Nowhere - Film (2023)

Survival-movie spagnolo che colpisce nel segno, a partire dall'incipit durissimo fino ad arrivare al clou, ambientato dentro a un container sperduto in mezzo al mare, nel quale una donna incinta lotta per sopravvivere. Un inno alla speranza e alla forza d'animo, specialmente femminile, in un lavoro che segue i dettami del genere ma che riesce ad offrire soluzioni intriganti e claustrofobiche. Ben girato e fotografato, con un'interprete intensa, sconta qualche inevitabile inverosimiglianza ma come intrattenimento è superlativo, a tratti anche emozionante e crudo quanto basta.

Non fatevi ingannare dal nutrito cast: il film appartiene alla categoria dei survival movie monopersonaggio e monolocation. Prodotti in cui puoi risparmiare sui costi di produzione ma non sulla qualità di scrittura e di direzione degli attori, se vuoi mantenere un certo livello. E Pintò riesce a farlo, pagando qualcosa nella verosimiglianza (quelle lamiere un po' leggerine...) o allungando il brodo (la visione da bambina), ma questo visto il genere ci può stare. Ci sono sufficienti tensione, capacità di ripresa e una protagonista capace di reggere le danze.

Comincia in modo duro e drammatico questo survival che vede una giovane donna incinta lottare per la sopravvivenza rinchiusa in un container in balia delle onde, ma nel prosieguo prende una via tra l'inverosimile e il facile sentimentalismo legato alla maternità come forza ulteriore di salvezza. Al netto della buona fotografia e della discreta interpretazione, troppe cose appaiono accomodate giusto per andare avanti in un gioco alla Crusoe molto ottimistico, con un finale ovvio per il tipo di plot. Troppo patinato data l'angusta e pericolante location, un discreto intrattenimento.

Survival movie in solitaria che, tolto forse il distopico e brutale incipit, finisce per appassionare poco. Tra cellulari che hanno miracolosamente campo in mezzo all'oceano mare, container di carta velina e molteplici piagnistei famigliari, sembra quasi di assistere a una rivisitazione del genere "sopravvivenza" in chiave Instagram contro realtà. Tutto appare infatti programmato per suscitare determinate emozioni nella vasta platea di spettatori Netlfix, non volendo però sporcarsi le mani. La Castillo regge bene ma il film, nonostante una buona regia, fa abbastanza acqua.

In una realtà distopica (collocabile nel presente) la siccità e la carestia in Spagna portano a una sanguinaria dittatura. Sì fugge dunque, clandestinamente, dentro dei container. Ed è proprio all'inerno di uno di questi che si svolge quasi l'intero film, con una regia dai tempi serrati e una protagonista davvero brava a rendere credibili anche le situazioni più improbabili. All'inferno open water si aggiunga pure che la Castillo si ritrova a dover gestire una gravidanza che aggiunge drammaticità ma anche una spinta sovrumana verso la sopravvivenza. Ottimo intrattenimento.

Separata dal marito e in fuga da un regime autoritario, una donna incinta si ritrova da sola, in mezzo al mare, su un container caduto da una nave. Se alcuni snodi della trama appaiono piuttosto improbabili, bisogna dire che come "survival movie" il film è originale e funziona nel trasmettere allo spettatore il senso di angoscia che pervade la protagonista. L'impianto tecnico è curato, così come lo sono la fotografia e l'ambientazione, sia pure abbastanza semplice. Brava l'attrice protagonista.