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Discussioni su Diary of the dead - Le cronache dei morti viventi - Film (2007)

DISCUSSIONE GENERALE

33 post
  • Brainiac • 9/05/10 23:05
    Call center Davinotti - 1464 interventi
    Deludente (la prima volta che l'ho visto mi aveva fatto un'impressione molto migliore) ma meglio di Land, che mixava troppa action voluta dai produttori e risentiva di un sottotesto politico un po pesantuccio.

    Comunque in tutte e due i film ci sono anche sequenze fortissime (gli zombie che riaffiorano in Land o gli impiccati di Diary) che molti registi-pischelli se le sognano.

    Entrambi però sono superati dal bellissimo Survival (schifato da molti ma incensato da quel buongustaio di Giona.A.Nazzaro, di cui tra l'altro spessissimo non condivido le analisi, sul numero in edicola di Rumore).
    Ultima modifica: 9/05/10 23:05 da Brainiac
  • Undying • 9/05/10 23:08
    Comunicazione esterna - 7565 interventi
    Brainiac ebbe a dire:


    Comunque in tutte e due i film ci sono anche sequenze fortissime (gli zombie che riaffiorano in Land o gli impiccati di Diary) che molti registi-pischelli se le sognano.



    Non sono affatto d'accordo (ma è sottinteso che rispetto il tuo parere) per quel che riguarda Diary...: il film latita anche nel gore e nello splatter e, più in generale, non è riconoscibile alcun tocco personale del regista.

    Pensa che a distanza di poche ore dalla visione faccio fatica a ricordare la scena (degli impiccati? A me sembra un impiccato... quello penzolante dal ponte autostradale) a cui alludi!
    Ultima modifica: 9/05/10 23:09 da Undying
  • Brainiac • 9/05/10 23:12
    Call center Davinotti - 1464 interventi
    Sì lui, il penzolante! Quello era un tocco d'Autore.
  • Undying • 9/05/10 23:16
    Comunicazione esterna - 7565 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    Sì lui, il penzolante! Quello era un tocco d'Autore.

    Disse bene Argento una volta: anche nel film più brutto c'è qualcosa di buono.
    In questo caso 1 secondo (se non erro è un'immagine quasi subliminale) su 90 minuti...
    Troppo poco, per un acclamato (giustamente dato il passato) Autore come Romero...
    Ultima modifica: 9/05/10 23:17 da Undying
  • Brainiac • 9/05/10 23:27
    Call center Davinotti - 1464 interventi
    Sì vabbè ti citavo una cosa che mi aveva colpito ma ce ne sarebbero altre, ma non voglio star qui a convincerti di nulla.

    Tra l'altro il demone che appare nell'esorcista in un fotogramma (davvero) subliminale dura molto meno di un secondo ma è una delle cose più spaventose che abbia mai visto in un film.
  • Greymouser • 9/05/10 23:47
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    Tra l'altro il demone che appare nell'esorcista in un fotogramma (davvero) subliminale dura molto meno di un secondo ma è una delle cose più spaventose che abbia mai visto in un film.

    A me credo si sia fermato il cuore per qualche secondo. Finalmente ho trovato qualcuno che ha avuto la mia stessa strizza angosciante quando viene sparato quel fotogramma! :)
  • Brainiac • 9/05/10 23:59
    Call center Davinotti - 1464 interventi






    Li mortacci sui!
    Ultima modifica: 10/05/10 00:08 da Brainiac
  • Greymouser • 10/05/10 00:17
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Eccolo!

    Suoi e su fino alla sua settima generazione demoniaca!!

    :)
  • Rebis • 20/08/13 18:25
    Compilatore d’emergenza - 4466 interventi
    Film per il quale bisogna fare un bilancio tra pregi e difetti - il ché significa che siamo inevitabilmente ad un livello più basso rispetto ai fasti della tetralogia. E' un po' paradossale ma qui avviene esattamente il contrario di quanto rilevato finora nella discussione con Zender.
    L'aspetto politico, volto alla proliferazione di informazioni transmediatica che genera ottundimento di massa, la critica alla manipolazione verticale delle notizie per cui la verità si fa sempre più ambigua, ineffabile, di contro ad una informazione orizzontale, democratica derivata dai social network, insomma, l'apparato più concettuale del film, è condotto con molta coerenza e completezza, ma ha il sopravvento sugli aspetti che di solito Romero riesce a rendere soddisfacenti: la sceneggiatura è troppo fragile, episodica, procede ma non si capisce dove voglia andare a parare - ad un livello puramente narrativo - e i personaggi sono o troppo piatti o iperbolici senza mai sfiorare il realismo (e siamo in un POV): tipo il vecchio professore muscoloso, alcolizzato che sa usare arco e frecce, o l'oca texana che sa riparare il motore di un furgoncino. Rimane l'ironia e la capacità di Romero di essere attuale sia nei temi che nello stile (considerato anche che si è formato con la pellicola e la moviola, il passaggio al digitale non deve essere stato né facile né scontato). E poi rimane il desiderio di una seconda visione - il ché può anche essere un difetto. Ho trovato il doppiaggio italiano mediocre per alcuni personaggi, invece sono bellissime le confessioni dei protagonisti in stile "Grande fratello" escluse dal montaggio definitivo ma presenti tra gli extra: un vero peccato, perché avrebbero dato al film una marcia in più verso il realismo.

