Dov'è la tua casa - Film (2020)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/03/20 DAL BENEMERITO ANTHONYVM
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Anthonyvm 25/03/20 14:41 - 5702 commenti

I gusti di Anthonyvm

Pubblicitario frustrato posa gli occhi su una famiglia all'apparenza perfetta ed escogita un piano diabolico per averla. Dopo gli horror epidemiologici Carriers e The last days, i fratelli Pastor provano col thriller psicologico. La storia in sé non è originalissima (un po' One hour photo, un po' Bed time), ma la regia è finissima e le svolte crudeli del plot, anche quando prevedibili, divertono e disgustano con efficacia (il cane avvelenato, il giardiniere pedofilo "punito"). Ottimo Gutiérrez che riprende il sadico machiavellismo de Il movente.
MEMORABILE: Le pubblicità mielose; Il figlio obeso vomita dopo una corsa; Il furto delle mutandine della bambina; Il sorriso di Javier dopo un pugno in faccia.

Daniela 26/03/20 09:31 - 12671 commenti

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Nell'impossibilità di trovare un nuovo lavoro, un pubblicitario è costretto a trasferirsi con la famiglia in un appartamento molto più modesto rispetto alla lussuosa abitazione precedente, ma non intende rinunciarvi per sempre... Il bravo Gutiérrez ancora una volta impegnato in un ruolo di ficcanaso in una trama che intriga per buona parte della sua durata proponendo una variante dello "sconosciuto in casa" di crescente ferocia. Purtroppo l'epilogo, anche se d'impatto, risulta troppo pieno di incongruenze per risultare verosimile e questo penalizza il film, fino ad allora ben fatto.

Kinodrop 27/03/20 20:09 - 2957 commenti

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Un pubblicitario, già di successo, non accetta il proprio declino e una condizione più modesta e perciò escogita un diabolico piano per reimpossessarsi della sua ex lussuosa dimora (e non solo). I Pastor tentano un thriller psicologico sull'identità tra carriera, status e salute mentale di un protagonista che non esita a compiere azioni moralmente ripugnanti. Troppe le forzature e le facili scappatoie registiche per raggiungere poi un epilogo congegnato su un machiavellismo di maniera e ciò trasmette una sensazione di "costruito a freddo" e poco emozionale.
MEMORABILE: Le ispezioni nella "propria" casa; Le riunioni motivazionali; Il rogo nel giardino; La dabbenaggine delle due mogli.

Ira72 30/06/20 16:47 - 1313 commenti

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Gutiérrez non sbaglia un colpo e questo film ne è la riprova. Un thriller ben congegnato, senz’altro, ma anche ottimamente interpretato. Accompagnato da un crescendo di colpi di scena, Javier si trasforma e l’ometto sfortunato, frustrato e bistrattato dagli eventi della vita diventa un cinico, spietato e subdolo omuncolo dagli infallibili piani diabolici. Il talento è anche sapere dare vita a due personalità agli antipodi in un unico film risultando sempre convincenti. Non che la trama sia nuova, nel panorama, eppure sa di fresco e finisce per catturare. Consigliato. 

Cotola 20/10/20 19:07 - 9052 commenti

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Thriller psicologico dai buoni risultati e di sicuro effetto. La sceneggiatura non offre idee particolarmente originali, compresi i suoi sviluppi, e non manca di incongruenze - specie nella parte finale - ma sa fare il suo lavoro: il lento operato ai fianchi del "rivale" da parte del protagonista, fa registrare un buon crescendo ed è sicuramente inquietante. Sul piano della ferrea logica, non tutto funziona a dovere: ma piace un finale finalmente cattivo e poco accomodante. Gutiérrez fornisce una prova di grande livello. Un piacevole e gustoso film di genere.

Galbo 25/11/20 18:26 - 12399 commenti

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Thriller spagnolo che strizza l’occhio ad analoghi prodotti della cinematografia americana. La sceneggiatura descrive bene la progressiva paranoia di un uomo che si ritiene ingiustamente privato della sua vita agiata, ma non manca di qualche incongruenza. Vincente la scelta del bravissimo Javier Gutiérrez come protagonista, vero “motore” del film, in grado di relegare ai margini gli altri componenti del cast. La regia mantiene la tensione fino ad un finale azzeccato.

Pigro 16/06/23 11:01 - 9672 commenti

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Il favoloso appartamento che ha dovuto lasciare non è solo bello, è un segno di ricchezza e di avanzamento sociale: da qui parte l’ossessiva intrusione del perdente nella vita dei nuovi inquilini, in un crescendo maligno. Se la sceneggiatura procede con qualche forzatura, il film riesce comunque a trascinarci dentro la follia del protagonista, che appunto non è follia ma solo la traduzione esagerata e in chiave thriller dell’arrivismo sociale dei nostri tempi. Non senza tocchi umoristicamente perfidi. Inquietante.

