Grisbì - Film (1954)

Grisbì
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Titolo originale: Touchez pas au grisbi
Anno: 1954
Genere: gangster/noir (bianco e nero)
Note: Considerato uno dei più grandi film francesi di sempre.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/01/09 DAL BENEMERITO MATALO!
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Matalo! 7/01/09 16:39 - 1378 commenti

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Amato da Truffaut e da una generazione e passa di amanti del cinema, dai cinefili ai popolari, Grisbi è il noir francese per eccellenza e Jean Gabin l'assoluto mattatore. Storia di un gangster che vuole ritirarsi con un malloppo (grisbi appunto) in lingotti ma che viene involontariamente tradito dal suo migliore amico. Storia di mala, di amicizia virile, di destino, tabarin e ballerine narrata con asciuttezza e senso del cinema come pochissime altre dal grande autore di Il buco e Casco d'oro. Un capolavoro, una leggenda.

Cotola 3/02/10 23:12 - 9055 commenti

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Pietra miliare del cinema noir, ne declina magistralmente alcuni temi e situazioni che diventeranno tipiche del genere: la rapina, l'amicizia, il tradimento. Oltre alla storia che è bella e avvincente, quel che conta sono le atmosfere ed i personaggi che concorrono a creare un clima ricco di coinvolgimento ed emozione che dura fino alla fine della pellicola. Il cast è magnifico ma Gabin è semplicemente divino. Leggendario ed imperdibile per amanti del genere e non.

Graf 19/12/11 15:22 - 708 commenti

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Tanto di cappello a Beker! Questo film è “abitato” da malviventi rudi, stoici e “antichi”, pervasi dal senso “dell’onore” e ricchi di coraggio, sempre inappuntabili e ben vestiti, che si muovono con “lentezza”, in un clima rarefatto, all’interno di una Parigi torbida e fumosa filmata quasi sempre di notte. In questo film conta il gesto studiato non l’intreccio, contano lo sguardo profondo, l’azione centellinata e assaporata in mille atti secondari; in questo film di assoluto rigore contano le innumerevoli sigarette fumate e gli schiaffi dati. Eccelso.
MEMORABILE: Gabin e l'esordiente Lino Ventura forniscono due interpretazioni memorabili; La famosa colonna sonora ha un'eccezionale potenza timbrica e poetica.

Saintgifts 12/02/12 10:46 - 4098 commenti

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Il film non ha bisogno di un mio ulteriore commento per suffragare la sua qualità, è da sempre un cult. Mi soffermo invece sulla figura di Max-Gabin o Gabin-Max (non cambia, sono un tutt'uno), malavitoso molto speciale, elegante, raffinato, STIMATO, amato dalle donne, alle quali si concede con garbo ma mai si dà, rispettoso di se stesso e degli altri, amico fidato, duro senza mezzi termini, ma anche dolce senza mezzi termini, profondo conoscitore della vita, vien da pensare, una persona molto migliore di tante persone cosidette oneste.
MEMORABILE: La scena degli schiaffi; Max obbliga l'amico a guardarsi allo specchio.

Pigro 8/06/13 09:51 - 9673 commenti

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Opera seminale del noir francese: un pezzo di storia del cinema per come ha saputo definire la grammatica del genere, anche se visto oggi conserva sacche narrative che lo ancorano alla sua epoca. Ottima invece la capacità di creare e mantenere un’atmosfera mitizzante dove l’azione si miscela a una sorta di languido esistenzialismo, grazie a un b/n gravido di ombre e luci, a una musica insinuante e a un sornione e pensoso Gabin, anziano gangster che tiene a denti stretti il suo malloppo-pensione. Notevole l’altalenante sparatoria finale.

Daniela 26/07/13 18:31 - 12672 commenti

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Due amici di vecchia data hanno messo a segno un grosso colpo che dovrebbe consentire loro di chiudere in bellezza la propria carriera criminale e ritirarsi, ma l'oro fa gola anche ad un gangster più giovane e senza scrupoli... Elegia malinconica dell'amicizia virile, titolo imprescindibile del noir francese, diretto da B. con la consueta asciuttezza. Jean Gabin non ha neppure bisogno di recitare, gli basta essere Jean Gabin, come scrisse di lui il poeta Jacques Prévert. Film d'esordio per Ventura, costituisce anche un ideale passaggio di consegne fra questi due campioni del cinema transalpino
MEMORABILE: Sulla porta della stanza, il saluto di Gabin all'amico sdraiato sul letto, con la promessa di tornare a trovarlo più tardi

Caesars 4/05/16 09:05 - 3794 commenti

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Becker dirige un noir asciutto che farà scuola, anche se visto al giorno d'oggi appare molto datato. Inutile dire che la parte del leone la fa Gabin, al quale basta stare in scena per catalizzare su di sé l'attenzione, ma anche il cast secondario fa la sua buona figura (Ventura fa il suo esordio su grande schermo). La storia di amicizia malavitosa è interessante, anche se ha qualche momento di stanca. Buona la fotografia in bianco e nero.

