Bubobubo • 29/08/19 11:45
Addetto riparazione hardware - 273 interventi B. Legnani ebbe a dire:
Didda23 ebbe a dire:
Ad onor del vero pure Bubo parla di film "registicamente sciatto" che forse è peggio di "piatto".
Vero.
Pur accettando il parere di tutti, trovo strano anche "variate sottotrame superflue (la cornice politica)".
Senza la motivazione politica, la vicenda non avrebbe motivo di nascere.
Devo confessare che ieri sono stato anch'io tentato di postare le mie perplessità (di polarità opposta), ma poi ho desistito, proprio perché la ricezione mi sembrava generalmente ben più favorevole della mia e non volevo scatenare inutili polemiche.
Le mie maggiori perplessità si concentrano su due aspetti, che affronterò in ordine: la questione registica e quella attoriale. Pareri ovviamente personali - pertanto da qui in avanti eviterò di inserire ogni 3x2 i "per me", "secondo me", "a mio giudizio" etc. (lo do per scontato).
Amo Avati e ritengo siano almeno dieci anni che non realizza un film degno del suo nome (non ho mai tirato in ballo la questione anagrafica, che è inconsistente e prescinde del tutto dalla vitalità artistica di un regista). Non partivo affatto prevenuto alla visione di questa sua ultima prova (devo ammettere che il trailer, anche nella scelta dei momenti chiave, è realizzato molto bene), ma le criticità registiche mi sono sembrate da subito evidenti. Sono molto d'accordo con Nergal quando sottolinea, ad esempio, i problemi di montaggio (questo incomprensibile abuso di ralenti mi avrebbe dato fastidio persino se amassi la tecnica, e non la amo per nulla), cui aggiungo, dalla mia prospettiva, una gestione dei tempi alquanto problematica (segmenti di raccordo che si mescolano disordinatamente con gli snodi principali).
Più in generale, comunque, l'impressione era quella di guardare un film per la televisione, realizzato in assoluta economia, senza particolare cura né per le riprese (il Polesine parla da solo: il problema è, semmai, come lo si fa parlare) né per l'interazione tra paesaggi e personaggi, con l'ulteriore aggravante di una fotografia monocroma che - soprattutto negli interni - toglie qualsiasi profondità alle immagini. La cosa non mi crea problemi in sé: è solo che un'impostazione così poveristica (che non significa minimale), oltre a non sposarsi granché con quello che si vuole raccontare e come si vuole raccontarlo (specialmente con questo cast tecnico e registico), sta molto meglio addosso a un, che ne so, Albanesi piuttosto che ad un Avati.
Questione attoriale. Francamente un po' mi sorprende riscontrare l'apprezzamento generale nella direzione e nella prova degli attori, il che mi costringe a chiedermi se abbia una concezione di "prova attoriale" diametralmente opposta a quella di molti di voi qui intervenuti. L'unico personaggio pienamente sviluppato, nell'articolazione della complessa psicologia e del detto-non detto (che dal politico, istituzionale e collettivo, procede verso il privato, e viceversa), è quello di Chiara Caselli, la contessa Vestri Musy. Sul resto mi trovo in difficoltà ad esprimere un giudizio compiuto. Molti personaggi sono, di fatto poco più di camei, figure evanescenti che sembrano ritagliate artificiosamente nella narrazione e che sono finanche invalutabili nell'economia complessiva (Roncato, Haber, anche Capolicchio...). Il protagonista Lo Giudice, oltre ad essere scritto in maniera a mio avviso piatta e monodimensionale, non mi è sembrato particolarmente dotato (in questo non aiutato da quelle famose sottotrame in cui è coinvolto - il rapporto col padre, la liason amorosa -, che ricordano lo Stefano-Capolicchio della Casa ma che, a differenza di quel film, non aggiungono assolutamente nulla alla storia e, anzi, ne frantumano ulteriormente il già non elevato ritmo). Altri caratteristi (l'infermiera, la cugina suora, la ragazza incinta) sono, per me, semplicemente pessimi e, a livello di peso narrativo, assai diseguali fra loro.
Il che mi porta alla questione della storia. Prescindo da ulteriori considerazioni sulla scrittura degli snodi focali e del finale e mi concentro sugli appunti di Rebis e Legnani. La storia è certamente interessante e cattura le peculiarità di uno dei territori più poveri dell'Italia del dopoguerra, ma il fatto che la cornice politica serva da trigger per impostare la vicenda non significa affatto che mantenga la sua rilevanza anche una volta sviluppati i principali filoni narrativi. Nel momento in cui Momenté-Lo Giudice parte per il suo viaggio, la questione istituzionale non ha più senso di imporsi, anche perché non viene sviluppata a supporto alcuna vera opposizione dialettica. Superstizione popolare, gestione feudale dei territori (questione di classe, se si vuole) e ambizioni legislative cesaropapiste (l'unione di religione e politica sotto lo scettro anticomunista degasperiano) sono, anzi, tutte accomunate dallo stesso prototipo di a-razionalità. Non si danno dialogo o scontro con una fonte ordinatrice illuminata: l'opposizione politica non esiste, lo stesso Momenté è - di fatto - un lacchè e anche il giudice, che in carcere sembra voler "capire", alla fine dei conti si limita a "giudicare".
Sulle sottotrame: mi pare incontestabile che alcune di esse non servano a niente. (A cosa portano i flashback del protagonista sul rapporto col padre, o il rapporto platonico con l'infermiera? Assolutamente a nulla. A cosa serve accennare ai primi turbamenti erotici dei piccoli protagonisti? La caratterizzazione rimane minima e non riceve ulteriore sviluppo.) Per un film dal ritmo così diseguale, è un ulteriore problema.
La cosa migliore è forse
SPOILER SPOILER SPOILER
la constatazione finale che il male è così banale e pervasivo da essere sino in fondo irriconoscibile,
SPOILER SPOILER SPOILER
peccato che arrivi al culmine di 10' finali innaturalmente accelerati e, devo dire, incollati col bostik.
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 31/08/19
Pinhead80, Bruce, Reeves
Taxius, Ira72, Lucius, Myvincent, Caesars, Metuant, Manfrin, Victorvega, Marcel M.J. Davinotti jr.
Rebis, Nergal, Enzus79, Hackett, Graf, Maxx g, Minitina80, Nicola81, Il ferrini, Lupus73, Jdelarge, Maurizio98, Giùan, Lythops, Teopanda, Tarabas, Keyser3, Alex75, Pigro
Cotola, Digital, 124c, Trivex, B. Legnani, Gmriccard, Noodles, Ultimo, Nando, Von Leppe, Daniela, Deepred89, Paulaster, Greymouser, Pumpkh75, Rocchiola
Puppigallo, Rambo90, Markus, Zaratozom, Ryo, Didda23, Gugly, Anthonyvm, Redeyes, Magi94
Bubobubo, Dìmio, Capannelle
Max dembo