Buiomega71 • 29/04/16 10:32
Consigliere - 25998 interventi Tesissimo (non ho avuto nemmeno il tempo di tirare un respiro che sia stato uno) e oscuro dramma (con venature thriller, ma ATTENZIONE non e affatto un horror) che non solo ha uno dei finali più crudeli e disperati visti negli ultimi anni (quei container diretti nell'asia dell'est mi lasceranno il segno per un bel pò), ma mozza il fiato e ti attanaglia con un groppo in gola
Per metà film pare di assistere ad una versione incubotica e allucinata di
New York Ore 3 (passeggeri brutalizzati e intrappolati da quello che sembra, apparentemente, un sadico-con compagno di merende-), immerso in stradine di periferia di uno squallore disarmante, che sembrano portino al nulla, lande desolate e dimenticate da Dio, immerse in una notte plumbea e senza fine (angosciosi, poi, i panorami di una città industriale gelida e impersonale, abbagliata da luci mortifere)
Poi l'arrivo in un degradante garage, dove si scopre, con orrore, la vera intenzione del guidatore (che non muore mai stile Michael Myers), e vengono alla luce i sapori acri dei fatti (agghiaccianti) narrati in
Eden (e perchè no, con le dovute distanze, mi e venuto in mente anche
Emanuelle in America).
Durante l'infernale tragitto succede di tutto e Anderson non lesina su momenti splatter e scoppi di improvvisa violenza (dita tranciate di netto, terribili mazzate a colpi di crick, umiliazioni-legati come cani a frugare nelle valigie-, soffocamenti a base di fumo-al bancomat-, gole bucate lentamente, disastrosi incidenti-il soccorritore investito è una bella botta da salto sulla poltrona-)
La palpitante spesa al market di Mel (ma quanto e bella e brava Peyton List), che non capisci perchè acquisti tutta quella roba inutile-all'apparenza- (pile, riviste, lettiere per gatti, batterie, taniche d'acqua, sacchetti di spizzichini), poi, alla fine il conto torna e ghiaccia il sangue.
La cancellazione del tatuaggio sulla natica di Jules, la sua "imperfezione" che le costerà cara (d'altronde la scelta delle vittime di
Salò, tristemente, insegna), il posare per un losco figuro in intimo e scarpine bianche col tacco, goffamente e col terrore che sale , abbagliate da una luce fredda di due riflettori (scena che e un vero e proprio pugno nello stomaco, altro che le torturette di
Saw) . la minaccia di "rovinarsi" con una scheggia di vetro , quella terribile foto rivelatrice messa sulla letteria del gatto (e se si pensa che tutto questo non e poi così lontano dalla realtà ti sconquassa i visceri) quel finale senza speranza che colpisce come una mazzata, quella valigia rossa sul tapirulan che mai nessuno ritirerà, in una chiusa che mette un'angoscia della malora, e , come uomo, ti fà sentire una merda (mai andato a prostitute per motivi personali, ma dopo questo film, ne ho il ribrezzo, e lo dice uno che adora il genere femminile in tutto e per tutto)
Lo schifo maschile sbattuto in faccia da Anderson (ma che regista coi controcosi che è, a quando un opera seconda?) ha il culmine nella figura del socio del guidatore. Un essere viscido e repellente, con tatuati due ideogrammi sul petto glabro (PADRONE e SERVO). Se per il guidatore e solo uno sporco lavoro e qualcuno lo deve pur fare (non si compiace di quello che fà, se lo fà e solo per soldi, e pare che ceda da un momento all'altro-quando guarda le foto delle due ragazze in vacanza, sulla macchina fotografica digitale, o quando rimprovera il laido socio di non esagerare con le ragazze-), l'altro e uno psicotico maniaco sessuale, pronto a violare la "merce" (e ha la fine che si merita).
Cinema di pancia, che dispensa emozioni e raccapriccio, più sulla falsariga del bellissimo
And Soon the Darkness, che nemmeno il filo rosso dell'abusato "torture porn" (se di torture si può parlare, queste sono psicologiche più che fisiche)
Bellissima la scena della bimba sordomuta che dialoga, coi segni , con Mel , all'inizio all'aeroporto, mentre aspettano le valigie sul tapirulan (un attimo di tenerezza prima dell'ondata di brutalità che durerà tutto in una notte), segni di cui Mel si servirà per chiedere aiuto al Market, davanti alla telecamera di sorveglianza
Ottima regia di Anderson che non lascia tregua, incubotica la fotografia di Michael Fimognari e lo score di Henning Lhoner dona temi carpenteriani sui titoli di coda.
Di misogino e maschilista (rifacendomi ai discorsi precedenti dei colleghi davinottici) non ha proprio nulla, anzi, al contrario. Un efficace (e scioccante) monito sulla violenza alle donne (che vale più di 1000 dibattiti da talk show)
La costrizione, l'umiliazione, la prigionia, la violenza e il disperato destino che ti aspetta, miscelati sapientemente in un film che mi resterà dentro per un bel pò.
Beffa del destino, ritorni incolume da una vacanza in Messico (la battuta cinica di Jules sui mercanti di organi), per poi trovarti in un inferno a casa tua.
Consigliatissimo
Buiomega71
Brainiac
Greymouser, Daniela, Gestarsh99, Ryo, Ducaspezzi, Anthonyvm
Undying
Schramm