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Discussioni su Come inguaiammo il cinema italiano - La vera storia di Franco e Ciccio - Documentario (2004)

DISCUSSIONE GENERALE

16 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Fabbiu • 20/06/08 10:50
    Archivista in seconda - 662 interventi
    C'è una scena in questo documentario che farebbe piuttosto riflettere; un critico famoso (che ora non mi sto bene ricordando chi fosse) dice qualcosa tipo: "Noi ridevamo come dei pazzi quando guardavamo i film di Franco e Ciccio, ma poi quando andavamo a casa a scrivere il pezzo incominciavamo con: Ancora uno di quei soliti filmacci...."
  • Gugly • 20/06/08 11:45
    Archivista in seconda - 4712 interventi
    Niente di strano, per molti critici non solo italiani un lavoro non è importante a meno che non sia difficilmente comprensibile ai più, mentre la voglia di far sorridere e di far passare qualche momento spensierato viene tacciata di qualunquismo. Però alla fine cosa resta, Manila Paloma Blanca di Daniele Segre ( un mattone che ho visto ad un cineforum di qualche anno fa) o Due Mafiosi contro Goldginfer?
  • Zender • 20/06/08 14:53
    Capo scrivano - 49107 interventi
    beh, penso anche che chiunque soprattutto al tempo fosse abituato a giudicare un film non tanto per il suo valore comico quanto valutando altri parametri (la qual cosa è abbastanza comprensibile, benché io abbia sempre pensato che se un film comico fa ridere debba comunque essere considerato riuscito a prescindere dal suo valore "tecnico").
  • Cotola • 20/06/08 19:54
    Consigliere avanzato - 3914 interventi
    Cari davinottiani,
    mi permetto di fare qualche considerazione sull'interessantissima questione aperta dall'intelligente spunto di riflessione di Fabbiu e proseguita da Gugly e Zender (il maestro!!) ;-)).

    Concordo con quanto Gugly dice: in Italia, e non solo, la critica tende generalmente a svilire il genere comico, premiando invece, a volte oltre i propri meriti, il cinema cosiddetto "impegnato" o, come forse sarebbe meglio definirlo, d'autore. E' una questione vecchia e annosa. A volte lo si fa e lo si faceva per convinzione, altre volte per moda, per seguire la massa o perchè si aveva vergogna di dire che (tanto per fare un esempio) alcuni film di Totò erano bellissimi.
    Come però dice giustamente Zender la cosa nasce anche dal fatto che allora come oggi i critici, giudicano anche in base ad altri parametri che io definirei estetici se non addirittura artistici.
    E' chiaro, infatti, che quando si giudica un'opera, specie se lo fa una persona competente (come dovrebbe esserlo un critico), non ci si limita soltanto (o almeno non si dovrebbe farlo) al proprio giudizio e gusto personale. Bisogna anche guardare a quei canoni estetico-stilistici-artistici che rendono un'opera più o meno bella. Non si può semplicemente dire "A me non è piaciuto" oppure "L'ho trovato bellissimo". Non è serio e non è professionale.
    Se passasse un principio del genere (IO NON CREDO PER NULLA ALLA SOGGETTIVITA'DELLA BELLEZZA PER CIO' CHE RIGUARDA L'ARTE) ciascuno potrebbe spacciare per giudizio critico ogni corbelleria che gli passa per la testa e dire per esempio che in fondo Neri Parenti è meglio di Orson Welles, che Pieraccioni è meglio di Chaplin e così via. (Non vorrei però essere frainteso. Ovviamente ciascuno ha il diritto di dire ciò che vuole ma da qui a dire che ogni giudizio critico ha lo stesso grado di attendibilità degli altri...beh capirete che ce ne passa).
    Detto ciò, siccome un film è o dovrebbe essere anche un qualcosa di tecnico o di artistico, è giusto che un critico nello scrivere la sua recensione si domandi: com'è la regia? e la sceneggiatura? e gli attori? e la fotografia? etc etc. In virtù di questo è chiaro che, a mio avviso, perchè un film comico sia bello non basta che faccia ridere.
    Certo la gente che va a vedere i film dei Vanzina, di Parenti, di Pieraccioni e chi più ne ha più ne metta, ed affolla le sale, si diverte moltissimo, ride di gusto (e francamente non so come facciano visto che spesso si assiste sempre alla stessa solfa a partire addirittura dal titolo). Ma come ho già spiegato questo non basta a decretare il valore di un film.
    Se è vero, infatti, che un film comico che fa ridere è bello, allora dovremmo anche affermare che un film porno che fa eccitare è da considerarsi bello e riuscito? Non credo sia così.