    Ah, Zender, non sono convinto del quadrato arancio assegnatogli: a rigore ce ne andrebbe uno verde perché qui la storia, il contagio ricomincia proprio da capo, e narrativamemte viene resettato tutto quello che è successo prima, tipo reboot; mentre Survival dovrebbe essere il suo sequel effettivo.
    Ultima modifica: 20/08/13 18:28 da Rebis
  • Zender • 20/08/13 20:56
    Capo scrivano - 49334 interventi
    Beh, sai Rebis, il quadrato arancio segna che trattasi di opera in qualche modo collegata alle precedenti (non è così stretto il concetto di sequel, da noi), e penso sia innegabile che in qualche modo il film faccia parte della stessa serie, visto anche che ilregista è lo stesso.

    L'apparato concettuale ha sì più coerenza qui, ma ache un quintale di fascino in meno. A me è sembrato che Romero si sia divertito come troppi a giocare con le diverse fonti mediatiche dimenticando per strada tutto il resto, annullando i vantaggi che aveva su tutti i suoi imitatori (e che aveva dimostrato di avere ancora in La terra) e arrivando a porsi sullo stesso piano. Come se per la prima volta gli mancassero le idee per dare un vero senso alla continuazione del suo discorso.
  • Rebis • 21/08/13 13:35
    Compilatore d’emergenza - 4466 interventi
    Sì, sono d'accordo, è come se avesse riavviato la saga partendo da condizioni produttive similari a quelle dell'esordio ma aggiungendoci tutta la consapevolezza politica e morale maturata nei capitoli successivi: ma la consapevolezza ha tarpato le ali alla creatività e alla spontaneità. Intendiamoci, il film è denso e stimolante, concettualmente parlando, ha i suoi bei momenti ironici, ma da un punto di vista narrativo è carente, principalmente a causa dei personaggi e di una struttura "on the road" che lo rende troppo episodico, decentrato, cosa che non succedeva invece ne La notte. Il finale per esempio è provocatorio, ma non chiude la storia, non riguarda direttamente i personaggi e ciò che stanno vivendo. Il finale de La notte rimane inarrivabile.

    Aggiungo però - per spezzare una lancia - che il doppiaggio ha indebolito ulteriormente la forza del racconto: nel dvd italiano non c'è la lingua originale ma negli extra ci sono molte sequenze sottotitolate e l'impatto è decisamente un altro.


    Ieri ho visto anche Survival per chiudere il cerchio: checché se ne dica l'ho trovato più bello e divertente di Diary, meno concettoso e più nostalgico verso un idea di cinema classico, più personale e spontaneo. Certo, gli zombi sono sempre più sullo sfondo, sono l'humus, il fattore destabilizzante a partire dal quale Romero costruisce storie che con l'horror in senso stretto c'entrano sempre meno: non è la paura ciò che vuole veicolare, né il disgusto (il banchetto di Survival è più dovuto che necessario), ma appunto un'idea di cinema personalissima in cui cinema classico, gore, fumetto ed etica civile coesistono in uno strano, affascinante equilibrio. Per me comunque, il "nuovo" Romero è promosso :)
  • Zender • 22/08/13 11:39
    Capo scrivano - 49334 interventi
    Sì, sono d'accordo sull'analisi di Diary. E dico anch0io che Survival è un passo avanti rispetto a Diary (anche se siamo ben lontani dalla Terra per dire). Speriamo che il prossimo recuperi in pieno il buon Romero...
  • Buiomega71 • 27/06/25 10:33
    Consigliere - 27536 interventi
    In un'intervista dei primi del 2000, un Romero entusiasta affermava che l'horror più rivoluzionario e geniale degli ultimi anni era senz'altro The Blair witch project, che, sempre secondo Romero, coniugava perfettamente l'horror e le paure ataviche sotto le vesti di un reportage documentaristico.

