Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Benché la stazza e i baffi ricordino più il Poirot di Ustinov (la produzione è franco-belga, chissà...), il modello riconosciuto è fin dai titoli di testa il Clouseau della PANTERA ROSA, vanamente inseguito da un Christian Clavier non in grado di reggere il confronto. Non per colpa sua, a dire il vero, quanto piuttosto di una  sceneggiatura (che ha co-scritto, quindi a guardar bene parte della colpa se la prende inevitabilmente) che non offre quasi nulla di buono. Si mira dichiaratamente alla farsa con momenti addirittura riconducibili al nostro Paolo Villaggio (si veda l'incapacità tutta fracchiana...Leggi tutto del protagonista nel sedersi su poltrone "infide"), situazioni tipiche da comicità facile, slapstick da quattro soldi... Quel che ne esce non può proprio ambire a ottenere grandi risate, al di là di un cast sulla carta di gran lusso per il genere (oltre a Clavier ci sono Poelvoorde, Lhermitte, Depardieu, l'almodóvariana De Palma...), anche perché l'unico che pare in grado di portare al sorriso è Clavier col suo ispettore Botta (in originale Boulin); gli altri si ritrovano per le mani personaggi talmente insulsi (Lhermitte) o "di spalla" (Poelvoorde, Depardieu) da non avere alcuna chance comica a disposizione.

L'ambientazione nell'agosto del 1970 in una villa della Costa Azzurra aggiunge sfarzo scenografico ma poco che giustifichi la scelta “vintage” (quattro split-screen, tre macchine d'epoca...): spostandosi nel presente nulla o quasi sarebbe cambiato. La prima vittima (che nemmeno muore) è un amico della moglie del barone Croissant (Poelvoorde, il padrone di casa), la cui Renault Florida sabotata finisce col ribaltarsi in un campo da golf. Sul posto è chiamato a indagare Botta, che il suo superiore (Depardieu) si ritrova a dover spedire lì per mancanza di alternative. Il tempo di un colloquio che la pipa dell'ispettore già gli brucia in tasca, segnale di una goffaggine pronta a esplodere in tutta la sua virulenza di lì a poco. E infatti l'incontro con Croissant (Tranchant, in originale) fa già capire che per quest'ultimo i guai sono solo iniziati: Botta è distruttivo, invadente quanto stupido, un incapace in tutto e per tutto e ovviamente non ha il minimo sospetto di chi possa essere il colpevole. Si mescolerà in villa ai camerieri e proverà a interrogare un po' tutti senza trarre un ragno dal buco (piuttosto divertente il colloquio con la moglie di Croissant, che riceve lettere anonime offensive corredate da disegnini espliciti). Quel che segue porta in scena situazioni vetuste alle quali purtroppo non si riesce nemmeno ad aggiungere qualche gag davvero spassosa come non sembrerebbe difficile fare.

Poelvoorde sembra spaesato, sfruttato male come forse mai in carriera, Depardieu si agita inutilmente senza poter azzardare una battuta decente che sia una, gli altri fan da labile contorno. Quanto al misterioso intruso in muta da sub che si aggira furtivamente per la villa in stile Diabolik è meglio dimenticarlo: quando appare si sa già che son minuti buttati, almeno quanto quelli che abbondano nella seconda parte e che fan desiderare si chiuda anche prima della stentata ora e mezza prevista (sintomatica la scena post titoli di coda: a che serve???). Insomma, se non è un fallimento su tutta la linea è merito della relativa simpatia di Clavier (non certo al suo meglio) e per la professionalità della confezione, ma anche a livello di regia i tempi non son son quelli giusti, con cadute di gusto imbarazzanti e larghi tratti in cui non accade praticamente nulla. E se le scarse risate arrivano da Botta che fuma hashish per errore si capisce bene quante poche idee gli autori avessero in testa. Se poi si sbagliano pure i riferimenti più elementari citando il tenente Colombo come fosse già celebre quando nel 1970 era uscito in realtà solo il suo primo film-tv (che peraltro arrivò in Francia solo nel 1976)...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/07/22 DAL BENEMERITO MARKUS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 2/07/22
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Markus 2/07/22 10:22 - 3687 commenti

I gusti di Markus

Stuolo di celebri volti del cinema francese (e non solo) di ieri e di oggi al servizio d'una commedia a tinte gialle che potremmo definire senza paura di essere smentiti "fantozziana": Christian Clavier, infatti, pare fare più il verso al nostro Paolo Villaggio che ai "suoi" attori francesi di allora: il film - ambientato a Saint Tropez nel 1970 - ne carpisce gli stilemi ed è volutamente ispirato al cinema primi Anni '70 (quello con Jacques Dufilho, per esempio). Il lato giallo/poliziesco arranca, meglio si va sul versante dilettevole ma solo nel contesto citazionista.

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