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  • Discussione Anthonyvm • 26/03/20 00:18
    Scrivano - 806 interventi
    A prescindere dal brutto titolo italiano, Hober, o The occupant, è un pregevole thriller psicologico non di rado attraversato dal filo della commedia nera, con un Javier Gutiérrez in gran forma che riprende certe caratteristiche machiavelliche e deliziosamente diaboliche che lo avevano reso memorabile ne Il movente.
    Protagonista della vicenda è Javier, pubblicitario catalano disoccupato e frustrato, con un figlio obeso deriso dagli amici e una moglie amorevole ma sempre più distante. I problemi economici porteranno lui e la famiglia a lasciare il loro bell'appartamento per trasferirsi in un quartiere povero. Un duro colpo per Javier e la sua insicurezza. Una sera, mentre osserva con rammarico le finestre della sua vecchia casa, vede che adesso è occupata da una giovane coppia con la loro bella bambina, la classica famiglia ideale che pare uscita da uno dei suoi spot televisivi. Il disperatissimo Javier, che conserva ancora le chiavi dell'abitazione, vi si intrufola di nascosto mentre i nuovi inquilini sono assenti. Ben presto le visite furtive non saranno più sufficienti a placare le sue ossessioni: sarà solo l'inizio di un vortice di invidia e di follia, soprattutto una volta appurato che il bel papino ha un passato da alcolista e di certo non merita una famiglia tanto graziosa.
    L'iniziale patetismo della figura di Javier, che ammira da lontano la vita della famiglia che ha sempre sognato, ricorda le inquietanti ma fondamentalmente tristi vicissitudini di Robin Williams in One hour photo. Tuttavia, man mano che la storia procede, la figura del pubblicitario si incupisce rapidamente, e ben presto si palesa la crudeltà dei suoi intenti, ma soprattutto la fredda determinazione con cui li porterà a termine.
    Si passa dalla mestizia del film di Romanek alla spietatezza del Bed time di Balaguerò.
    Javier non ci penserà due volte ad avvelenare il cane dei vicini, temendo che il suo abbaiare possa destare dei sospetti durante le visite all'appartamento vuoto. Cambierà gli orari dell'agenda di papino per farlo arrivare in ritardo all'esibizione della figlioletta, e assisterà divertito alla lite coniugale provocata dal suo scherzetto. Le cose prenderanno una svolta ancora più malata quando il giardiniere del condominio, accortosi di tutto, ricatterà il nostro e, avendo fatto outing come pedofilo, lo costringerà a rubare le mutandine sporche della bambina. Inutile dire che la reazione di Javier sarà drastica e (im)moralmente soddisfacente.
    La crudeltà con cui insinua dubbi nella moglie di Matiàs, l'odioso sorriso che sfoggia quando quest'ultimo lo prende a pugni in faccia vinto dall'ira, la lucidità con cui architetta la fase finale del suo piano... Gutiérrez passa lentamente da insicuro ometto degno di compassione a genio del male da applaudire con sdegno, dipingendo il ritratto di un perfetto villain protagonista.
    Tecnicamente parlando la confezione è più che buona, e la regia dei fratelli Pastor, reduci da un paio di horror a base di epidemie e virus (Carriers e The last days), si rivela curatissima anche nei particolari, attenta a non smorzare il costante senso di disagio anche nelle situazioni più banali (il dialogo fra Tomàs e Javier con campi e controcampi sulle loro immagini riflesse, con esiti sottilmente destabilizzanti). Disagio che, tuttavia, si amalgama con una certa ironia macabra (l'idilliaco spot mostrato all'inizio che si ricollega antiteticamente al finale, il figlio di Javier che vomita in mezzo alla strada dopo esser stato costretto dal padre a fare jogging in salita).
    Lo spettatore, indignato e divertito al contempo, quasi arriva a parteggiare per la diabolica mente criminale del pubblicitario (impossibile non tirare un sospiro di sollievo quando riesce a farla franca per un soffio, in piccole perle di suspense hitchcockiana), chiudendo magari un occhio sulla scarsa plausibilità del plot. Certe svolte della trama, infatti, vedono le pianificazioni di Javier appoggiarsi con troppa facilità sui giochi (s)favorevoli del caso, tuttavia il disegno finale è talmente perfido che la curiosità di ammirarne la resa complessiva supera le accuse di inverosimiglianza.
    Sia chiaro, non c'è da aspettarsi grosse sorprese dalla storia: una volta capito il meccanismo, è facile immaginare dove il film andrà a parare e spesso anche come. A ogni modo, se si è disposti a usare indulgenza verso la prevedibilità di qualche snodo narrativo in vista delle disastrose conseguenze che esso comporterà, l'intrattenimento (colpevole ma irresistibile) è assicurato.
    Il finale beffardo e l'inquadratura conclusiva, azzeccatissima, chiudono l'opera in maniera appropriata, per quanto possa non soddisfare tutti i palati.
    Merita un'opportunità.
    Ultima modifica: 26/03/20 08:06 da Anthonyvm
  • Discussione Didda23 • 26/03/20 20:53
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Complimenti Anthony per l'accurata disanima. Sarà certamente una delle visioni che mi accompagnerà nei giorni futuri.
    Nutro delle aspettative perchè adoro la cinematografia spagnola foriera di nuovi talenti (su tutti il mio idolo assoluto Oriol Paulo).
    Purtroppo ci hanno superato in termini di qualità media, sia in opere cinematografiche sia in termini di fiction (La casa di Carta).
    Un movimento vivo anche in termini attoriali con nuove leve di livello (Casas,Morte,Leon).
  • Discussione Anthonyvm • 27/03/20 15:00
    Scrivano - 806 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Complimenti Anthony per l'accurata disanima. Sarà certamente una delle visioni che mi accompagnerà nei giorni futuri.
    Nutro delle aspettative perchè adoro la cinematografia spagnola foriera di nuovi talenti (su tutti il mio idolo assoluto Oriol Paulo).
    Purtroppo ci hanno superato in termini di qualità media, sia in opere cinematografiche sia in termini di fiction (La casa di Carta).
    Un movimento vivo anche in termini attoriali con nuove leve di livello (Casas,Morte,Leon).


    Ti ringrazio, Didda! :) Mi trovi decisamente d'accordo (riferimento a Oriol Paulo in primis), dalla cinematografia iberica sto ricevendo diverse piacevoli sorprese.
  • Discussione Didda23 • 27/03/20 15:09
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Peccato che Oriol non stia lavorando ad un nuovo film, ma ad una serie...