La settima vittima - Film (1943)

La settima vittima
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Seventh Victim
Anno: 1943
Genere: giallo (bianco e nero)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Decurtato di venti minuti perché il produttore Val Lewton s'impuntò nel volerlo affidare all'esordiente Mark Robson accettando di conseguenza che il film venisse inserito in una categoria di budget inferiore, il film perde per strada inevitabilmente parte della sua chiarezza rischiando di apparire fin troppo raffazzonato, data anche la complessità della trama. La storia comincia dal momento in cui la giovane Mary Gibson (Hunter) viene avvertita, nel collegio dove risiede, che la sorella Jacqueline (Brooks), unica sua parente in vita, da sei mesi non paga più la retta per lei. Preoccupata, Mary parte alla volta di Manhattan per capire che fine abbia fatto, ma capisce presto che dietro a quell'assenza...Leggi tutto si cela qualcosa di losco. L'azienda di cosmetici di cui era proprietaria Jacqueline è stata venduta e nessuno pare sapere dove la donna sia. Solo dopo qualche indagine si fa avanti un medico in pensione (Conway) che dice di averne notizie e in effetti, pur se per pochi istanti, la misteriosa Jacqueline ricompare alla sorella dietro una porta per poi svanire nuovamente. Cosa sta succedendo? Lo si scoprirà lentamente, alzando il sipario su una lugubre setta di cui sembra che la donna facesse parte. Nel frattempo un investigatore privato che qualcosa aveva scoperto muore e il marito di Jacqueline affianca Mary (che ignorava di avere un cognato) nel tentativo di svelare i tanti interrogativi. Il film comincia bene, incuriosisce grazie alle sue sfumature thriller che recano inconfondibilmente la mano di Lewton (probabilmente meno dietro le quinte del previsto), imposta bene la storia nonostante la non esaltante performance dell'esordiente Kim Hunter (diventerà celebre interpretando Zira nella saga del PIANETA DELLE SCIMMIE) e la prima parte si svolge correttamente sviluppando una trama da giallo classico strutturata con accuratezza. Nel prosieguo però, con l'entrata in scena della sorella dispersa, si avvertono le forzature del soggetto, che troppo vuol nascondere complicando artificosamente le ricerche ed evidenziando nel contempo la debolezza degli elementi di contorno (a cominciare dal poeta fallito), concausa di un sensibile calo d'interesse. A tratti si coglie fortemente nel segno (l'ombra che minaccia la protagonista da dietro la tenda della doccia ha visibilmente influenzato Hitchcock nella creazione del più celebre omicidio nella storia del cinema), altre volte si intuiscono ottimi spunti (l'inseguimento notturno finale) la cui realizzazione non pare però all'altezza. La carne al fuoco è tanta (si pensi all'idea della stanza d'albergo dove diene ritrovata solo una sedia con un cappio appeso sprao), ma tra tagli della produzione e personaggi scarsamente incisivi l'impressione è quella delle buone intenzioni affogate da una regia inadeguata alle ambizioni del progetto, che si chiude peraltro con un finale affrettatissimo incapace di sfruttare la forza degl intendimenti primari. Poteva essere un thriller innovativo e cardine nella storia del genere; lo è solo parzialmente, scontando una piattezza narrativa aggravata da una fumosità penalizzante.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/11/08 DAL BENEMERITO MASCHERATO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 27/08/17
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Mascherato 6/11/08 12:16 - 583 commenti

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Robson, al suo esordio sotto l'egida di Val Lewton, fa le prove per Bedlam, Il vampiro dell'isola e Ghostship, noir/horror che caratterizzarono la prima parte della sua carriera. Qualche buona idea (la scena della doccia e l'inseguimento notturno di cui è vittima Jacqueline Gibson) ed un epilogo senza speranza (un bel pugno nello stomaco per gli spettatori dell'epoca) non risollevano comunque il film che resta tedioso (il ritmo latita) ed improbabile come gran parte dei suoi personaggi.

Undying 4/09/09 07:17 - 3807 commenti

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Alla ricerca della sorella scomparsa a New York, la protagonista s'imbatte nella misteriosa setta dei Palladisti, sorta di buonisti adoratori del Maligno, portati a uccidere solo se costretti. Lewton (produttore/sceneggiatore di ottimi film d'atmosfera; tra i migliori, Il bacio della pantera) e Robson portano in evidenza un culto satanico compiuto non più di nascosto e in maniera occulta: al contrario nella quotidianità e alla luce del sole. Il film è un piccolo saggio di bravura per come decompone e demolisce i luoghi comuni cui certo cinema di genere aderisce, spesso senza inventiva.

