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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Saper riscuotere crediti non è cosa da tutti. Ci vogliono pelo sullo stomaco, esperienza, capacità di intuire su che tasti agire per ottenere il dovuto. Guido (Santamaria) è uno dei tanti non in grado di saldare i propri debiti e vive male: licenziato di fresco da dove lavorava come magazziniere, si trova costretto ad accettare l'elemosina di un eccentrico professore suo vicino di casa (Stuhr), che gioca a biliardo immaginando ogni colpo come una sfida tra stati, pontificando sui massimi sistemi... Bastonato per strada da qualche creditore stanco di non vedere un euro, Guido capisce che è arrivato il momento di reagire. E dal momento che l'unica cosa che può...Leggi tutto offrire per pagare è il suo tempo, si fa assumere da un'agenzia specializzata nel riscuotere crediti che subito l'affida al suo uomo migliore, Franco (Giallini). Sulle prime per nulla contento di dover fare coppia con Guido, Franco comincia a conoscerlo (lo ribattezza Willy, come il coyote umiliato da Bip-bip) portandolo con sé sul campo in una sorta di TRAINING DAY che ci conduce finalmente nel vivo dell'azione. Tocca fare la posta a un imprenditore che rifiuta ogni tipo di contatto con loro. La tattica prevede di seguirlo e di comparirgli di fronte nei momenti più sconvenienti, quando magari l'insolvente è a colloquio con un onorevole... Niente di particolarmente innovativo negli incontri tra creditori e debitori, la qual cosa fa capire quanto il film non possa contare su di un soggetto né una sceneggiatura granché fantasiosi. Quello che ci si aspetta accade, mentre a fare la differenza è semmai la grande bravura di Giallini nell'interpretare un ruolo a metà tra il guascone e il cinico inflessibile, con quel carico di umanità e di verismo prerogativa delle sue prove migliori. Sbruffone, cambia espressione da un momento all'altro colorando la sua performance di sfumature eccellenti. Molto più di un Santamaria al contrario prigioniero di un personaggio costantemente abbacchiato e disilluso, in fondo sempre uguale a se stesso e che si guadagna il ruolo di protagonista giusto in virtù della maggiore presenza sulla scena. Il film è soprattutto la sua storia, che oltre al rapporto (assolutamente centrale, sia chiaro) con il collega di lavoro racconta anche quello con la ragazza del bar (Kodheli) di cui pare vagamente innamorato. Intimamente combattuto per lo squallore di un lavoro che trova disdicevole, Guido non sembra affatto così portato per la riscossione dei crediti: Franco lo incensa, ne canta le lodi, ma quello che escogita nei confronti del debitori contempla un'interpretazione assai basica del mestiere, come la potrebbe svolgere chiunque. E' sempre Giallini a dettare i tempi delle scene, a inserire le pause al momento giusto, mentre la regia di Antonio Morabito pare troppo autocompiaciuta e in più momenti tende a perdersi, a dilungarsi inutilmente spezzando ritmi già non sostenutissimi. Così il film, che sconta una generale carenza di creatività in sceneggiatura (davvero ci si aspettavano più varianti, nei testa a testa coi debitori), ha il suo unico vero scontro clou nell'ultima parte. Non offre insomma molto al di là della bella figura di Giallini, che sconfina talvolta nella commedia all'interno di un film costruito invece sulle coordinate del dramma, riflesso nello sguardo perso e depresso di Santamaria. Buona la fotografia di una Roma lontana dalla cartolina che fa da sfondo a un film vedibile: non entusiasma, è spesso piuttosto velleitario ma lo si segue con discreto gusto.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/05/18 DAL BENEMERITO GALBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 14/03/21
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Jandileida 11/05/18 18:26 - 1558 commenti

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Un po' disomogeneo: se piace l'idea di raccontare l'Italia indurita e incarognita dalla crisi, meno centrata pare la storia che dopo un buon inizio finisce per avvinghiarsi non solo su se stessa ma anche sulla preannunciata e preannunciabile catarsi di Santamaria (che detto tra noi indossa sempre la stessa faccia). Giallini invece è ormai una sicurezza del cinema italiano. Personaggi secondari senza troppo spessore che finiscono per fungere da meri riempitivi. La Netflix all'italiana resta ancora ben lontana dal centrare il filmone.

Galbo 6/05/18 08:21 - 12372 commenti

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Senza lavoro e oppresso dai debiti, Guido inizia a lavorare per una società di recupero crediti insieme al più esperto Franco. Prodotto da Netflix, un film drammatico sulla disperazione dell'Italia contemporanea, una società spesso cinica in cui la debolezza caratteriale è una colpa grave. La sceneggiatura descrive bene i caratteri dei personaggi e il regista conferma l'attitudine a raccontare la contemporaneità, emersa nel suo precedente film. Bravi Giallini e Santamaria.

