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Discussioni su Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza - Film (2014)

DISCUSSIONE GENERALE

31 post
  • Daniela • 11/09/15 10:26
    Gran Burattinaio - 5949 interventi
    Graf ebbe a dire:
    Immaginiamo un operaio ...

    Scusa Graf ma questi discorsi mi ricordano tanto la famosa "casalinga di Voghera"...
    il film può piacere più o meno, oppure anche essere considerato una boiata pazzesca, come pure pure sono discutibili (sempre) i criteri di assegnazione dei premi festivalieri, ma perché escludere a priori che possa avere un pubblico in grado di apprezzarlo?
    Quando al rischio di trauma da parte di incauti spettatori, credo che nel caso presente sia stato davvero minimo, data la distribuzione limitata. E poi, chi va a vedere "Un piccione ect.", penso metta in conto di non assistere ad un blockbuster d'azione o una commedia brillante... Come osserva Buio, qui "già il titolo è tutto un programma".
  • Graf • 11/09/15 10:43
    Fotocopista - 902 interventi
    Povera casalinga di Voghera, tutte a lei devono capitare...

    Va bè, allora immaginiamo che una casalinga di Voghera o anche di Forlimpopoli o di Villa Scorciosa vada a vedere uno di questi film....
    La mia era più una supposizione diciamo letteraria, buona per una piccola sceneggiatura, piuttosto che una descrizione di un fatto reale.
    Difficilmente, nella realtà, un operaio padano, un bracciante agricolo della puglia, un professionista romano o una casalinga di Voghera, letto il titolo, scelga questo film per divagarsi...
    D'altronde ci sono tutti i mezzi massmediologici a portata di mano per informarsi prima del contenuto o del tenore di un film...
    Ultima modifica: 11/09/15 14:33 da Graf
  • Rebis • 11/09/15 14:22
    Compilatore d’emergenza - 4454 interventi
    Faccio solo presente che non sempre i mezzi massmediatici ci mettono al riparo dalle boiate pazzesche, come è accaduto a me nel caso specifico, ben consapevole del tipo di film che stavo andando a vedere :D
  • Zender • 11/09/15 14:26
    Capo scrivano - 49266 interventi
    Beh, anche perché forse le boiate pazzesche son tali per uni e meno per altri :) Per questo chiedo di essere di solito il meno "tranchant" possibili, quando si scrive. Bisognerebbe poter scrivere cercando di spiegare innanzitutto cosa può piacere e cosa no.
  • Graf • 11/09/15 14:54
    Fotocopista - 902 interventi
    Non ho visto questo film e, credo, che non lo vedrò mai soprattutto dopo aver letto le acuminate critiche di Didda23 e di Rebis (che ridanno valore al dignitoso diletto della stroncatura – legittima se fondata - pratica oggi, ahimè, così poco esercitata in una fase storica che privilegia il politicamente corretto…)... però mi chiedo: tutti così noiosi i film dichiaratamente autoriali?
    Non è così, l’esito di un film dipende anche dal talento del regista oltre che da una valida sceneggiatura.
    L’esempio di Smoking/ no smoking (regia di Alain Resnais) è perfetto: film di 5 ore assolutamente concettuale e teoretico ma leggero come una piuma e di una raffinatezza stilistica che fa gioire lo spettatore…
    Evidentemente Roy Anderssonn non è Alain Resnais.
    Ultima modifica: 11/09/15 14:57 da Graf
  • Rebis • 11/09/15 15:24
    Compilatore d’emergenza - 4454 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Beh, anche perché forse le boiate pazzesche son tali per uni e meno per altri :) Per questo chiedo di essere di solito il meno "tranchant" possibili, quando si scrive. Bisognerebbe poter scrivere cercando di spiegare innanzitutto cosa può piacere e cosa no.

