Anni Novanta girati nella penisola. La trama è un po troppo intricata e il finale "discutibile", ma nonostante tutto questo thriller riesce a decollare. Ricorda molto i thriller erotici alla Lenzi anche se qui si calca molto di più sul lato erotico..
Lo affossano non tanto una evidente scarsità di mezzi, quanto una recitazione da baccalà (certo non aiutata dal doppiaggio) ed una talora delittuosa impostazione fisica della scena (l’interrogatorio dopo la festa ha dell'incredibile) e snodi pazzeschi (il nastro rimasto nel registratore!). Peccato, perché Citti se la cava come sempre e l’incastro, nelle sue grandi linee, poteva essere premessa per qualcosa di ben migliore. Quando ho visto le scarpe rosse ho temuto che non ci sarebbe stato risparmiato l’assalto ad una ragazza nella doccia. Infatti...
Sconclusionato thriller con risvolti erotici. Il cast è assolutamente non all'altezza e con alcune situazioni troppo paraddossali. Il regista sembra più interessato a mostrarci le grazie di Mirella Banti e di Mary Lindstrom (praticamente è sempre nuda!) che alla storia in sè. Troppi colpi di scena nel finale.
Una trama gialla che si sviluppa discretamente fa da sfondo a un prodotto pervaso di erotismo e nudità gratuite. Si arriva talvolta vicini al ridicolo (l'ispettore donna che non vede un cadavere nel bagagliaio semiaperto a un metro di distanza) e la recitazione è pessima.
Mediocrissimo tentativo di resuscitare il giallo erotico complottistico di lenziana memoria. Gli ingredienti ci sono apparentemente tutti: gran belle donne, eredità favolose, ville con piscina, colpi e contro colpi di scena. Peccato che la sceneggiatura sia un delirio di assurdità e di incongruenze e che Bonifacio non sappia andare al di là di una sciatta confezione di taglio para-televisivo. La Banti e la Lindstrom si limitano a spogliarsi e a rivestirsi, al punto che la Frajese, con la sua comparsata, come attrice ci fa quasi un figurone.
MEMORABILE: Gli assurdi e penosi dialoghi fra la Viviani e la sua assistente.
Tardo epigono del filone complottistico lenziano. Nonostante sia un film molto trash (va segnalato l'incredibile balletto della protagonista a un certo punto della festa!) non è uno dei peggiori. Cast piuttosto atroce (si salvano solo Citti e in parte la Viviani), sesso a iosa, apprezzabili certi particolari splatter. Nonostante tutto però il ritmo non manca e il film, pur non potendo essere considerato buono, rasenta quasi la sufficienza. Incredibile il finale!
MEMORABILE: Stracult ruolo della Frajese cassiera del cinema porno; Il finale; Il terrificante balletto della protagonista.
Tardivo tentativo di rinverdire il giallo all'italiana anni '70 mischiandolo al tempo stesso col sexy-thriller novantiano d'oltreoceano all'epoca in pieno sviluppo; il risultato non si eleva molto sopra alla mediocrità di prodotti analoghi, nonostante si denoti perlomeno un certo impegno nel creare una trama sufficientemente intricata. Tra momenti improbabili, maldestri omaggi hitchcockiani e una recitazione generalmente pessima, si arriva alla fine senza troppo soffrire, soprattutto grazie ai generosi topless della Lindstrom, perennemente nuda.
Una donna borghese con dramma giovanile che le procura squilibri mentali è l'asse portante di una serie di avvenimenti criminosi. Antonio Bonifacio, per anni aiuto regista di Joe D'Amato, carpisce i punti salienti del suo mentore e rinnova l'allora folta schiera di soft-erotici patinati sulla base di un modesto thriller. Il risultato è un film di genere che non aggiunge nulla di nuovo alla già ampia scelta del periodo e ha persino l'aria di essere pellicola datata, nella sua povera confezione semi-amatoriale.
Un'opera certamente poco riuscita e che spesso fa "pesare" la completa assenza di mezzi a disposizione. Però si apprezza la volontà di fare un qualcosa di diverso mischiando erotico e thriller con soluzioni che prevedono pure qualche colpo di scena. Spiazza la presenza di una scena che sfocia nel gore più violento. Difficilmente è spiegabile la presenza di Citti in mezzo a tanto mediocrità attoriale (nonostante il doppiaggio). Sceneggiatura ondivaga con dialoghi di rara inutilità, mentre il tessuto generale non è poi così da buttare...
MEMORABILE: Il ricatto di Citti; La bellezza delle Lindstrom perennemente in déshabillé; Il finale.
Traumi infantili e autolesionismo, quest'ultimo tema quasi infrequentato nel cinema, si sposano con tagli di trachea e bambole feticci delittuosi alla Profondo rosso, sporadiche inquadrature di calzature femminili post-tenebre argentiane e un montaggio alternato a sequenze futuristico-avvenieristiche (gli ingranaggi del treno). Il cinema hard con la Hedman bigliettaia è semivuoto tra le locandine di Emanuelle 5 e Fatal temptation, pellicole già allo stato terminale: lo è anche questo film? Si può dire di sì, gustose trovate cinefile a parte.
Giallo erotico tipico del periodo nella confezione, con una trama di doppi e tripli giochi fin troppo articolata per le mire del film. I coiti sono ben coreografati ma sempre musicati e la Banti regala un paio di fugaci nudi integrali. Gustoso il cameo trash della Hedman come cassiera al cinema porno. Certi snodi narrativi richiedono professione di fede e i dialoghi non brillano per sagacia, ma con le giuste pretese si lascia vedere bene. Non mancano aggressioni sessuali, misoginia, ricatti, traumi infantili, agguati nella doccia e qualche uccisione ridancianamente esagerata.
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Il dvd Mya pare uno dei pochi prodotti di buona qualità finora pubblicati da questa famigerata etichetta americana. Il master dovrebbe essere lo stesso utilizzato dal dvd uscito nel 2009 per Avo ma in formato wide.
Qui una recensione:
http://myadvd.blogspot.com/2010/03/blind-date-review.html
È uscito in vhs con 2 titoli diversi e svariate marche.
Col titolo "Appuntamento in nero" ci sono i rilasci di Center video,Sirio,Real films.
Infine una rarissima vhs,è edita da "Arca" col titolo "Blue night"