Buiomega71 • 1/06/12 11:35
Consigliere - 27538 interventi L'rreversibilità dell'inferno
ATTENZIONE: Contiene spoiler
Difficile per me fare un resoconto su questo film, mi ha turbato e angosciato non poco, e spiace vedere il "bagno di sangue" davinottico di iscritti da me molto amati (ma non è che le critiche "fuori dal sito" siano state più tenere).
Quello che più mi duole e leggere che nella stragrande maggioranza delle volte si è puntato il dito SOLO sullo stupro anale della Bellucci e della sua recitazione, e non si è andati più in là di quello che Noè ha cercato di approfondire.
Inutile ribadire quello che è stato detto, scritto, appuntato sul film (ad nauseam), che Noè inizialmente voleva fare un porno con la coppia Cassel/Bellucci, ma poi dinanzi al loro diniego, ha optato per un "rape and revenge" di indubbia ferocia e carica emotiva non indifferente.
Il rewind,
Memento a parte (ma non ci ho visto praticamente nulla del film di Nolan), e una soluzione narrativa di per sè geniale (che che se ne dica), che parte dai titoli di coda "deformati" per presentarci il macellaio di Philippe Nahon che arriva dritto dritto da
Solo contro tutti, che disquisisce, nudo e laido sul letto, con un tipo dello "stupro" commesso sulla figlia.
Da quì in poi la mdp di Noè impazzisce, restituisce il caos che di lì a breve esploderà, donandomi nausee e mal di testa (tanto che ero li li per usare il Fast Foward), ma che alla fine proietta bene l'inferno e il caos di cui si trovano i protagonisti.
Stile quasi documentaristico, dogmiano, da cinema veritèe (tra l'altro un plauso al direttore della fotografia Benoit Debie, che non mi sorprende sia stato opzionato da Argento per
Il cartaio).
Noè non fà sconti nel localaccio gay chiamato "Il retto" (!), (da far sembrare il
Cruising friedkiano un gioco da bambini) mostra pompini , sodomizzazioni, fist fucking autoinflitti (di culto il gay che ripete a Cassel "Fistami, fistami"), in un girone infernale tra Clive Barker e Shynia Tsukamoto, con musica martellante e quasi fastidiosa. Dove Cassel rischia la sodomizzazione alla
Deliverance ("Adesso ti inculo, stronzo!") e le viene spezzato un braccio.
L'inferno è sulla terra sembra dire Noè, non ultimo la ricerca di Cassel tra gay in amplessi vari, col tormentone "Conosci Tènia?", per tutta risposta "Dai, fammi un pompino!", e Cassel "Non sono frocio, non te lo succhio".
Poi arriva la scena dell'estintore, furente, spiazzante, da horror splatter cronenberghiano (ma la vittima non è lo stupratore, e chi sferrà i colpi letali e il logorroico e "perbene" amico di Cassel-e ex della Bellucci/Alex, Pierre- e qui viene l'accostamento a
Cane di paglia, uno dei massimi cult di Noè ).
La faccia della vittima si deforma, sino a diventare poltiglia stile
Adrenaline (e qui plauso al Tom Savini francese, Denis Gastou).
Ma a ritroso Cassel & Pierre, vivono una notte da
Fuori orario da girone dantesco, tra trans (la scena in cui mostra il pene moscio a Cassel e da colpo allo stomaco), poliziotti , tassisti cinesi, e una coppia di oscuri giustizieri della notte.
Il tanto citato stupro alla Bellucci, da parte di un pappone gay (altro colpo di genio di Noè), impersonato dal bestiale Joe Prestia dai rudi lineamenti da boxeur, avviene in un fetido sottopassaggio, e per durezza, realismo, e senza commento sonoro, lo apparente a quello di
Non violentate Jennifer.
Ma come giustamente sottolinea Herrkinski nel suo commento, troppo lungo, quasi artificioso, tra le urla soffocate della Bellucci e Prestia che disquisisce sulla "restritezza" dell'orifizio anale della donna "Stai sanguinando o ti sei bagnata?", al suo status di "puttana borghese", e che di solito non lo fà mai con le donne, ma con lei è un "eccezzione" (!).
Quello che più mi ha disturbato , e trovo quasi insostenibile, è il suo pestaggio a morte finale, di una brutalità e di una furia davvero devastanti, tra calci in faccia e pugni (che mi ha ricordato , un pò, l'Elizabeth Short della
Dalia nera).
E qui che Noè picchia da far male (così come fà male la disperazione di Cassel alla vista della Bellucci sulla barella, col volto ridotto a una maschera di sangue), e non si può non abbassare lo sguardo davanti a cotanta bestialità.
Ma Noè (che è un gran regista? Sì, a modo suo lo è), strazia il cuore con un finale poetico, soave, quasi newageiano, che cita il
2001 kubrickiano (non solo per il manifesto del film sopra la Bellucci) e accarezza lei sull'erba con le note di Beethoven, dei bambini che giocano con una spruzzatrice d'acqua, la mdp che gira vorticosamente, prima del trip finale di immagini offuscate e psichedeliche.
Bellissime , poi, le schermagliette amorose di Cassel e della Bellucci, nudi a letto, che si sputano in faccia, si toccano (evidente il pene di Cassel in stato "barzotto"), lui le dà del "Bel culone italiano", e le sussurra: "Ho voglia di incularti" lei le schiaccia le palle (ahi, che dolor), e le dice di "Non essere manesco ma più romantico", il tutto sembra un filmino amatoriale della coppia, dove Noè penetra nel loro intimo e nella loro vita di coppia.
Strugge il cuore (e non ho potuto trattenere le lacrime), quando la Bellucci si fà il test della gravidanza (oddio, incita,no! Perchè già sappiamo che questa sua felicità durerà un soffio di vento) e quando racconta a Cassel il suo sogno premonitore del tunnel ("Che si spacca in due").
Ho dato al film **! perchè la parte noiosa della festa (con Cassel fatto come una scimmia, e la Bellucci che danza sensualmente) con cromatismi che Noè riprenderà in
Enter the void e spompinamenti gratuti, e piuttosto noiosa, così come i dialoghi (improvvisati, sembrerebbe) della coppia con l'amico Pierre sulla metro, mettono a dura prova la pazienza, e le ho trovate francamente inutili e pretestuose.
Imperfetto, forse studiato a tavolino, ma pervaso da una furia narrativa che lascia diversi solchi nell'anima e nel cuore.
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