Capannelle 9/05/18 12:52 - 4394 commenti

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La storia fotografa bene una tendenza che la crisi economica ha generato, dove esasperazione e cinismo possono arrivare a confondersi più di quanto ci si aspetti. Figura chiave e mattatore della prima parte di proiezione è Marco Giallini, capace di incarnare certe degenerazioni con una maschera e una perfidia notevoli. Meno forte la seconda parte, dove il personaggio di Santamaria e alcune situazioni assumono contorni più dubbi e diventano talvolta didascaliche. Regia ordinata che rinuncia ai virtuosismi e lascia spazio ai personaggi.

Daniela 28/05/18 01:58 - 12606 commenti

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Morabito si conferma regista magari incerto ma non banale: pur con gli evidenti limiti di scrittura e definizione dei personaggi (quello del bravo Giallini non è del tutto credibile, quello della barista risulta evanescente), la sua non è la solita operina generazional-ombelicale o la solita commedia riciclata e/o ruffiana, ma tenta di affrontare temi urticanti (in questo caso, l'indebitamento bancario e i metodi di recupero dei crediti) in maniera articolata e senza ricorrere a finali consolatori. Film imperfetto ma stimolante: merce rara nel cinema nostrano odierno.

Rambo90 28/05/18 23:14 - 7661 commenti

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Buon film di Netflix, che sfrutta a fondo la coppia Santamaria/Giallini costruendo per loro personaggi ad hoc, che si muovono in un lavoro poco sfruttato dalla nostra cinematografia e che regala sia momenti ironici che altri amarissimi. Certo i dialoghi a volte sono di seconda mano e le svolte sicuramente prevedibili, ma il ritmo è sostenuto e i due protagonisti danno il meglio di loro, con Giallini in particolare perfettamente a suo agio nello spostarsi dal canagliesco a improvvisi slanci di generosità. Da vedere.

Paulaster 1/06/18 09:53 - 4375 commenti

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Disoccupato oppresso dai debiti lavorerà per il suo creditore. Idea del recupero crediti interessante ma resa piatta da una ripetitività degli eventi (in pratica non va mai storto niente). Scarso scavo psicologico dei protagonisti (Giallini è meglio quando è bieco e Santamaria interpreta il ruolo del solitario con minima crisi di coscienza). Regìa con poche idee e uso (sempre lo stesso) di musica sacra. Finale scialbo con aggancio religioso.
MEMORABILE: La faccia della cameriera quando gli racconta del lavoro che fa.

Rufus68 19/08/18 15:32 - 3819 commenti

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Prima parte godibile con un Giallini-pittima di notevole livello carognesco (Santamaria lo segue a ruota, ma con fatica). Poi lo sviluppo drammaturgico si fa banale e poco credibile (il professore, i travagli buonisti) e affiora una superficialità furbesca in alcune scelte (musica sacra e Cop Shoot Cop? Mah...). Da apprezzare, invece, la confezione del prodotto che rigetta ogni provincialismo cercando di gettare una breve luce sulla società attuale. Uno sforzo incompiuto.

Muttl19741 3/10/18 23:03 - 162 commenti

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Un film sulla miseria umana, materiale e morale, che solleva un quesito: quanto riusciamo a sopportare le più tremende ingiustizie pur di salvarci la pelle? La vittima in poco tempo impara per necessità a diventare carnefice fino a perdere la propria umanità. Rimane una flebile speranza di redenzione, pagata a un prezzo piuttosto alto. Bravo e spietato Giallini, ottimo anche Santamaria: nel suo sguardo poco centrato e nella sua goffa postura risiede lo smarrimento di un'anima che si sta suo malgrado perdendo.

Redeyes 5/11/18 07:46 - 2442 commenti

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Spaccato contemporaneo che evidenzia buoni spunti ma anche un certo pressapochismo nella messa in scena. La prima parte scorre abbastanza bene fra il disagiato Santamaria e il cinico Giallini, ma con lo scorrere dei minuti si annacqua, fin troppo, ogni personaggio. L'assenza di introspezione finisce per rendere superflui e telefonati sia il professore sia la barista, perdendo il mordente iniziale e relegando la storia in un angolo di mediocrità. Più un'occasione sbagliata che un buon film.

Il Dandi 22/08/19 23:56 - 1917 commenti

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Disoccupato con debiti finisce per lavorare per la stessa agenzia di recupero crediti che lo tampina, dove il suo nuovo diabolico mentore lo tenterà offrendogli un nuovo sguardo sul mondo. Spunto interessante, ben condotto da un duo di protagonisti affiatato, che prima di risolversi in un conflitto finale largamente anticipato (comunque non consolatorio) vanta tappe gustose (l'addestramento) e altre superflue (la love story potenziale e abortita). Buona l'ambientazione, in una Roma per lo più anonima e moderna.
MEMORABILE: L'umiliazione della mancia alla cameriera; La prima volta in toga.

