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Discussioni su Bone Tomahawk - Film (2015)

DISCUSSIONE GENERALE

10 post
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  • Schramm • 11/12/15 17:49
    Scrivano - 7816 interventi
    davvero l'assoluta inutilità fatta film. la prima ora è un antefatto preparatorio che poteva essere benissimo risolvibile in non più di 10 minuti, 15 a volerla proprio prender larga. davvero non si capisce perché di questa soporifera narrazione col contagocce, dato che di un respiro western che fa scivolare via anche i tempi più diluiti qua non c'è proprio traccia. i personaggi non lambiscono nemmeno la superficialità del fumettistico, ché già avrebbe significato quel pelo di epicità e di carisma. boh. un tentativo che naufraga a ogni minuto nel più insondabile dei vuoti. per farmi venire una sperticata sonnolenza alle 15.30 del pomeriggio ce ne voleva a quintali. a mio avviso, danyta, sei stata anche troppo signora. (...che ti abbia condizionata e ben predisposta il kurtone internazionale?!)
  • Daniela • 11/12/15 20:33
    Gran Burattinaio - 5945 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    a mio avviso, danyta, sei stata anche troppo signora. (...che ti abbia condizionata e ben predisposta il kurtone internazionale?!)

    Insinuazione maliziosa ma... azzeccata!
    Il film è in effetti sbilanciato fra il prologo, troppo insistito, la parte centrale lenta, molto lenta in cui non bastano a tener desta l'attenzione le ciance di Richard Jenkins (attore che pure adoro) ed infine quello che, secondo le aspettative, avrebbe dovuto essere il vero soggetto del film, ossia l'incontro/scontro con la tribù cannibale, che viene sbrigato un modo piuttosto frettoloso.
    Però c'è Kurt, sceriffo stupendo che sembra uscito da un dagherrotipo dell'epoca, 64 anni ed è ancora un figo pazzesco, non vedo l'ora di vederlo nell'ultimo film di Tarantino, dove esibisce un look baffuto simile a questo :o)

    Piccola curiosità a latere: nel cast sono presenti due dei principali personaggi della seconda stagione di Fargo (fra parentesi: capolavoro) ossia Patrick Wilson, qui nel ruolo del marito disutile, e Zahn McClarnon che fa l'indiano (ovvio) ma purtroppo si vede in un'unica scena.
  • Schramm • 11/12/15 20:41
    Scrivano - 7816 interventi
    e dire che con un'antagonista simile se ne sarebbe potuto ricavare un horrstern bello peso e teso, ce n'era d'avanzo per 80' tutti azione, sangue e adrenalina. che cosa aveva in mente zahler lo sa solo lui.
    Ultima modifica: 11/12/15 20:42 da Schramm
  • Daniela • 11/12/15 22:45
    Gran Burattinaio - 5945 interventi
    Magari si è abbioccolato pure lui durante la traversata del deserto ;oP
  • Herrkinski • 13/12/15 21:25
    Consigliere avanzato - 2663 interventi
    Lo vedrei solo per il mitico Kurt, ma i vostri commenti mi scoraggiano assai.. Vediamo se in questi giorni mi viene la volontà, che se lo vedo stasera mi sa che dormo entro 10 minuti :-)
  • Schramm • 13/12/15 22:53
    Scrivano - 7816 interventi
    ...ma anche se lo vedi nel pomeriggio, credimi. occhio che sono 130', quasi tutti e 130 leggeri come una flebo di peperonata. io l'avvisaglia l'ho data. augh.
  • Herrkinski • 18/12/15 04:46
    Consigliere avanzato - 2663 interventi
    Visto.
    Capisco i colpi di sonno, dato che anche a me la palpebra ha leggermente vacillato in un paio d'occasioni; non sono però del tutto negativo a riguardo del film. Il fatto è che secondo me se visto in un'ottica horror è chiaramente fallimentare, dato che di horror c'è ben poco e tutto nell'ultima mezz'ora; secondo me l'idea era di fare una sorta di western crepuscolare e d'atmosfera, quasi tutto basato sul viaggio e sull'attesa. In quest'ottica il film non m'è dispiaciuto e i dialoghi li ho trovati ben scritti fin dall'inizio (in versione originale, s'intende), ben recitati da un cast per me molto buono (non solo Russell). Certo, si potevano tagliuzzare una ventina di minuti almeno e distribuire meglio ritmo ed eventi per renderlo più scorrevole, ma ha un non so che d'accattivante che tutto sommato ha catturato la mia attenzione; forse la cura di ambienti e fotografia, tra le altre cose. Diciamo che se a uno non piace il western e lo vede per il lato horror, rimarrà ampiamente deluso; nel caso contrario invece potrebbe gradire, specialmente se come me ama certo spaghetti-western oscuro e gotico (per intenderci roba tipo E dio disse a Caino.. o La notte dei serpenti) oppure cose di Eastwood tipo Lo straniero senza nome o Gli spietati.
    Per il momento ho l'impressione che oltreoceano stia venendo molto sopravvalutato, ma credo che la verità stia nel mezzo; il regista ha talento e una certa classe ma deve rivedere un po' i ritmi in futuro, a mio modestissimo parere.
    Su un tema non dissimile forse è più papabile L'insaziabile a livello di puro entertainment, ma nel film di Zahler il respiro è del tutto differente.
  • Schramm • 18/12/15 15:29
    Scrivano - 7816 interventi
    Herrkinski ebbe a dire:
    Il fatto è che secondo me se visto in un'ottica horror è chiaramente fallimentare, dato che di horror c'è ben poco e tutto nell'ultima mezz'ora; secondo me l'idea era di fare una sorta di western crepuscolare e d'atmosfera, quasi tutto basato sul viaggio e sull'attesa.(...) Diciamo che se a uno non piace il western e lo vede per il lato horror, rimarrà ampiamente deluso; nel caso contrario invece potrebbe gradire