Rufus68 6/09/16 23:03 - 3845 commenti

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Essenziale è la parola inevitabile per definire questo capolavoro. La storia conta poco, così come i dialoghi. Ciò che stupisce è la costruzione dei personaggi, ottenuta con particolari minimi: uno sguardo, un'alzata di spalle, uno sbuffo, l'impugnare la cornetta del telefono, atti che sanciscono una malìa lenta e irresistibile. Un film che potrebbe andare avanti per mille anni. E su tutto, oltre il grisbi, v'è il tema della lealtà e dell'amicizia, da perseguire oltre il proprio interesse, anche quando si avverte il declino. Gabin grandioso.

Nicola81 15/11/16 15:50 - 2862 commenti

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Da un romanzo di Albert Simonin, un vero e proprio capostipite del moderno noir francese, ovviamente superato dai prodotti successivi. Più della storia (in fondo abbastanza consueta) contano l'atmosfera, i personaggi e la contrapposizione (che si inserisce in una malinconica riflessione sull'amicizia e sul tempo che passa) tra la vecchia malavita legata ai suoi codici d'onore e quella emergente molto più aggressiva. Gabin è perfetto nei panni del gangster romantico all'occorrenza spietato, ma anche l'esordio di Ventura è da ricordare.

Jdelarge 17/12/16 02:32 - 1000 commenti

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Grandissimo noir diretto da Becker. Tutto è ben misurato e realizzato con grande stile; così, se da un lato prevalgono le tematiche dell'amicizia, che è più importante di otto lingotti d'oro (aspetto per niente scontato in un film noir), della vecchiaia che incombe e del problematico rapporto tra uomini e donne che rappresenta comunque il motore della vita e della vicenda stessa, dall'altro i topoi del genere vengono rispettati e valorizzati da un'ottima regia. Il lavoro sulla psicologia dei personaggi è superbo e la prova di Gabin immensa.

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Tarabas 13/04/17 00:03 - 1878 commenti

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"Nell'ambiente della mala" recita il cartello all'inizio. Nel milieu Max si muove come un re, rispettato da tutti, ma è pronto a uscire dal giro. Ma quando Riton, l'amico di una vita, si mette nei guai, corre ad aiutarlo. Elegia di un'amicizia criminale, con uno stile (anche nel delinquere) inimitabile e al cui fascino non si può resistere. Gabin è perfetto, come tutto il film. Il polar classico al suo massimo assoluto, atmosfere notturne, vecchi codici, nuove regole, bambole infide, compagni fedeli, tabarin, bistrò. Ogni volta che lo guardo, migliora.

Keyser3 17/04/20 22:46 - 444 commenti

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Opera senz'altro importante, che getta le basi del polar francese, ma l'impressione è che Gabin (Coppa Volpi a Venezia quell'anno) sia più grande del film. Lui che trasuda classe da ogni poro, perennemente nel suo gessato, un gangster attempato e disincantato al quale tocca di mettere le pezze, suo malgrado, agli scivoloni del maldestro Riton, in nome dell'amicizia che è il vero tema portante della vicenda. Buon battesimo per Lino Ventura, insolitamente doppiato da Romano; musiche eleganti di Wiener.
MEMORABILE: "Max, cosa faresti al mio posto?" "E come faccio a saperlo, non mi ci troverò mai al tuo posto, babbeo".

Jandileida 20/11/20 22:47 - 1567 commenti

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Un gioiello fatto tutto di atmosfere, di gesti piccoli, di attese, di fumo di sigarette e di uscite laterali che magari ci mette un po' ad ingranare ma che quando lo fa catapulta lo spettatore in un mondo che, come ebbe a dire Truffaut, è "sulla cinquantina", ovvero un po' malinconico ma ancora vigorosamente attaccato al valore dell'amicizia nata ai tempi della fame. Gabin ormai regnava sul genere come un monarca buono e sornione a cui bastava muovere un sopracciglio per riempire una scena. Meno tagliente e virulento rispetto a produzioni successive ma davvero immancabile. Chapeau.

