Coppia in crisi ospita per qualche giorno in casa un vecchio amico di lei diventato nel frattempo pornodivo di successo. Di conseguenza equivoci prima (ma il vero mestiere salta fuori quasi subito) e lezioni di sesso poi, con la coppia scoppiata De Luigi/Gerini imbarazzata (molto più lui di lei) dagli espedienti sfacciati suggeriti dall'amico col vocione (Filippo Timi) per rianimare il rapporto. Brizzi si riappropria di un tema abusatissimo per tentare la via del comico attraverso la riscoperta del sesso. Fantasie erotiche, preservativi profumati o ritardanti, bambole gonfiabili, film hard in compagnia, salette private... dei luoghi comuni sull'argomento poco ci viene risparmiato, e considerando...Leggi tutto che anche le gag non sono esattamente freschissime, per sorridere un po' tocca più che altro aggrapparsi alla solita mimica di De Luigi, di nuovo abile nello sfruttare lo scarso materiale a disposizione. La Gerini si conferma discreta attrice e adatta alla parte fin dai tempi dell'o famo strano, mentre il Rocco Siffredi della situazione convince molto meno, presenza debole e fin troppo seriosa cui viene demandato persino il ruolo di narratore, con un incipit al cinema che potrebbe suonare a molti offensivo e superficiale (Bellocchio e Von Trier definiti in pratica autori capaci di attrarre in sala solo chi va al cinema per pomiciare). Ma già i fumettistici titoli di testa con animazioni squallide e volgarotte dicevano tutto: qui non solo non si va tanto per il sottile, ma si riciclano biecamente gag viste e straviste, anche se va detto che lo sketch in farmacia (al banco c'è Pasquale Petrolo, il Lillo di Lillo & Greg) a comprare anelli da infilarsi sul pene è un bell'esempio di come rivederle in modo divertente ed efficace. I problemi veri nascono quando in scena entra il figlio dei protagonisti, cui spetta la terribile quanto immancabile parentesi giovanilistica ancora una volta tesa a ribadire quanto sia teoricamente impossibile (ma praticamente inevitabile) l'amore tra due giovani di sesso opposto che si dichiarano solo grandi amici (o "trombamici" in questo caso, che all'amicizia aggiungono il sesso ma rigorosamente a scopo propedeutico o ludico). Non si capisce bene perché ma pare sia una tassa da pagare per ogni commedia comica che si rispetti. Appena abbozzata l'idea dei conoscenti divorziati ma felici (che si accoppiano molto più di quanto non facciano i coniugi ufficiali a conferma di quanto il sesso debba essere vissuto con disimpegno), forzato l'inserimento di “Reality”, il classico eighties di Richard Sanderson che dovrebbe strappare la lacrimuccia ai quarantenni nostalgici. Si vive di momenti, alcuni anche discreti perché in fondo Brizzi il mestiere lo conosce e sa come divertire il suo pubblico mantenendo alti i ritmi, ma la povertà dell'insieme questa volta colpisce e lascia l'amaro in bocca, soprattutto quando comincia a innescarsi il lungo quanto insopportabile finale a lieto fine, in cui tutto deve naturalmente ritornare al giusto posto. Terribile la solita descrizione edulcorata e lontana dalla realtà del mondo del porno, esageratamente prolungate alcune gag che meritavano passaggi più stringati per poter rendere davvero (il videogioco sexy, la domestica ninfomane...). Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Ritorni a casa e nevosità improvvise mi hanno spinto a cercar rifugio nel primo cinema a disposizione: sfortuna ha voluto che mi imbattessi in questa pellicola indegna. Ora, non tutto deve essere Bergman o Welles, anzi due grasse risate me le faccio sempre volentieri, ma qui siamo di fronte al cinema italiano più deteriore: zero idee, volgarità, regia scarsa, un insieme di presunte gag. Veramente non capisco il fine di queste pellicole: si ride poco, il tema della sessualità è trattato stile bar. Mah... Impiegate il tempo per far quello che dice il titolo.
De Luigi è un comico di livello superiore a queste beceraggini ultramacchiettistiche. Pet non parlare di Timi (qui pornoattore). Ormai i tempi di Vincere sono lontanissimi (anni Duce, anzi luce, giusto per restare in tema di sciocchezze verbali). Solo l'inizio è passabile (l'alternativa al treno), ma poi c'è l'intero film, con gag di basso livello, o trite e piuttosto penose (la domestica eccitata; il farmacista che spiega tutto...). E se anche qua e là qualcosa non è da buttare, non si riesce a salvare praticamente niente.