    Infine altre due piccole considerazioni: certo come dice Gugly tra un film come quello di Segre ed un film di Franco e Ciccio quale resterà? Sicuramente il secondo dei due. Tuttavia (non me ne vogliano gli amanti di Franco e Ciccio) tra un qualsiasi film di Franco Franchi ed un film come “La Grande Guerra” o “I soliti ignoti” di Monicelli o ancora “Una vita difficile” di Risi e chi più ne ha più ne metta, quale resterà? Credo questi ultimi esempi. Eppure fanno ridere sia quello di Franco e Ciccio sia gli altri, ma nel secondo caso ci sono dei valori aggiunti che sarebbe troppo lungo e noioso (soprattutto per voi che dovreste leggere le mie farneticazioni) stare a spiegare.
    Per concludere io credo poi che ormai il problema sia un altro e questo riguarda squisitamente il cinema italiano contemporaneo: mentre una volta c’erano diverse tipologie di film comico (per cui c’erano Franco e Ciccio, c’era Totò, c’erano i film scollacciati, c’erano i film della commedia all’italiana e tanti altri), oggi più o meno siamo in presenza di un monologo. A Farla da padrone sono sempre gli stessi film, attori, registi. Il problema allora è che il pubblico italiano ha il diritto, a mio avviso, anche ad un tipo di comicità un po’ diversa, meno rozza, greve e immediata e più “cerebrale” direbbero alcuni ma anche un po’ più riflessiva, garbata e intelligente.
    Semplicemente credo che sarebbe meglio diversificare un po’ l’offerta, magari puntando anche, come facevamo copiosamente una volta (con grandi capacità e successo), anche sul cinema di genere che non sia solo quello comico. Ma quello della crisi del cinema di genere è un altro annoso problema su cui si potrebbe parlare per giorni e giorni. Quindi la chiudo qui e non vi scoccio più.

    Un saluto a tutti.

    P.S.

    Spero di non avervi annoiato e di non aver offeso nessuno con le mie considerazioni. A volte quando scrivo di cose che mi appassionano mi lascio trasportare. Se l’ho fatto vi chiedo scusa anticipatamente.
  • Gugly • 20/06/08 20:57
    Archivista in seconda - 4712 interventi
    Nessuna offesa, anzi i tuoi spunti sono interessanti; approfitto per precisare che sono d'accordo sulla questione delle qualità tecniche che vanno osservate in una pellicola, ma la mia provocazione, se vogliamo chiamarla così, nasce da questa osservazione: posto che ho fatto il primo confronto che mi veniva in mente dal momento che si parlava di Franco e Ciccio, mi sembra che i critici, più in passato che ora ad onor del vero, siano prevenuti anche sull'aspetto tecnico dei cosidetti lavori autoriali...ora, senza fare nomi specifici, a volte assistiamo a dei lavori che hanno una sciatteria spacciata per " verismo, impronta d'autore" ecc. ( e qui si potrebbe innestare la questione del cinema camera e tinello).Ma qui è film d'autore, lì film comico. Un esempio molto pratico: sento mugugni sul prossimo film dei Vanzina: eh ma, i soliti, commedia grassa,come reciteranno ( ci sono anche Banfi e Proietti).....a me tutto questo non interessa, voglio vedere se la scenografia estiva è decente, se gli episodi tengono, se la sceneggiatura è valida, e così via.
  • Zender • 21/06/08 00:08
    Capo scrivano - 49107 interventi
    La questione è interessante, Cotola (nonché uno dei capisaldi tra le discussioni sull'arte in generale), ed è dura da affrontare in due parole (e infatti vedo che anche tu non ce l'hai fatta ma ti faccio i complimenti per la compiutezza del tuo pensiero, e non vedo chi mai potrebbe offendersi per le tue parole!).

    La soggettività o l'oggettività dell'arte. Chi ne sostiene l'oggettività è uso tirar fuori paragoni alla Al Bano = Beethoven? (che vale Welles=Parenti, il discorso è il medesimo, ovviamente). La critica, per avere un senso, non può fare a meno di ricercare l'obiettività, altrimenti negherebbe il significato stesso della propria esistenza. L'artista propende talvolta invece per la seconda opzione pensando che comunque la sua opera debba essere amata e vissuta soggettivamente.

    Altro discorso ancora è poi quello di Gugly che accenna a chi spaccia appunto certa sciatteria per verismo o neorealismo. Ritornerò domani su tutto, se riesco...

    Io però, come detto, sono dell'opinione che se un film comico fa ridere debba ritenersi riuscito (come, certo, anche un film porno se fa eccitare deve definirsi riuscito, il bello è un'altra cosa). Se insomma chi lo gira raggiunge lo scopo per il quale il film nasce (e non è mai facile ottenere la cosa) dovrebbe ritenersi soddisfatto.
  • Fabbiu • 23/06/08 10:32
    Archivista in seconda - 662 interventi
    A questo punto, mi vien da pensare che se un regista avrebbe voluto fare un film osannato dalla critica, non avrebbe ingaggiato il duo di Franco e Ciccio, inquanto si sà, che la loro comicità non ha sofismi, ma è così diretta e grezza da mobilitare intere masse popolari.

    Sono daccordo con le riflessioni di Cotola (e di tutti a dire il vero) ma io sono solito usare dei parametri; mi spiego: se guardo un film di franco e ciccio, e di esso devo farne u n commento, non dirò: "Ecco un altro filmaccio, ..." ma dirò: "Visto gli altri titoli in cui il duo comico è protagonista, questo in confronto agli altri, è un vero filmaccio, le interpretazioni dei due ad esempio sono molto deboli in confronto al titolo ...."