Il Gobbo 7/11/10 22:39 - 3015 commenti

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La banalità del Male? Lewton col fido Robson confeziona un noir tentato dall'horror secondo la ricetta che caratterizzerà il suo aureo periodo RKO (le cose più paurose sono quelle che non si vedono), di buon effetto grazie ai giochi d'ombra del grande Musuraca e senza happy end. Il tono sembra a tratti dimesso, ma è quello giusto per una storia che vede tutti perdenti, il che dà al film una certa arditezza. Da rivalutare.

Homesick 30/04/11 10:33 - 5737 commenti

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Non eguaglia la carica visionaria e le atmosfere inquietanti de Il bacio della pantera, ma con il capolavoro di Tourneur e gli altri classici RKO prodotti da Val Lewton condivide la distintiva capacità di evocare il mistero e l’orrore facendoli lievitare dalla realtà quotidiana attraverso l’utilizzo di ombre, allusioni ed ellissi. L’intreccio conta molte trovate che faranno strada nella storia del cinema thrilling: la congrega satanica pre-Rosemary’s baby, le minacce dietro la doccia e in metropolitana, l’inseguimento notturno e lo sconvolgente finale.
MEMORABILE: La porta si chiude e poi… il rumore di una sedia che viene scalciata.

Luchi78 29/08/11 13:53 - 1521 commenti

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Scarno nella durata ma essenziale, quest'opera di Robson ha la dote di non sembrare affatto un film datato, ma anzi, denota una notevole attualità andando a richiamare satanismo, complotti di assassinio e la bellezza senza tempo di Jean Brooks. Precursore del genere noir-horror, unica pecca il richiamo patetico ai principi del bene sul male citando tratti del Padre Nostro, tanto per ricordarci che siamo in America e non bisogna tirare troppo la corda...

Saintgifts 11/11/11 23:08 - 4098 commenti

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Notevole per la fotografia e le atmosfere di mistero e per alcune scene che se estrapolate e inserite in un trailer sarebbero un ottimo richiamo pubblicitario per un film. In realtà la sceneggiatura è frammentata e a tratti veramente poco credibile, gli attori sono piuttosto ingessati (fanno eccezione Kim Hunter e Jean Brooks) e privi di espressioni emotive adeguate al contesto. Notevole la costruzione del finale. Un sacco di idee che se realizzate diversamente (magari con una diversa regia) avrebbero dato vita ad un ottimo film.

Enzus79 19/09/12 10:44 - 2903 commenti

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Un giallo con belle atmosfere che si avvicinano al cupo. La suspence forse latita e non siamo ai livelli de Il bacio della pantera, ma la storia diventa interessante sempre più col passare dei minuti. Jean Brooks è ottima nel ruolo di dark lady. Produttori come Val Lewton non ce ne sono più...

Myvincent 20/09/13 22:39 - 3744 commenti

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Fatata e singolare come pochi, la narrazione procede lentamente e ipnotica verso una dimensione terrificante dove s'intromette anche l'elemento demoniaco, che spinge una delle protagoniste verso gesti inconsulti. Ma, oltre a un vero horror d'epoca, è anche un viaggio dentro le contorti componenti della mente umana che la fragilità umana può rendere ancora più labili.

Rambo90 5/02/15 01:37 - 7703 commenti

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Giallo a tinte dark che crea un'ottima atmosfera, regalando alcune scene davvero inquietanti e ben fotografate (con uso dei chiaroscuri davvero azzeccato). La prima parte è quella più misteriosa, nonchè la migliore, dove l'intreccio riesce a essere coinvolgente e complicato allo stesso tempo. Dall'entrata in scena della setta in poi la storia si fa più melodrammatica, perdendo in fascino ma restando su buoni livelli. Da vedere.

Faggi 21/10/15 10:58 - 1549 commenti

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Imperdibile film fatto tutto di atmosfere ed espressivo uso del bianco e nero. Vera chicca per gli esegeti dei generi, considerando il melange tra giallo, noir e horror. Da vedere e rivedere per apprezzare e capire come si può fare molto con poco. Evocare e suggerire sono infatti le parole chiave di questo prodotto per palati fini e per tutti i seguaci delle produzioni del mago Val Lewton. La categoria estetica del "less is more" trova qui un esempio compiuto. Da collezione e da sogno lucido...

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Metakosmos 4/12/15 23:08 - 300 commenti

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Noir-horror di immensa importanza dall'atmosfera cupa plasmata dall'ottima fotografia e dai giochi d'ombra, oltreché per le profonde introspezioni psicologiche. Di altrettanto valore è il personaggio dell'affascinante Jacqueline, la vera protagonista del film, che ruba la scena a tutti grazie al suo aspetto affascinante e all'immagine di eroina dark e tragica. Trattando coraggiosamente temi come il satanismo, il suicidio e il lesbismo il film si pone come un'opera maledetta nella Hollywood dell'epoca, un grande esempio di cinema alternativo.
MEMORABILE: L'agghiacciante finale, che getta una luce diversa su tutto ciò che si è visto precedentemente.