MEMORABILE: La Gerini, semi nuda al buio aspetta De Luigi, che entra, si guarda in giro e commenta: "E' andata via la luce?".
Bambole gonfiabili, cameriera ninfomane, filmino porno proiettato per errore a lavoro: tutte gag stravecchie; si rimane sconvolti a pensare che Brizzi voleva farci ridere così. E per di più con un 3D davvero inutile, da presa in giro totale. De Luigi fa il cretino (e si spreca), la Gerini ci mette solo il corpo, la Wurth è pleonastica, Timi bravo ma mal servito dal copione. Patetica la storia fra i due ragazzini, forzato e posticcio il finale sentimentalista. Una vaccata indigeribile; ma dov'è finito il regista di Ex?
MEMORABILE: La gag più riciclata: l'imbarazzo di De Luigi in farmacia, dritta dritta da Christmas in love e tanti altri.
Prendo a prestito la definizione davinottiana dei 2 pallini: mediocre con qualcosina da salvare. Mediocre perchè la storia è banale (e vabbè, il cinema di Brizzi è tutto così), perchè Timi è pietoso e il suo personaggio fa pena e perchè, soprattutto, fa ridere solo a tratti. Le "cosine" da salvare sono De Luigi, in palla e simpatico anche se alle prese con il solito personaggio, la Gerini in versione "milf" e la badante. Il resto è miseria. Brizzi ha fatto di molto meglio e ci auguriamo non faccia di peggio, perchè già qui siamo al limite.
Brizzi ci regala il pornostar innamorato della vecchia fiamma, la bella morale finale, la cretinaggine di un prologo fastidioso oltre ogni dire. Insomma, farsi venire un'idea e decidere di ammazzarla, allungare il brodo con i soliti adolescenti e le prime volte, creare personaggi e impegnarsi affinché non abbiano alcuno sviluppo (Virginia Raffaele o il Mago Forest), dirigere film senza avere nulla da dire.
L'inizio, con l'exursus nei primordi della cinematografia e l'ironia sui fratelli Lumiére, è promettente e lascia presagire qualcosa di buono. Peccato che subito dopo si precipiti letteralmente nel becerume e si assista alla visione di una commedia senza idee, che sfrutta biecamente, in maniera trita e pochissimo originale, luoghi comuni e abusati sul cinema erotico, perdendo per l'ennesima volta una potenziale buona occasione e trascinando nella mediocrità più totale anche un bravo attore come Filippo Timi, qui praticamente irriconoscibile.
Brizzi dopo buoni film iniziali pare decisamente in calo. Questa commedia non brilla particolarmente per originalità, manca di brio e necessitava dell'apporto di più caratteristi (c'è qualcosa ma molto poco). Alcune volte si ride e De Luigi azzecca diverse battute (mitica quella su Richard Sanderson), ma in definitiva non si può che restare delusi!
Scivolone di Brizzi, uno dei registi più efficaci e interessanti del nuovo corso del cinema italiano. La sceneggiatura fa acqua da tutte le parti, ma è proprio la storia in sè a non funzionare affatto: tutto sa già di visto. De Luigi, simpatico come di norma, fa quel che può, elargendo buone battute, ma il resto del cast proprio non c'è: Timi inguardabile (quando mai), la Gerini è sexy ma non convince, così come bella è la Wurt (bella sì, ma senza sale).
L'assenza di pretese sociologiche che abbondavano pedantemente nel passato (Ex e Notte prima degli esami su tutti) è strutturalmente una scelta onesta e coerente per la leggerezza della sceneggiatura, che punta molto sull'aspetto comico con più che discreti risultati. La prima ora regge alla grandissima (con un De Luigi sugli scudi) per merito di situazioni paradossali che qualche risata riescono a strapparla. La parentesi giovanilistica è quanto di più inutile uno possa immaginare. Peccato per il finale troppo sdolcinato, perchè il resto non è male.
MEMORABILE: De Luigi che discute con Lillo in farmacia; Lo spettacolo burlesque della Gerini; "L'ignobile offesa" a Bellocchio e Von Trier; Il videogame sexy.
Appropriazione indebita del titolo di una sigla che darebbe 10 a 1 a qualsiasi aspetto del film, svilimento dell'amicizia fra ragazzi e ragazze, mitizzazione della pornografia che neanche in terza media, umorismo che definire di bassa lega è un eufemismo, uno sberleffo alla commedia italiana e al cinema in generale (il prologo doveva forse far ridere?). L'avrei quasi tollerato se fosse stato declinato in chiave trash, ma qui è tutto in funzione della moraletta familiare. Piuttosto ridatemi i cinepanettoni: sono più coerenti.
