Buiomega71 • 25/04/16 10:09
Consigliere - 27156 interventiGustoso horror hooperiano con innesti lynchiani e spizzichi di assedi carpenteriani (ricorda , non poco, l'episodio di
Body Bags)
Shiban realizza un viaggio di sola andata per le lande sperdute dell'america perduta, tra cessi laidi e stazioni di servizio fuori dal mondo (e dagli occhi di Dio)
Realizzato per la Raw Feed (costola minore della Warner, specializzata in b-movie dal sapore grindhouse, destinati al mercato home video),
Rest Stop è una frittura già assaporata spesse volte (ma dal gusto frizzantino) tra
Radio Killer,
Wolf Creek e
Vacancy, che ha bizzarri momenti onirici e surreali (i corpi che spariscono dopo i massacri, come per magia, come succede, più o meno, in
Identità), che Shiban piazza nel racconto, spesso spiazzando (il camper con la folle famiglia di fanatici religiosi: una madre sciroccata, due gemelli, un padre che sputa sentenze apocalittiche citando la bibbia e un freak seduto su un seggiolone che scatta polaroid come l'Edwin Neal di
Non aprite quella porta, tutta la parte con il poliziotto dalle gambe maciullate, tra discorsi deliranti e agonie, che prega Nicole di spararle in bocca: "
Uccidimi, spara, brutta troia!", la ragazza seviziata alla
Martyrs e dalle dita della mano mozzate, chiusa nel bugigattolo del cesso, che farnetica di concerti dei Rolling Stones e vomita una quantità immane di sangue), per poi risolvere in un pre finale tutto alla luce del sole, tra
Vacancy e i massacri texani.
Lampi del più viscerale torture-porn (lo scuolabus degli orrori, trapanate alle gambe, lingue tagliate col trinciapolli,filmini snuff amatoriali, taglierini che incidono le carni, bocche cucite stile
La Casa 4), esplosioni splatterose copiose (cervella schizzate e sparpagliate sul bagno del cesso, dita strappate a morsi, teste fracassate a colpi di crick) e un'atmosfera allucinatoria e sospesa, picchi di cattiveria e crudeltà (vedere il finale con Nicole chiusa nel bugigattolo), scritte premonitrici sui muri del cesso (avvertenze inquietanti delle precedenti vittime del "demonio" che gira col suo fetido pick up giallo anni '70, che vanno a ritroso nel tempo, dal 2006 al 1992, fino al 1971), la bacheca delle persone scomparse, l'autista serial killer che non si vede mai in faccia, con rimandi a
Duel,
La macchina nera,
Terrore su 4 ruote, con la stessa passione della carne da preda di un Ivan Milat
Attimi di nonsense quasi demenziali (vedi il poliziotto che si fà investire come un idiota), lasciano un pò basiti. a dire il vero...
Straniante la fotografia di Mark Vargo, da "roughie" anni '70 (soprattutto quando Nicole e il suo ragazzo amoreggiano in auto appartati in un prato)
Horror da "strada", che sfocia spesso e volentieri nel soprannaturale (
Lui non e un essere umano), abbastanza zozzerello, magari derivativo, ma che sembra uscito dai selvaggi anni '70.
Undying, Buiomega71, Mco, Lupus73
Daniela
Anna
Kinodrop