Parte come un giovanilistico senz'arte né parte e per un bel po' continua così, con dialoghi e sceneggiatura decisamente agghiaccianti e banalità sparse a piene mani talvolta fin rabbrividenti. Fortunatamente, vista la modesta qualità della recitazione, arrivano le vecchie glorie a salvare la situazione (anche se in ruoli purtroppo marginali, come prevedibile): Maurizio Mattioli (di gran lunga il migliore) è il padre del giovane protagonista, Andrea Roncato il padre della di lui ragazza, sposato con Agnese Nano. Per quanto entrambi alle prese con personaggi non brillanti come di consueto, riescono a dare un po’ di credibilità in più a una...Leggi tutto situazione altrimenti eccessivamente artificiosa. Anche la figura dell'amico playboy, infatti, con contorno di amichetta greca da conquistare, pesca nel più vieto sentimentalismo riciclando situazioni al limite dell'improponibile. Fortunatamente la svolta drammatica cambia le carte in tavola e dona improvviso spessore al film, facendoci apprezzare le qualità di una regia che riesce a tenere alto il ritmo e quindi a rendere godibile la storia pur nella sua semplicità. Solo cosí si può passar sopra ai tanti difetti arrivando a cogliere anche gli aspetti positivi; come il finale, che giunge quando deve, per una volta senza inutili epiloghi.
Nell'opera si nota profondamente l'influenza di film come Love Story e I passi dell'amore, ma nonostante la mancanza di originalità non è poi così male. Il giovane regista mostra di possedere del talento e il discreto ritmo è un ottimo antidoto contro la sonnolenza. La recitazione non è su alti livelli. Certo non è un buon film, ma da un ventiduenne è difficile chiedere di più. Da seguire, se ce ne sarà l'occasione.
Il giovanissimo regista Andrea Biglione debutta con un film che attinge a piene mani al “giovanilistico-sentimentale”, ma strizza l’occhio anche al pur sempre gradito “lacrimevole”; insomma, pane per i miei denti! Storia esile ma complessivamente ben girata. Non me ne voglia il buon Andrea Roncato, ma da ex comico quale è, vederlo in un ruolo semi-drammatico e per giunta in una straziante crisi di pianto ospedaliera mi ha fatto sorridere (e certamente la cosa non era voluta)!
Se le intenzioni del debuttante regista Biglione erano quelle di raccontare il mondo giovanile con un minimo di realismo, c'è purtroppo da segnalare il fallimento su tutta la linea: i personaggi del film sono posticci, falsi come i contesti in cui vivono e i dialoghi con cui interagiscono. Peraltro la storia è banale e vive di stereotipi. Gli attori avrebbero infine bisogno, salvo qualche rara eccezione, di robuste dosi di scuola di recitazione. Regia anonima. Pessimo.
Partenza giovanilistica in stile Moccia per un ritorno del lacrima movie, di cui Biglione applica a puntino le regole, seppur privandole della poesia dei classici del genere: la malattia che all’improvviso stronca la felicità, la ricongiunzione degli affetti familiari e il tragico epilogo. Gli interpreti eseguono sotto il fardello della recitazione moderna quanto lo schematico copione prescrive; il personaggio di Roncato è molto umano, mentre quello di Mattioli avrebbe richiesto ulteriori sviluppi. A onor del titolo, bisogna naturalmente sorbirsi la famosa canzone di Mia Martini.
MEMORABILE: La soggettiva in sala operatoria dopo l’intervento.
Pellicola giovanilistica in cui gli interpreti principali recitano con enfasi pedestre accompagnati da dialoghi da fiction di infima lega. Mattioli cerca di mettere qualche toppa coadiuvato dal poco incisivo Roncato e la storia scivola via con pochi rimpianti. La canzone della Martini aleggia costantemente.
Non siamo di fronte a un capolavoro ma trattandosi dell'opera prima di un ventiduenne si può chiudere un occhio! La storia è risaputa e ritrita ma qui è trattata con garbo senza scendere troppo nel desiderio di commuovere a tutti costi. Roncato se la cava bene e la Gorietti (pur non essendo diventata la Loren) ha fatto passi in avanti come attrice. Si può vedere.
Mauro Meconi HA RECITATO ANCHE IN...
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è un luogo che mi piace moltissimo e vorrei vederlo dal vivo. Ho scritto ai protagonisti del film ma nessuno, sigh, mi ha risposto...
DiscussioneZender • 22/10/13 18:47 Capo scrivano - 48843 interventi
Qui a destra sotto la locandina è scritto "inserire una foto". Segui quella procedura. Bissogna che però nel fotogramma si veda qualche costruzione o qualcosa che non sia solo acqua e deserto.
Grazie Zender! Ho faticato ma la location l'ho trovata1 Sono le splendide Cave della Magliana e mi dispiace solo che un film nulla di che come Almeno tu nell'universo non abbiano pubblicizzato l'unica cosa bella del film :-)E' lo stesso luogo dove fu girato anche parte del film Lo chiamavano Trinità e credo molti altri ancora...
DiscussioneZender • 23/10/13 18:46 Capo scrivano - 48843 interventi
Semplice! Ho scritto al fotografo di scena e me l'ha detto :-)Poi ho controllato la scena del film con le immagini su Google delle cave della Magliana e sono proprio quelle! Anche Fascistu su Marte è stato girato tra quelle splendide radure...
DiscussioneZender • 24/10/13 16:41 Capo scrivano - 48843 interventi
Ok, ma voglio dire: intorno a Roma è pieno di cave. Si vede nel film qualche elemento che può darti la certezza che sia stato girato lì in un determinato punto?
Roma, sì, nei dintorni è piena di cave. Ma qui parliamo delle cave della Magliana, territorio immenso. Il punto preciso, ovvio, non è stabilibile. Il fotografo di scena del film, Jacopo Brogioni, mi ha confermato che trattasi di questo luogo stupendo, aggiungendo altresì che ci sono volute infinite autorizzazioni per avere l'ok per le riprese. Stabilire un punto preciso di quell'immenso territorio è impossibile, ma quello che io volevo era sapere di che posto si trattasse e ora lo si sa :-)
a proposito: vedo solo ora che sotto la mia foto c'è scritto Galoppino! Ma cosa vuol dire?
DiscussioneZender • 27/10/13 18:32 Capo scrivano - 48843 interventi
Spesso lo riuciamo a scoprire, dipende sempre dal fatto che esista o meno qualche elemento oltre alla sabbia. Per il galoppino ti ho risposto alla mail.