Commedia per educande del sesso, tra bambole gonfiabili... Si spiegano le zone erogene ai ragazzi e giochi imbarazzanti stile wii. Attori che girano per conto loro: Timi è bravo a narrare ma si dimentica che il pornoattore ha un chiodo nella testa a forma triangolare; la Gerini interpreta edonisticamente mostrando le sue forme come a soddisfarsi davanti a uno specchio; de Luigi spara le solite cartucce. La cameriera, il farmacista, i Lumiere, la chiusura: altri pezzi buttati lì per riempire il vuoto.
A parte il prologo farlocco e la tirata ignobile a Bellocchio e Von Trier (???), il film è abbastanza scoppiettante e letteralmente colorato: merito di un De Luigi quasi sempre in palla, di una bellissima Gerini e di un Timi autoironico, anche se dallo sguardo talvolta inquietante e non proprio da film leggero; dobbiamo sorbirci la parentesi "ggiovane" con l'aggiornamento sul trombamico, ma il lieto fine è d'obbligo e tutto torna a posto. Per una serata molto molto spensierata e per qualche idea...
MEMORABILE: Il farmacista molto molto disponibile a spiegare e valutare...
Commediola abbastanza banale che cerca di attrarre giocando con il sesso e le sue trasgressioni. Il risultato vede una narrazione che mostra situazioni non proprio originali in cui il sorriso latita. De Luigi è moscio, la Gerini sensuale e basta mentre Timi convince. La storiella giovanile è trita e ritrita.
Maldestro tentativo di affrontare l'argomento sesso/amore in maniera piuttosto diretta e monotematica (non si parla d'altro). Sceneggiatura povera e gag riciclate; si sorride per qualche sprazzo del buon De Luigi. Poco sfruttato il sempre simpatico Forest. Decisamente vira sul brutto.
Semmai ce ne fosse stato bisogno, De Luigi conferma una volta di più di essere un buon comico ma un pessimo attore, incapace di ricoprire ruoli da protagonista assoluto. E pensare che Brizzi non è che sia il peggio in circolazione, anzi. Ma questa volta sbaglia proprio, vista anche la scarsa originalità di gag e battute che tra l'altro centrate tutte sul sesso, sesso e poi ancora sesso. Per nulla credibile Timi nella parte del porno-divo (mi chiedo perchè non aver affidato la parte a un Siffredi) e resto del cast raffazzonato. Pessimo.
L'idea di Brizzi sarebbe anche simpatica, ma è trattata tanto, troppo male, che dopo un quarto d'ora inizia già ad annoiare. De Luigi fuori fase, anche Filippo Timi non sembra particolarmente azzeccato. Cast femminile decisamente meglio con la Gerini e la Wurth, ma non basta per riempire novanta minuti di film. Le battute divertenti scarseggiano e spesso ci vengono propinate situazioni viste e riviste. Lontani i fasti di Notte prima degli esami per Brizzi, ohimé...
Predisponendosi per la visione di un film leggero e scanzonato sul mondo del sesso si potrebbe anche accettare la banalità di alcune situazioni comiche e i ruoli tagliati a mo' di macchietta sui personaggi protagonisti (ok De Luigi e la Gerini, Timi non proprio a suo agio); peccato che finite le prime riuscite gag ci sia il vuoto totale. A rovinare il tutto ci mancava l'inserto giovanile con la storia dei "trombamici", formalizzato ormai come unione di fatto per terminare con un finale assolutamente piatto.
Ennesima commedia che cerca di strappare qualche risata sfruttando la verve di Fabio De Luigi. Il risultato però non è soddisfacente, perché i momenti di sana ilarità sono veramente pochi. Questo forse è il difetto maggiore di una pellicola che sulla comicità avrebbe dovuto basare la propria fortuna. Le situazioni equivoche ci sono (e non potrebbe essere altrimenti), ma sono banali e poco sviluppate. Bocciato.
Qualche sporadico momento divertente in un contesto dove solo l’idea di base rappresenta la novità. Le gag sono già viste, De Luigi rifà il solito personaggio, la Gerini versione mature è invece eccessivamente teen mentre Timi è clamorosamente sprecato e fuori ruolo. Troppi camei, infilati così a forza che il tappo quasi non si chiude, sono come certe spezie: saporite, ma nel contesto generale non aggiungono nulla. Passare oltre!