Il Dandi 27/11/20 00:48 - 1917 commenti

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Già a partire dal fortunato titolo (uno dei primi a sdoganare il gergo malavitoso nel lessico comune) si tratta probabilmente del film più seminale di tutto il noir che sarebbe venuto dopo (Melville, Di Leo) di cui declina temi universali (perfino il rottamatore Truffaut lo definirà "un film sull'amicizia"). Ma nella sua influenza sta anche il suo limite, proprio perché l'archetipo è stato troppo imitato per essere goduto appieno nella sua forma primigenia. Esordio assoluto di Ventura e un Gabin all'apice, in transizione fra i suoi tormentati ruoli giovanili e quelli duri da vecchio.
MEMORABILE: Jeanne Moreau pippa cocaina in macchina: scena impensabile per il 1954 (e infatti tagliata nella versione italiana).

Giufox 11/05/21 11:12 - 324 commenti

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Polar senza poliziotti, altare di una "mala" che vive di codici ben sedimentati e sa autogestirsi nel suo essere pervasa da senso dell'onore (romanzando). Monumento a Gabin e soci, sa condensare in due ore tutta l'essenza del cinema anni '50: jazz, tagli di luce, figure femminile ambigue e spirito di vendetta a muovere l'intreccio. Un calibrato e sobrio canto sulla fragilità umana, che intinge il proprio universo in un cupo senso del declino, riempiendolo di azione, fratellanza e dettagli triviali - e una mitragliatrice ha lo stesso peso di un lingotto o di uno spazzolino da denti.
MEMORABILE: La sparatoria; Il "salvadanaio"; La toilette di Max e Ritojn prima di coricarsi; Gli schiaffi di Gabin.

Myvincent 19/06/21 07:37 - 3744 commenti

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Un carico di lingotti d'oro potrebbe far andare in pensione due malavitosi oramai al tramonto, ma la nuova generazione che avanza vuole metterci le mani sopra. Parigi non è stata mai descritta così unicamente losca e spietata, rischiarata appena dagli intenti da gentleman di un boss che tiene molto all'amicizia. A volte un po' esasperatamente buonista, il film si regge soprattutto sulle espressioni sempre ingrugnite di Jean Gabin, a cui fa da contraltare un Lino Ventura smaliziato. Tanto bello quanto gelido.

Paulaster 15/11/21 10:11 - 4427 commenti

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Il luogo del bottino frutto di un furto viene spifferato a una banda di antagonisti. Il clima crepuscolare raffronta il passaggio dai vecchi ai nuovi sistemi e sottolinea come anche in ambito criminale l’amicizia non venga svenduta. Gabin impersona un ruolo passato alla storia: miscela precisamente lo charme dell’uomo navigato e i modi spicci del capo. La sceneggiatura viene sviluppata linearmente ed è senza sbavature. Naturalmente i balletti sono datati, ma non è una colpa. Piccolo neo nel trasporto disinvolto dei lingotti per strada.
MEMORABILE: L’ambulanza che segue il taxi; L’ombra di Gabin sulla Moreau; La bomba a mano sulla macchina.

Gottardi 17/02/22 10:14 - 396 commenti

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Due banditi hanno nascosto un malloppo (grisbì) in lingotti d’oro ma il più debole dei due spiffera alla sua bella che lo tradisce con un altro gangster che vuole metterci sopra le mani. Esemplare noir che privilegia ora i dialoghi ora l’azione pura, specie nel finale. Gabin dà vita a un personaggio memorabile per umanità e stile pur nella sua rudezza, e tutta la storia è permeata di un senso di alterità rispetto alla vita comune, il che imprime un senso epico. Ritmato per immagini ficcanti e per dialoghi secchi, regia e fotografia (in b/n) sapientemente taglienti.
MEMORABILE: Lo scambio tra il grisbì e l’ostaggio.
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  • Homevideo Digital • 30/10/11 18:44
    Portaborse - 4008 interventi
    Dvd della General Video disponibile dal 14/12/2011!.

    Dati Tecnici :

    Audio : Italiano, Francese Dolby Digital 2.0 Mono
    Rapporto Schermo : 1.33:1
    Ultima modifica: 13/08/18 08:12 da Zender
  • Homevideo Xabaras • 12/08/18 18:40
    Galoppino - 63 interventi
    Da quest'anno disponibile in dvd della CG.
    Ultima modifica: 12/08/18 18:40 da Xabaras