Rufus68 3/01/17 22:20 - 3845 commenti

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Ancora un gioiellino della scuderia Lewton (nonostante patisca qualche prosaica lungaggine nella parte centrale). Non importa chi sia il regista: l'impronta stilistica è unica. Si lavora sulla sottrazione e l'ellissi, suggerendo ciò che non viene mai mostrato; allo spettatore l'onere e il brivido di completare il non detto. Raffinato anche il tessuto della sceneggiatura, intarsiato com'è di citazioni (Donne, Wendell Holmes, Dante, francese, latino). Delicato e quasi subliminale l'uso della musica. Figurativamente indimenticabile la Brooks.
MEMORABILE: La sedia e il cappio nella camera deserta.

Fedeerra 21/10/17 05:55 - 770 commenti

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Al di là del fosco racconto satanico La settima Vittima ha la straordinaria capacità di suscitare nello spettatore sentimenti angoscianti di identificazione. Il regista ha lasciato infatti che fosse la nitida voce della sua "inerme" protagonista, qui una sorta di poetessa moritura, a evocare la fine (e l'inizio) della sua opera: "Io corro alla morte... e la morte mi incontra veloce... e tutti i miei piaceri sono svaniti". Una girandola di generi a contrasto, un intrecciarsi di reale e soprannaturale, un clamoroso capolavoro.

Daniela 6/11/17 01:38 - 12673 commenti

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Una collegiale va alla ricerca della sorella maggiore misteriosamente scomparsa nella grande città... Giallo gotico che esteticamente richiama gli horror low-cost di Jacques Tourneur, apprezzabile per la capacità di imbastire un racconto che, senza mostrare alcuna violenza (le morti sono tenute fuori campo), tiene desto l'interesse con una sensazione costante di minaccia incombente. Confezione elegante con alcune sequenze memorabili, in particolare quella con Hunter sotto la doccia minacciata da una donna di cui intravediamo solo la sagoma. Nel cast spicca il volto "egizio" di Jean Brooks.

Anthonyvm 2/12/21 02:09 - 5708 commenti

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Fascinoso noir saturo del clima rarefatto del cinema di Lewton: bastano luci, ombre e circostanze per materializzare gli scorci di un incubo senza di fatto mostrare alcunché. Inevitabilmente invecchiato sotto molti aspetti (la lentezza della narrazione, il romanticismo old-style, l'edificante ramanzina cristiana) ma straordinariamente maturo su altri versanti (l'oppressivo pessimismo di fondo, il subtext saffico, l'ansia paranoico-allucinatoria in veste satanista che precede Rosemary's baby). Un classico necessario per completezza cinefila quanto apprezzabile per mero gaudio visivo.
MEMORABILE: I raduni tenebrosi dei palladisti; La scena della doccia che anticipa figurativamente Psyco; L'incontro con la vicina e lo spiazzante finale negativo.

Nicola81 5/03/23 20:53 - 2862 commenti

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Prodotto dallo specialista Val Lewton, un piccolo classico del thriller che però, dopo gli ottimi venti minuti inziali, accusa sempre più falle logiche (probabilmente imputabili alla censura) e ingenuità (la disquisizione bene/male è da lezione di catechismo). Resta comunque una valida dimostrazione di come si potesse infondere tensione solamente con le allusioni e i chiaroscuri della fotografia, nonché un’imprescindibile fonte di ispirazione per tanto cinema di genere dei decenni successivi. Esordio sia per il regista Robson che per la giovanissima Kim Hunter.
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  • Homevideo Patrick78 • 21/04/10 15:30
    Magazziniere - 545 interventi
    Disponibile in DVD dal 29/06/2010 etichetta SINISTER FILM.
  • Curiosità Rufus68 • 3/01/17 22:28
    Contatti col mondo - 220 interventi
    La poesia recitata quando la Hunter scende le scale del collegio per partire verso New York è di Oliver Wendell Holmes, "The chambered Nautilus" (la strofa finale).

    "Build thee more stately mansions, o my soul,
    as the swift seasons roll!
    leave thy low-vaulted past!
    Let each new temple, nobler than the last,
    shut thee from heaven with a dome more vast,
    till thou at length art free,
    leaving thine outgrown shell by life’s unresting sea!"

    "Costruisciti degli ancor più maestosi palazzi, o anima mia
    mentre le veloci stagioni volano via
    e lascia il soffocante passato
    Fa' che ogni nuovo tempio più nobile del precedente
    ti separi dal Cielo con una volta sempre più ampia ..."
  • Curiosità Daniela • 6/11/17 01:49
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Il film segna un doppio esordio: del regista Mark Robson e dell'ancora acerba Kim Hunter, futuro premio Oscar come migliore attrice non protagonista per Un tram che si chiama desiderio di Elia Kazan, cara agli appassionati di fantascienza come Zira nella saga del Pianeta delle Scimmie.