Il regista Carlo Cotti ci parla di "Sposerò Simon Le Bon"

5 Febbraio 2008

Ero già regista di documentari, allora, e sempre tentando la carriera come regista di un lungometraggio da me scritto, ero in Grecia come regista di seconda unità dello Zeffirelli per il film opera Otello, con Domingo e la Ricciarelli.
Mi telefona Cesare Frugoni (lo sceneggiatore) e mi dice che sta lavorando sulla sceneggiatura di Sposerò Simon Le Bon… Stanno cercando un regista perché l’altro incaricato non poteva più farlo.
Ecco come è nata la mia prima regia di un lungometraggio.
L’unica mia richiesta era di poter fare provini su provini per gli attori (infatti sono tutti debuttanti) rifiutando alcune imposizioni.
In quei giorni si sposa veramente Simon le Bon… e il 45enne, copione in mano, senza apparire nei titoli come co-sceneggiatore, inventa un altro film.
La Gurrado autrice del libro (la cui copertina vedete qui a sinistra), bella amicizia, ho voluto inserirla come “attrice” nel film (quando saluta incontrando la falsa “autrice” del libro, con la Barbara Blanc nei negozi alla ricerca di foto dei Duran Duran e quando in gruppo vanno a protestare in Galleria con lo slogan: “Simon Non Sposarti”).
Durante le riprese all’esterno del Liceo Berchet di Milano… lancio di uova.
Una chicca: sono molto amico di Patrizia Carrano, scrittrice sceneggiatrice; fa un piccolo cameo nel film: è la dottoressa che fa la lastra al piede rotto della Blanc a San Remo… e le ragazze tutte con il piede sinistro ingessato (una mia idea come tante altre che non esistevano in sceneggiatura e che mi varranno la candidatura al Nastro d’Argento come miglior regista esordiente… premio poi affibbiato ad un attore regista... scomparso come regista e sempre bravo attore).

Barbara Blanc
? E’ figlia d’arte: sua madre è Erika Blanc e suo padre il regista Gaburro. Scelta perché? Per la freschezza, rimasta intatta a distanza di anni. L’ho imposta anche in una fiction televisiva (Portami la Luna). Ho amato lavorare con la Giuppi Izzo, grande carattere, che ha preferito scegliere la carriera di doppiatrice, peccato. Bravissimi sia Luca Lionello che Gian Marco Tognazzi, con i quali sono sempre in contatto. Di Gipo, il fratellino “alto un metro e una banana” INTERISTA nel FILM ma Juventino nella vita, non ho saputo più niente.
Un grande apporto la fotografia curata da Beppe Maccari, grande direttore di luci, purtroppo non  più con noi. Musiche? Velo pietoso: promesse, scritte in sceneggiatura e mai avute. Pazienza; e i ragazzini alle proiezioni protestavano, giustamente…..
La durata delle riprese? 18 giorni e mezzo... Giorni indimenticabili!


L'INTERVISTA DI STE.R  A CARLO COTTI A PROPOSITO DEL FILM
(alcuni aneddoti sono per forza di cose gli stessi raccontatici già pecedentemente dal regista)


Come arrivasti poi a dirigere il tuo primo film: Sposerò Simon Le Bon?
Stavo facendo la seconda unità de L’Otello di Zeffirelli, mi chiamò la mia agente, Carol Levi, e mi disse: “Facciamo il tuo film”, io pensavo che si riferisse al progetto sul mondo dell’opera, ma lei mi disse: “Facciamo un film che si intitola: Sposerò Simon Le Bon”. Il film all’inizio doveva dirigerlo Francesco Massaro, poi lui lasciò il progetto per un altro film… Era tratto da un romanzo scritto da una ragazzina sedicenne, Clizia Gurrado, che si intitolava appunto Sposerò Simon Le Bon – Confessioni di una sedicenne innamorata persa dei Duran Duran. A questa ragazza feci anche fare una particina nel film… Lei, nella vita, era figlia di un giornalista che collaborò anche alla sceneggiatura.

Ma tu come prendesti questa proposta?
All’inizio chiesi alla Levi: “Ma chi è Simon Le Bon?”. (ride) Ero totalmente fuori dal mondo, non conoscevo i Duran Duran, ero rimasto ai Beatles... Comunque accettai, andai a Roma per conoscere Claudio Bonivento, che era il produttore del film… misi solo una condizione, volevo che al film partecipassero solo attori debuttanti, non volevo professionisti. Le musiche , logicamente dovevano essere dei Duran Duran, tanto è vero che, senza apparire come co sceneggiatore, rimaneggiai il copione pensando agli stacchi da fare con le canzoni che poi…non furono concesse…

Come scegliesti gli attori?
Feci tanti provini… Barbara Blanc, la protagonista, era una ragazza carinissima, figlia dell’attrice Erika Blanc e del regista Bruno Gaburro… lei era al suo primissimo film… Poi c’era la bravissima Juppy Izzo, che mi dispiace si sia dedicata solo al doppiaggio e non abbia continuato come attrice… Per il ruolo che poi fece Luca Lionello volevo prendere Kim Rossi Stuart, ma all’epoca era troppo giovane… Gianmarco Tognazzi lo presi perché venne al provino vestito con Timberland e giubbotto Monclear… lui era veramente un “paninaro”, anche nella vita.

Sposerò Simon Le Bon
è il film manifesto della tendenza “paninara” milanese, nel libro della Gurrado i protagonisti erano dei “paninari”?
Sì, la sceneggiatura rispettava il libro in modo molto fedele… alcune cose poi le inventai io, ad esempio le ragazze con la gamba ingessata all’ospedale di San Remo… oppure ricordo che nella scena in cui la protagonista sogna il suo matrimonio con Le Bon, la costumista portò un abito da sposa classico ma io glielo feci tagliare tutto e feci mettere alla ragazza le scarpe da tennis, perché era il sogno di una ragazzina di 16 anni… Il film fu girato a Roma, a Milano facemmo solo le “esterne”. Mentre giravamo fuori dal liceo “Berchet” ricordo che gli studenti tirarono delle uova marce e colpirono l’aiuto regista Shaila Rubin,  loro non volevano che si girasse nella loro scuola un film che parlava dei Duran Duran

Il film è diventato un indiscusso cult grazie alla programmazione televisiva, ma come andò quando uscì nelle sale?

Male, andò bene solo i primi giorni ma alla fine le ragazzine non lo andarono a vedere perché non c’erano le musiche dei Duran Duran… Io andai in nomination ai Nastri d’argento come miglior regista esordiente, ma poi vinse Enrico Montesano

Sposerò Simon Le Bon è uno dei pochi, se non l’unico film dove i protagonisti guardano in tv Deejay Television…
…E fu la salvezza del film, perché Claudio Cecchetto mi mise a disposizione tutte le immagini di repertorio che riguardavano i Duran Duran

Ma la produzione non mandò nessuno a San Remo, quando vennero ospiti i Duran Duran, per girare delle immagini di repertorio?
No, perché non c’erano soldi… il film è costato pochissimo e fu realizzato in 16 giorni… Pensa che non fu fatta nessuna promozione, andai solo ad una trasmissione domenicale di Maurizio Costanzo insieme a Barbara e a Superclassifica show.

IL RESTO DELLA BELLA INTERVISTA DI STE.R A CARLO COTTI E' PRESENTE QUI.
 

ARTICOLO INSERITO DAI BENEMERITI ZENDER e STE.R Il 5/2/08 e 12/5/08

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