Buiomega71 • 9/08/12 10:23
Consigliere - 27197 interventi L'ESTATE FRANCESE IN NERO
Ho sempre amato il cinema di Tavernier, forse il mio autore preferito della "vecchia" scuola francese. Tra i suoi cult :
Il giudice e l'assassino (bellissimo, e da una vita che non passa più in tv),
La morte in diretta (spietato),
Legge 627 (polar tra i più realistici mai girati) e
Quarto comandamento (tetragono e possente), infine quel capolavoro di ferocia che è
L'esca, con
Colpo di spugna non delude le aspettative, realizzando un beffardo e feroce pampleth sulla "giustizia privata" e la doppia faccia del male.
Senegal, 1938, il poliziotto di Noiret e uno sfigato che si fà continuamente prendere in giro dai borghesotti che lo umiliano e lo deridono, in più vive con una moglie piuttosto zoccola e avida. Ma sotto masega un certo tipo di rivalsa, e man mano diviene uno spietato e calcolatore assassino a sangue freddo, che non ci pensa due volte a togliere di mezzo a pistolettate e schioppettate gli individui indesiderati, oppure a pianificare delitti di cui addosserà la colpa a terzi.
Cinico, grottesco, feroce e spietato, Tavernier mostra i bianchi come ottusi razzisti, idioti , avidi e gretti, immersi in un Africa allucinata e pregnante di umori, fatta di merda, sangue e sudore.
Immerso in situazioni grottesche che rasentano la commedia più ludica (il bagno nella merda del signorotto locale), con schegge improvvise di devastante violenza (le esecuzioni a freddo dei due macrò, la fucilata improvvisa al marito manesco e ubriacone, il tiro a segno ai cadaveri dei neri che galleggiano sul fiume, il finale con la Huppert che spara e fà un massacro nella sua stanza da letto), un erotismo sudaticcio e carnale (la Huppert quasi sempre nuda e vogliosa, la Audran milfona, con bigodini, calze nere e ciabattine col tacco)
Momenti assoluti di gran cinema: L'eclisse iniziale, il cinema all'aperto che viene devastato da una violenta folata di vento(altro che
Nuovo Cinema Paradiso!), la steadycam che segue di spalle la Huppert dalla strada, alle scale, fino alla cucina dove fà colazione Noiret, e l'agghiacciante finale dove Noiret punta la pistola sui bimbi neri che giocano nel deserto.
Tavernier sà fare gran cinema, mischia erotismo ruspante, commedia nera, esecuzioni lampo e feroci, dialoghi (moltissimi) taglienti e cinici oltre ogni dire, la semplicità del male nascosta nel volto e nelle movenze paciose di un Noiret in stato di grazia.
Splendida la fotografia di Pierre-William Glenn, e lo score di Philippe Sarde sottolinea beffarda la straniante e grottesca serie di eventi.
Forse qualcosa andava sfrangiato (il film dura 123 minuti)e quà e là si gira a vuoto (troppo lunga la scena del biliardo e alcune macchiette da commediaccia- tipo i calci nel sedere a Noiret-potevano essere evitate), ma rimane un film che non assomiglia a nessun altro. Vitale, carnale dove la morte sorride a denti stretti.
Daniela
Giùan, Cotola
Buiomega71, Nicola81, Kinodrop, Paulaster
Kami