La coppia scoppia? Viriamo sul sesso "arty"... Va da sé che le situazioni imbarazzanti si susseguano senza soluzione di continuità, con pars comica interamente sulle spalle del fin troppo abusato spirito brillante di De Luigi. Qui lo si vede un po' stanco, intento a coprire anche gli spazi vuoti di un plot alquanto misero, avendo al suo fianco una Gerini "schiava" di un personaggio che, a lungo andare, ne sminuisce le qualità. Su Timi poco da dire, se non che è fuori luogo così come le strizzatine d'occhio ai teen (almost) lovers...
Anche stavolta non ci siamo. Ed è un peccato, perché le idee buone non mancano (così come, va detto, non mancano quelle cattive, si veda la fiacchissima parentesi adolescenziale e la deriva sentimentale dell'ultima parte) e qualche gag riesce comunque ad andare a segno; ma la regia pecca sia di gusto che di equilibrio e la confezione "all'americana" rischia talvolta di scivolare nella parodia involontaria (gli interni stile casa delle bambole). Bravi Timi e la Gerini, mentre De Luigi alla lunga risulta stucchevole. Si può evitare.
MEMORABILE: La lettura "demografica" del cinema d'autore.
Commedia divertente soprattutto nella prima parte, con De Luigi che riesce sempre simpatico nel ruolo di imbranato, la chiave comica con cui ha interpretato anche altri film. Si ironizza sui costumi sessuali attuali: divorzi facili (il banchetto che li festeggia), il trombamico, le serate da single, le ansie da prestazione e altre amenità del genere più o meno viste e riviste in pellicole affini. Le figure degli adolescenti paiono inserite più per ruffianeria che per effettive necessità narrative. Si arriva in fondo con una certa stanchezza.
MEMORABILE: La scena in farmacia; La wii con i giochini erotici.
Brizzi tenta la carta della commedia leggermente pruriginosa con scarsi risultati nonostante De Luigi, Gerini e Timi ce la mettano tutta per rendere il film appetibile. Noioso cappello introduttivo ambientato a Parigi, poi il film prende leggermente quota ma alla fin si vola basso. Curiosa l'idea della pellicola in 3D, forse meritevole di altri film.
Mediocre commedia in cui da ricordare ci sono solo l'incipit con i fratelli Lumiére e la sigla con la musica della Carrà. Insomma, la confezione è eccellente, ma il contenuto lascia parecchio a desiderare. Scarse risate e volgarità a tutto andare. Deludente.
Il sesso misura di tutte le coppie. Di quelle che scoppiano, di cui son piene le fosse del cinema e le tasche del pubblico; di quelle che faticano a diventar tali che tanto fan venire gli occhi a cuoricino al target adolescenziale. Il film però lascia la fastidiosa impressione di una ripetuta messa in moto a vuoto, procede a sparuti sussulti e funziona più per alcune singole gag (quella della farmacia su tutte, ed è tutto un dire) che come corpo filmico d'insieme, sempre in bilico tra melodramma da censimento e scialba commediola en rose per pischelli. Gli attori poco in quadro fanno il resto.
Film che vuole puntare sulla genuinità e normalità di certi comportamenti sessuali. Il tutto non è particolarmente volgare ma lo trovo un po' ridicolo e inutile. De Luigi può risultare simpatico ma la storia è nulla, di basso, bassissimo profilo. Non si salva neppure la Gerini, che può piacere giusto quando è in intimo. Niente di che.
Niente di che questo film di Brizzi, che prova a giocare col tema del sesso ma pur con un modesto impegno di De Luigi non diverte e resta piatto per tutta la sua durata. Si salvano giusto un paio di gag, ma tirando le fila il film è bocciato. Anche il finale, ovviamente a fine lietissimo, delude in tutto e per tutto.
MEMORABILE: De Luigi alle prese con la bambola gonfiabile.
Nemmeno il bonario De Luigi ce l'ha fatta a rendermi digeribile questo scempio. Vuoi per la totale mancanza di un briciolo non di originalità, ma addirittura di idee di fondo, vuoi per il pessimo senso dell'umorismo, oppure per l'inserimento palese di pubblicità (Durex ovunque) posso tranquillamente affermare che di peggio non c'è. Poi se qualcuno mi spiega cosa c'entra il 3D con un film così lo ringrazio vivamente.
Per certi versi una delusione. Non bastano un regista affermato nel genere e attori di richiamo per rendere piacevole una commediola che riesce ad andare avanti solo affidandosi alla simpatia dei protagonisti e all'argomento pruriginoso. Lo si doveva capire già dal brutto e inutile cappello introduttivo che il film sarebbe deragliato dal semplice binario di una commedia gradevole. Buono lo spunto iniziale, male lo svolgimento. Finale banale. Bravo De Luigi però e simpatici Greg il farmacista, Forest e l'Andreozzi, azzeccati comprimari.