    Certo Zender, infatti avevo scritto "come è accaduto a me"... penso che anche la noia sia una condizione molto soggettiva, io non trovo noiosi i film di Antonioni per dire, mentre mi sembrano uno stillicidio quelli di Sokurov. Certo, il cinema d'autore ha di solito una scansione narrativa volta alla riflessione, all'elaborazione concettuale, quindi va da sé che un rallentamento del ritmo va messo in conto. Però rilancio autori con la A maiuscola capaci di fare cinema impegnato mantenendo alto il livello di adrenalina, come Kathryn Bigelow o De Palma per dire, il cui cinema è irriducibile a quello di genere. Personalmente fatico un po' a circoscrivere il cinema d'autore e a distinguerlo da quello di genere, spesso è una distinzione limitante e fine a se stessa...
    Ultima modifica: 11/09/15 15:26 da Rebis
  • Didda23 • 11/09/15 16:47
    Compilatore d’emergenza - 5800 interventi
    Ci sono troppe componenti da valutare: tematiche, sensibilità registica, gestione dei tempi e degli spazi.

    Non credo che sia giusto dire:

    ritmo lento = film palloso

    Stalker ha un ritmo dilatatissimo eppure ti ipnotizza dal primo all'ultimo fotogrammma.

    Il film di Andersson oltre ad essere tremendamente lento e ripetitivo (fosse solo quello il problema) non mi ha detto nulla a livello di tematiche, non ha creato quel pensiero costante nella testa che si crea solo davanti alle opere che danno un qualcosa.

    Amour di Haneke, per esempio, l'ho detestato soprattutto per l'ideologia, ma mi ha lasciato un qualcosa che mi ha fatto riflettere per giorni interi. Quindi anche se non mi è piaciuto, gli riconosco un valore autoriale non indifferente.

    In questo non ho mai sorriso, nemmeno a scene di un trash disarmante ( il re a cavallo e la zoppa canterina).

    Poi per carità a qualcuno è piaciuto e non mi sognerei mai di mettere in dubbio la credibilità di Daniele e Xamini che lo hanno apprezzato.

    Metto in dubbio la credibilità della critica che a unanimità non ha fatto altro che celebrarlo.
  • Graf • 11/09/15 21:34
    Fotocopista - 902 interventi
    Infatti Didda23, un film non si valuta perché è lento o veloce.
    Il ritmo del racconto filmico deve essere funzionale alla materia narrativa e stilistica dell’opera…
    Un film di Antonioni che avesse il ritmo travolgente di una farsa motoria sarebbe un nonsense.
    Una comica di Mack Sennet non può possedere la lentezza di certi film poetici di Tarkovskij: non farebbe ridere.
    La scelta del ritmo del film e della lunghezza o brevità delle singole inquadrature è una decisione espressiva molto delicata.
    Un montaggio troppo rapido ed agitato può creare problemi di ricezione per lo spettatore.
    Il colpo della metropolitana di Joseph Sargent è uno stupendo film di rapina che ha azzeccato il ritmo giusto nella concatenazione delle immagini; il suo remake, Pelham 123- Ostaggi in metropolitana, è solo un caotico pasticcio dal montaggio così rapido e cinetico da creare seri problemi alla normale percezione visiva degli spettatori…..
    Ultima modifica: 11/09/15 23:52 da Graf
  • Capannelle • 3/12/15 22:01
    Scrivano - 4000 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    In ogni caso sono tutti piani sequenza: non c'è, o almeno così mi è sembrato, un solo movimento di macchina che sia uno.

    Vero, un'altro film dove hanno abolito l'addetto al montaggio. Datemi la forza di arrivare alla fine...
  • Daniela • 22/02/16 16:05
    Gran Burattinaio - 5949 interventi
    Lythops, visto che hai apprezzatoi questo piccione aggiungendo i tre pallini e mezzo ai mei quattro, così da rialzare la media poco esaltante - forse dovresti recuperare un film di poco precedente di Roy Andersson, Song from the second floor, con lo stesso stile e analoga poetica fra il comico ed il disperato.
  • Lythops • 23/02/16 07:26
    Call center Davinotti - 35 interventi
    Ciao! In effetti mi ha stupito la reazione della maggioranza. Per quanto mi riguarda, l'ho già visto tre volte: mi devo preoccupare? Lo faccio solo coi capolavori...
    Grazie della segnalazione, provvederò a cercare la filmografia integrale di costui. Ti auguro una buona settimana.
    Alessandro.