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Pinhead80 29/04/20 13:08 - 4715 commenti

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Straziante viaggio nel mondo di chi contrae dei debiti che non riesce poi a estinguere in alcun modo. Viene mostrato nel suo lato più oscuro e terribile il recupero dei crediti, con agenzie che ossessionano i debitori sino a esasperarli e a mortificarli di fronte alla gente e ai propri familiari. Ottimi sia Giallini che Santamaria a interpretare due personaggi diversi tra loro ma in qualche modo complementari. Alcuni momenti sono di una cattiveria inaudita e fanno rabbrividire, se si pensa che spesso e volentieri corrispondono alla realtà.
MEMORABILE: La partita di biliardo "politica".

Zardoz35 21/01/20 16:08 - 290 commenti

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Uno spunto interessante, quello sulle agenzie di recupero crediti, sfruttato solo in parte mediante una trama interessante nella prima metà del film, per poi venire lentamente meno. Giallini si conferma tra i migliori attori sulla piazza, specialmente quando si cimenta in ruoli stile "bastard inside", come in questo caso. Meno bene Santamaria, troppo calato nel ruolo dell'eterno sfigato con espressione facciale fissa da cane bastonato. Troppo marginali e forse evitabili le figure della barista e del professore.
MEMORABILE: Le toghe con la scritta "recupero crediti".

Reeves 10/03/21 13:40 - 2152 commenti

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Bel film nel quale Morabito racconta l'Italia contemporanea attraverso la chiave di lettura dell'usura e di come la stessa modifichi la vita e i rapporti sociali. L'interpretazione di Claudio Santamaria impreziosisce la storia, ma è su Marco Giallini e sulla sua maschera che il film si regge. Qualche incertezza nel finale, ma siamo di fronte a un film civile nella miglior tradizione italiana.

Markus 14/03/21 17:14 - 3680 commenti

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Basare tutto un film sulla professione di recupero crediti in effetti ha una certa originalità, almeno nei termini in cui è posta questa pellicola drammatica ma non troppo. La coppia Giallini/Santamaria, con la sua disincantata e contemporanea romanità, incarna bene il ruolo affibbiatole. La regia, pur discreta, non sorprende: non sa sviluppare la storia su versanti che potevano dar adito a quel tocco in più che l'avrebbe fatta risaltare dalle molte vicende simili ma diverse narrate in questi anni. Buona la fotografia, ma si sconta un'aria da film per la tv.

Straffuori 7/02/23 20:49 - 338 commenti

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Povero diavolo inguaiato dai debiti e senza modo di ripagarli accetta di lavorare come recuperatore per i suoi creditori. Intraprenderà la difficile, abietta e cinica professione del recupero crediti fino a spingersi dove non avrebbe pensato. Un Santamaria sottotono affiancato qui da un Giallini odioso e guascone. Qualche esagerazione di troppo, ma il film mette in luca una triste realtà tutta italiana. Per riflettere.
MEMORABILE: La mancia alla cameriera chiesta indietro; Il ridicolo travestimento; Il finale con l'amico Stuhr.

Puppigallo 8/09/23 08:00 - 5251 commenti

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Una delle maggiori pecche di questa pellicola è l'estrema prevedibilità, in tutti i suoi passaggi, dalla metamorfosi con scimmiottamento del protagonista, al gesto estremo, al "guarda un po' chi sarà uno degli sfortunati clienti dei due aguzzini verbali". Giallini, pur intrappolato in questi ruoli sempre un po' spinti, ha comunque il suo perché. Mentre Santamaria, con la sua eterna espressione da cane bastonato e l'aspetto come da descrizione, da vecchio canotto sgonfio, alla lunga stufa un po'. Si può vedere, ma lascia il segno meno di quello che dovrebbe, visto l'argomento.
MEMORABILE: La figura dell'amico del protagonista, con le sue teorie associate al biliardo; Le tecniche di Giallini: "Non sono persone".
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  • Discussione Kaciaro • 7/05/18 00:31
    Galoppino - 506 interventi
    brutto scontato privo di idee attori sprecati delusione totale....peccato
  • Discussione Galbo • 7/05/18 08:06
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Kaciaro ebbe a dire:
    brutto scontato privo di idee attori sprecati delusione totale....peccato

    Non sono d’accordo, a mio parere è un’efficace rappresentazione dell’Italia contemporanea e i protagonisti sono bravi e credibili. Per me è un film meritevole di visione...
  • Discussione Capannelle • 9/05/18 19:38
    Scrivano - 3473 interventi
    Magari è discontinuo ma non direi proprio brutto nè privo di idee. E Giallini funziona alla grande.
    Ultima modifica: 9/05/18 19:56 da Capannelle