    E così che il buon George decide di resettare la sua quadrilogia zombesca e (ri)partire da un nuovo inizio, approfittando per usare la tecnica del mockumentary.

    Non che Romero raschi il fondo del barile, piuttosto si guarda indietro e rifà praticamente se stesso, ma questa volta senza nulla o poco da dire.

    Passi il budget micragnoso (ai livelli poveristici delle sue ultime produzioni), dove però il solito grande Greg Nicotero fa i miracoli (il make up marcescente dei morti viventi è comunque notevole, così come i moderati effetti splatter) e qualche sprazzo del Romero che fu (l'impiccato sotto al ponte che sbatte i piedi contro l'auto di passaggio, la coppia di anziani proteggi/zombi, l'arrivo a casa di Debra, con fratellino e mammà zombificati e soprattutto la straordinaria sequenza della donna/zombi appesa ad un albero per i capelli, dove una coppia di villici forcaioli le sbriciolano la testa con una fucilata, dove ne rimane solo la parte superiore che muove gli occhi, in una composizione macabro/surreale di grande potenza visiva)), ma il resto è una stanca e miserella repetita juvant fuori tempo massimo, che assume i tratti tristanzuoli di uno straight to video.

    Brutta fotografia, un manipolo di attori senza alcun carisma (e questo è il male maggiore, visto che tutti gli eroi e antieroi romeriani passati ne brillavano), una marea di chiacchiere inutili e sparate filosofiche da quattro soldi, una voce narrante fastidiosa, momenti imbarazzanti (l'hamish muto che si esprime con la lavagnetta e tira la dinamite, la ragazza texana che scappa nel boschetto inseguita dalla mummia/zombi, cade, esce le tette, perde le scarpette, "Mai mettersi contro una texana" (sic!) e parte una musichetta country che io boh), noiosi e banali (nel covo del leader nero) e decisamente buttati lì (la guardia nazionale con una sottospecie di Joe Pilato dei poveri senza un briciolo di fascino), alcune completamente gratuite (il clown zombi alla festa di compleanno a cui le si stacca il naso e azzanna il padre di famiglia),  nonchè decisamente amatoriali (la sepoltura nel bosco). Bollittissimo, poi, il sottotesto politico, che lascia il tempo che trova.

    Con uno script scritto malissimo (atroce il pippotto su come si deve girare un horror), Romero si cita addosso con flebili e appanati rimandi al suo cinema:
    L'intro nel caos con il padre che stermina la famiglia in piena Città verrà distrutta all'alba
    All'ospedale uno zombi rovescia i suoi intestini a terra come nel Giorno degli zombi.
    Il bosco autunnale della Stagione della strega
    Nell'appartamentino della coppia di anziani invasa dai militari come nel condominio dei portoricani in Zombi (con annesso suicidio di un soldato che si toglie la maschera antigas) e nella casetta della nonnina che fa la calza nella Città verrà distrutta all'alba
    Il ragazzo morto nel bosco, prima di essere seppellito, con il cerone bianco in faccia che le da le stesse fattezze emaciate di Martin
    Il bambinetto zombi inchiodato al muro dalla freccia ( la coppia di bimbi/zombi presi a sventagliate di M 16 in Zombi)
    Il black humor di Creepshow nell'arrivo alla villa di Ridley
    Il viaggio itinerante on the road di Knigthriders 
    Le immagini virate in bianco e nero che ritraggono gli zombi barcollanti e la chiusa finale "vigilantesca" della Notte dei morti viventi

    Romero evita pasti e banchetti antropofagi, per concentrarsi sui morsi, non caraterizza i morti viventi e soprattutto si lascia andare a una partitura logorroica che spesso fiora l'insopportabilità.

    Tolte le "nuove" strambe idee romeriane per devastare le teste degli zombi (con l'acido, una falce, una spada, un defibrillatore le frecce), quel che rimane è un filmetto "testamentario" di un ex "cattivo maestro" nell'era di internet, che si replica stancamente senza rinnovarsi, restando incastrato tra un'autorialità ormai stantia, filosofia spicciola, pallidi pistolotti politicizzati e un budget delle merendine sullo stesso piano di robetta da discount come  Zombie night o Day of the dead 2.

    Dopo quell'assoluta pietra tombale che è Il giorno degli zombi, tutto il resto è superfluo, anche per lo stesso Romero.

    Ultima modifica: 27/06/25 17:26 da Buiomega71