    Insomma, abbiamo talmente tanti di quegli stili di cinema, che prima di criticare, sarebbe giusto vedere cosa si sta criticando.

    Se stai facendo un commento per una rivista di cinema, su un film che qualcuno vorrebbe vedere, è giusto confrontare il titolo in esame con i titoli del filone, dello stile, e della stessa pasta;

    Così che certi paragoni non dovrebbero nemmeno porsi, sarebbe come se un ascoltatore di musica jazz, si trovi ad ascoltare un cd di musica black metal e dica: "Questa non è musica, è rumore!"
  • Zender • 23/06/08 13:43
    Capo scrivano - 49107 interventi
    Ecco, anche questo è assolutamente vero, Fabbiu. Peraltro non fai che citare la regola 9 del Decalogo davinottico
    https://www.davinotti.com/index.php?option=com_content&task=view&id=1&Itemid=27
    che qui riporto:

    9) IL PALLINO NON E’ UGUALE PER TUTTI
    Ogni film riceve il proprio sacrosanto pallinaggio e viene paritariamente inserito nel Davinotti. Ma non fate lo sciocco errore di paragonare pallinaggi uguali che appartengono a mondi diversi. Kubrick e Vanzina possono ricevere gli stessi pallini ma gli intenti e i risultati vanno considerati all’interno di generi e aspettative ben diversi. Ricordate sempre le parole che già appartennero a nonno Bum-Bum Davinotti: “Chi è uso a codesta ingenua operazione di raffronto mai potrà capire le mirabili alchimie che regolano il cinema”.
    Ultima modifica: 23/06/08 21:43 da Zender
  • Cotola • 23/06/08 15:28
    Consigliere avanzato - 3914 interventi
    Cari amici davinottiani,
    come non dare ragione a Fabbiu e Zender? Certi paragoni sono sciocchi, puerili e soprattutto inutili e fuorvianti. Tuttavia se li ho fatti è solo per avallare le mie tesi già esposte precedentemente e che perciò non riprenderò qui.
    Ho semplificato un pò le cose per far capire bene qual è il mio punto di vista.
    D'altronde Fabbiu ha ragione anche sul fatto che a volte certi film vanno criticati tenendo presente del filone a cui appartengono. Se dopo 3 film consecutivi da 5 pallini viene, infatti, realizzato un film da 3 pallini (quindi comunque valido) è chiaro che la delusione c'è e che comunque quella pellicola va giudicata un pò meno bene delle altre.
    Anche Zender dice benissimo: il pallinaggio non è uguale per tutti. Anche io d'altronde a volte attribuisco il massimo dei voti a film molto diversi tra loro, il che non vuol dire che abbiano pari valore e bellezza. E' chiaro, infatti, che un grandissimo film di genere merita comunque il massimo dei voti come li merita un capolavoro assoluto della storia del cinema. Poi è ovvio che si tratta di due cose distinte e separate.

    P.S.

    Volevo infine chiarire che le mie critiche ad un certo tipo di cinema non erano assolutamente riferite a Franco e Cicco (non conoscendo bene il loro cinema non posso dare giudizi in merito). Certe considerazioni si trovano qui per puro caso poichè nate in risposta all'interessante stimolo dato da Fabbiu.
    Ultima modifica: 24/06/08 04:46 da Cotola
  • Geppo • 23/01/10 08:26
    Call center Davinotti - 4356 interventi
    Profonda tristezza per la morte di IGNAZIA BENENATO, sorella di Franco Franchi, da tempo in ospedale a causa di un malore.
    R.I.P.!

    Eccola, segnalata con la freccia gialla, nel documentario "Come inguaiammo il cinema italiano".
  • Zender • 23/01/10 08:52
    Capo scrivano - 49107 interventi
    Dispiace. Un'altra importante testimone di quei tempi che se ne va...
  • Ciavazzaro • 3/04/10 11:15
    Scrivano - 5583 interventi
    Uso questo topic per rendere omaggio al mitico Gregorio Napoli che purtroppo ci ha lasciato ieri a Palermo.
  • Dusso • 17/10/13 10:56
    Archivista in seconda - 1951 interventi
    Didda mi sorprendi ancora con la visione di questa sorta di documentario ma d'altronde i motivi del perchè tu l'abbia visto li hai già spiegati nel tuo commento
  • Didda23 • 17/10/13 15:29
    Compilatore d’emergenza - 5796 interventi
    Si Dusso. Voglio capire anche ciò che non mi piace. Ovvio che non basta un documentario, soprattutto se mediocre.
  • Dusso • 17/10/13 15:45
    Archivista in seconda - 1951 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Si Dusso. Voglio capire anche ciò che non mi piace. Ovvio che non basta un documentario, soprattutto se mediocre.

    Certo fai benissimo almeno giudichi avendo visto, non come chi giudica senza aver visto...
    Ultima modifica: 17/10/13 15:45 da Dusso
  • Geppo • 10/03/19 16:10
    Call center Davinotti - 4356 interventi
    Ci ha lasciati la signora Sara Calì (moglie di Ciccio e mamma di Giampiero Ingrassia).