Buiomega71 • 10/08/24 10:05
Consigliere - 27174 interventi Rassegna estiva:
Postatomica-L'estate italiana del dopobomba Martino si prende una pausa dalle commedie (dopo l'exploit di
2019) e torna al cinema action a lui congeniale.
Incipit quasi documentaristico dove Martino pare ritornare agli
esordi, una robusta regia all'americana che maschera bene i limiti di budget (auto della polizia in fila
spielberghiana, i deserti dell'Arizona, sfaciacarrozze, Canyon, truzzi camionisti alla
Convoy), non rinuncia a tiri mancini (le esecuzioni a tradimento, il crudele scherzo giocato a Paco con il falso salvataggio dei bambini intrappolati nell'automobile, per poi essere trascinato nel deserto in puro stile
Thunder) e realizza almeno un momento cultissimo con la lotta cyborg-femminile della sexy androide di Pat Monti, sorta di
Caterina vestita per uccidere, che mazzula per bene il Paco terminatoresco e finisce con la testa decollata in modalità
Android che ripete "
Vi uccideranno, vi uccideranno...".
Un futuro prossimo venturo fatto di piogge acide e tubi sparsi ovunque, sfide a braccio di ferro (con aggiunta di serpenti a sonagli) che anticipano le muscolature
stalloniane, un trucidissimo e bastardissimo Luigi Montefiori, un glaciale John Saxon, una Janet Agren ancora bellissima ma un po' ingessata, il freddo killer prezzolato di Claudio Cassinelli e il grande Donald O'Brien nel ruolo di uno scienziato filantropo.
L'azione non manca ed è ben gestita (sparatorie simil western che odorano di
Colline hanno gli occhi, elicotteri implacabili, camionisti in fuga come nei migliori b-movie cormaniani) e simpatici gli SXF naif di Sergio Stivaletti, che ripropone la riparazione al braccio biomeccanico collaudata da
Stan Winston.
Qua e là scampoli del cinema martiniano avventuroso (Paco nel fiume del grande Kaimano che ritrova la riva nell'isola degli uomini pesce), almeno un momento exploitativo cattivissimo (la pugnalata alla gamba della Agren braccata, e costretta a urlare, dai due sicari travestiti da biker), riverberi "selvaggi western" che arrivano da
Mannaja e una resa dei conti che assume i tratti del più tradizionale post-atomico, con centrali abbandonate, visiere dei caschi frantumate a mani nude in pieno stile
castellariano, ingenui raggi laser e cuori strappati dal petto.
Bruttarelle le musiche di Claudio Simonetti (nelle sequenze iniziali riutilizza il refrain di
Dèmoni) e un po' convenzionale e paratelevisiva la storiella tra la Agren e Green, una sottospecie di
Accerchiato ante litteram (ma più probabilmente, Martino e soci, avevano in mente
Il cavaliere della valle solitaria).
Tutto sommato l'action fantasy martiniano risulta sollazzevole, dal discreto ritmo e ben diretto, puro spettacolo da b-movie senza pretese che mantiene quello che promette. Ultimi scampoli di un cinema di genere irrimediabilmente sul viale del tramonto.
Straffuori
Tomastich, Herrkinski, Homesick, Babsj81, Il ferrini, Maverik, Reeves, Rigoletto, Buiomega71
Il Gobbo, Undying, Caesars, Enzus79, Losciamano, Kekkomereq, Panza, Rufus68, Daniela, Marcel M.J. Davinotti jr.
Rickblaine, Rambo90, Siska80