Discussioni su Viaggio nell'incubo - Film (2021)

DISCUSSIONE GENERALE

5 post
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  • Schramm • 14/12/21 19:48
    Scrivano - 7718 interventi
    credo - herr concorderà - che l'ordine attuale del cast  (che in questo caso imdb traccia in ordine di apparizione e non di importanza) vada stravolto almeno in merito allo strepitoso daniel gillies, che lungi dall'essere un personaggio laterale domina praticamente tutto il film, rendendolo terrifico anche durante le pause.

    sarei dunque per ricollocarlo primo o secondo nel cast.
  • Herrkinski • 14/12/21 21:20
    Consigliere avanzato - 2649 interventi
    Ora ho un po' di difficoltà ad associare i nomi ai ruoli, era il leader dei rapitori, no? Ci potrebbe stare alzarlo, anche se comunque per me verrebbe dopo i protagonisti principali che erano moglie e marito, quindi non è che cambierebbe molto.
    Riguardo ai posizionamenti dei cast, a volte dipende dal sistema automatico d'inserimento, ma lo stesso IMDB sui film molto recenti spesso ha i cast sballati. Quando riesco li sistemo, nei limiti del possibile. In questo caso non sarebbe del tutto scorretto perchè sono in ordine d'apparizione, però mi rimetto a Zender.
  • Zender • 15/12/21 07:41
    Capo scrivano - 48273 interventi
    Limitiamoci a spostare come terzo Gillies.
  • Schramm • 15/12/21 11:15
    Scrivano - 7718 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Limitiamoci a spostare come terzo Gillies.
    è cosa buona e giusta. Io lo metterei anche secondo dato che Mandrake è a conti fatti il protagonista-antagonista che occupa tutto il film mentre SPOILERISSMO i figli vengono seccati entro i primi 5' e la moglie sparisce a metà metraggio. a livello di importanza narrativa sarebbe stato come tenere arno frisch tra gli ultimi in funny games, per capirci :)
    Ultima modifica: 15/12/21 11:20 da Schramm
  • Buiomega71 • 20/07/24 10:52
    Consigliere - 26461 interventi
    Inizio suggestivo dalle reminiscenze lanthimosniane  (la Mercedes ferma sul ciglio della strada, con la portiera aperta, nel silenzio spezzato dal vento), un'esecuzione inaspettata tanto fulminea quanto brutale (i due figlioletti, in realtà nemmeno simpaticcismi, sparati a bruciapelo).

    Poi tutto si muta in un viaggio nottuno on the road, dove i cani arrabbiati baviani si incrociano con un'Ore disperate su quattro ruote, tenendo bene a mente Le strade della paura di Eric Red.

    Il tempo si dilata esponenzialmente e la noia comincia a farsi sentire, il villain Mandrake che filosofeggia fino a diventare fastidioso, una  scia di sangue nel viaggio verso la notte (il benzinaio massacrato a colpi di estintore, rigorosamente off screen, i ragazzi all'autodromo che giocano alle Macchine che distrussero Parigi falcidiati a fucilate, la moglie, di origini mahori, che si getta dall'auto in corsa per buttarsi nel fiume) e un finale (nel correzionale alla Magdalene) tanto scontato quanto prevedibile.

    Ashcroft impacchetta il tutto con una regia autoriale, come se non volesse sporcarsi le mani con l'exploitation, che stride con l'intelaiatura "selvaggia" da revenge/movie sui generis, tra riferimenti colti (la pittura nei bellissimi paesaggi rurali neozeandesi, e la letteratura come la citazione al Frankenstein di Mary Shelley) e un pò di spocchia nei tanti, troppi, dialoghi

    Insomma, tiro il sasso e nascondo la mano, dove lo schema dell'home invasion (su strada) viene vanificato dalla monotoia della situazione (con i riferimenti ad un passato fatto di abusi minorili, che più del brutto Sleepers mi faceva tornare alla mente la canzone Casa bianca di Marisa Sannia ) e da una vendetta tirata spasmodicamente per le lunghe, che, alla fine, smorza l'interesse e arriva in zona "resa dei conti" simil western nel solito edificio abbandonato.

    Così va a farsi benedire anche l'apprensione per il destino dei protagonisti, che alla fine della notte non producono più nessuna empatia e trionfa la convenzionalità e quell'autorialità "fighetta" da sociologismo spicciolo che mal si amalgama con questo genere di pellicole.

    Lodevole la fotografia notturna di Matt Henley, minimale la colonna sonora, e meravigliosi gli scorci "herzoghiani" delle location naturali, ma tutto ciò non basta a risollevare questo forzato "invito al viaggio", che manca totalmente di visceralità, dall'inedia e dai colpi di sonno.

    Ringraziamenti a Peter Jackson e alla moglie Fran Walsh sui titoli di coda.

    Doppiaggio italiano parecchio discutibile.
    Ultima modifica: 20/07/24 13:58 da Buiomega71