Purtroppo Brizzi cade nelle macchiettistiche rappresentazioni del sesso e del mondo dello scambismo tirando fuori un film posticcio che non solo non fa ridere ma spesso finisce per indisporre. Gli attori sono diretti decisamente male, dalla bella e imbambolata Gerini a De Luigi che non incide mai, dalla depauperata Raffaele ai teenager, per finire con Timi che ce la mette tutta ma proprio non riesce a trasmettere niente. Siamo tornati indietro di cinquant'anni ma senza quel sottile velo di divertimento che bagnava il sesso nelle produzioni erotiche anni Settanta italiane.
Deludente commedia che, sotto una patina fintamente trasgressiva, elogia in maniera trita e ritrita i classici valori della famiglia: così il film affonda tra gag antidiluviane che raramente strappano la risata, momenti di imbarazzante pochezza (le parti con Sperduti e Bolla), brutte macchiette (la Raffaele colf colombiana) e un finale zuccheroso da coma diabetico. Brizzi dirige con buon ritmo ma a conti fatti siamo di fronte a un'occasione sprecata, anche perché De Luigi, Gerini, Timi e Wurth appaiono in discreta forma e avrebbero meritato un copione più brillante e meno scontato.
MEMORABILE: De Luigi e Lillo in farmacia; La Wurth che propone sesso orale a De Luigi; In negativo: la frecciata a Bellocchio e Von Trier (da che pulpito...).
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DiscussioneZender • 12/02/12 11:24 Capo scrivano - 15 interventi
Io credo che De Luigi sia l'unica cosa che veramente funzioni, qui (e in parte la Gerini). Timi non fa il comico ma il pornodivo "saggio" consigliere; la spalla, a voler esser buoni. Ad ogni modo trovo eccessive le critiche. E' peggio di altri film di Brizzi ma non lo vedo così tremendamente disastroso. Certo è di una banalità piuttosto sconcertante, questo sì. Non vedo De Luigi come delusione, tutt'altro. E anche La peggiore settimana è stato eccessivamente criticato, per quanto mi riguarda. Non lo trovo affatto pessimo.
Zender ebbe a dire: ma non lo vedo così tremendamente disastroso. Certo è di una banalità piuttosto sconcertante, questo sì.
e ti pare poco ?;mi viene voglia di fare il talebano: abbasso il cinema italiano
DiscussioneZender • 12/02/12 14:11 Capo scrivano - 15 interventi
Oh beh, non saresti certo l'unico Galbo. Fortunatamente il cinema italiano prosegue con o senza i tuoi anatemi :)
La banalità comunque non è necessariamente indice di commedia inqualificabile. L'originalità non è mai stato un valore così richiesto, nell'ambito. Non è certo cinema che mira alto... Si può divertire anche riciclando alla grande, se lo si fa bene. Lo facciamo noi come gli americani.
Gugly ebbe a dire: Trenitalia o Trenord? Ammorbano anche da me... Io bazzico MI Rogoredo ma ho paura che la diffusione dello spot sia nazionale.
Come nazionale sarà il contesto: temperatura -10 gradi e treni tutti in ritardo. Chiaro che in quelle condizioni a De Luigi arrivino madonne di tutti i generi.
Gugly ebbe a dire: Trenitalia o Trenord? Ammorbano anche da me... Io bazzico MI Rogoredo ma ho paura che la diffusione dello spot sia nazionale.
Come nazionale sarà il contesto: temperatura -10 gradi e treni tutti in ritardo. Chiaro che in quelle condizioni a De Luigi arrivino madonne di tutti i generi.
Io già la neve e il freddo non li sopporto, adesso ho un nuovo motivo!
Sì Timi non ha un ruolo comico: fa l'amico consigliere.
Certo che non è possibile essere sempre orignali ma insomma a me qui è parso proprio che non si sapesse dove andare a parare: voglio dire il "trombamico"? Ma che è? Se proprio devo trovare qualcosa da salvare forse la Gerini, ma insomma. E quel finalone segnalato anche dal Maestro era sinceramente ridicolo.
Per me il problema più grande di questo genere di film è la totale mancanza di aderenza con la realtà e l'incapacità di crearne una alternativa, magari anche eccessiva, ma credibile.
Confermo la diffusione nazionale dello spot: Verona, Padova e Roma tris d'assi.
PS: Gugly, grazie per la serie di avatar che stai sfoderando in questi giorni