    no no a me il western piace in tutte le sue forme e anzi il western che la prende ampia larga e profonda mi fa morire. ma zahler a leone non arriva manco a lucidargli gli stivali ed è proprio in quanto western che l'ho trovato una maionese continuamente impazzita. come accennavo sopra, del western gli posso tutt'al più riconoscere la sola mono-dimensionalità da cartolina, l'accontentare e accontentarsi della stereotipia più plastificata, nella quale rientra proprio tutto, fotografia compresa, che assolve al compitino ben fatto e nulla più. non ha respiro epico, non ne rilancia l'epos, i personaggi non lambiscono nemmeno il taglio da fumetto. zero spessore, zero carisma, di loro e delle loro sorti te ne frega presto picche, anzi non vedi l'ora di vederli macellati. io di crepuscolarità e atmosfera ne ho avvertite ben poche, mi è quasi venuta nostalgia di bonanza, per dire. poi certo, il danno raddoppia se in tutto ciò si innesta pure l'horror in un modo così sperequativo. perché capisco fare un film sull'attesa e sul viaggio, ma non puoi sbilanciarmi così gli ingredienti, con 100' dell'uno e soli 20' dell'altro, se possibile quasi più fiacchi e implosivi dei primi 100. l'insaziabile è davvero tutt'altro cosmo, e non dico che doveva per forza farmi un vampires misto straniero senza nome (e se avesse fatto una cosa simile, ancora mi tergerei la bava col dorso della mano), però che cacchio, mi estrai dal cilindro un antagonista così fantasmatico e invincibile, oserei dire carpenteriano da sembrare la versione woodoo di distretto 13 in salsa cannibal ferox, e me la bruci e sprechi così? no no, non ci siamo davvero. e poi sui ritmi sì, c'è da ripensare molto bene tutto da zero (m'hai detto bruscole, eh). perché anche un leone era diluito che più non si poteva, ma le pause determinavano e preparavano il resto, incantando il doppio. felice per te che non ti sei tenuto su schiaffeggiandoti, comunque...
    Ultima modifica: 18/12/15 15:32 da Schramm
  • Daniela • 20/12/15 02:00
    Gran Burattinaio - 5945 interventi
    Beh, Herr, anche io non l'ho valutato negativamente, e non solo per la presenza di Kurt - anche se, come ha subito sospettato maliziosamente Schramm, il suo peso l'ha avuto eccome.
    Però, se le potenzialità di Craig Zahler come regista mi paiono assodate, è anche indiscutibile che il film sia fortemente sbilanciato nei tempi: praticamente ha girato un'ora e mezzo di prologo. Può darsi che, come scrivi, il regista fosse più interessato al viaggio che al suo scopo, ma allora perché andare a scomodare indiani trogloditi cannibali?
    Ho visto e a suo tempo anche apprezzato L'insaziabile, ma non mi è venuto di accostare i due film: i cannibali di Antonia Bird sono uomini indistinguibili dagli altri, pienamente consapevoli della loro condizione ed in grado di esercitare capacità seduttive per reclutare altri confratelli, mentre questi qui sembrano i cugini infarinati degli omarini di Descend.
    Casomai, come ho scritto nel commento, il film mi sembra potersi accostare a The burrowers, altro western con esseri che prediligono la carne umana (questi però decisamente non antropomorfi, per cui non si tratta di cannibalismo). Fra l'altro il prologo è molto simile: anche qui è il rapimento di una ragazza a spingere alcuni uomini, fra cui il fidanzato, ad affrontare un viaggio alla sua ricerca.
    PS: A proposito, se non l'hai visto, prova a darci un'occhiata, credo ti potrebbe garbare
    Ultima modifica: 20/12/15 02:05 da Daniela
  • Buiomega71 • 23/09/23 09:46
    Consigliere - 27153 interventi
    Per il sottoscritto la perfetta fusione tra western classico fordiano e l'horror/survivor cannibalico più viscerale (Zahler è forse l'unico , talentuoso, regista ad avere davvero compreso l'animo del cannibal movie deodatiano e a renderle sincero tributo).

    Teaser di raro cinismo e crudeltà (i due sciacalli di Sig Haig e David Arquette), poi la presentazione dei personaggi nella cittadina di Nuova Speranza, il viaggio picaresco dove Zahler unisce l'ariosità di John Ford, l'avventura di Uomo bianco và col tuo Dio , il crepuscolo walterhilliano di Wild Bill, e i bivacchi e gli agguati del Robert Aldrich di Nessuna pietà per Ulzana

    Si entra così nella psicologia dei personaggi tratteggiati magnificamente (lo sceriffo di uno straordinario Kurt Russell, il dandi pistolero di Matthew Fox-spietato ma intuitivo all'occorenza, l'uccisione a freddo dei due messicani al bivacco notturno, e straziante quando deve sopprimere la sua amata cavalla-il ciarliero Richard Jenkins che stempera un pò la tensione e soprattutto Patrick Wilson sulla via del martirio che si deve trascinare su una gamba ferita che le procura dolore e impedimenti), dove la lunga attesa dello scontro finale viene ripagata con veloci, fulminanti e sbalorditive schegge splatter (le frecce che scoccano dal nulla, le mani che saltano, i tomahawk che spaccano teste, il sangue che imbratta i vestiti e la terra che si tinge di rosso).

    126 minuti di intenso inizio del cammino fino alle sequenze estreme nella grotta della mostruosa tribù antropofaga come non se ne vedavano dai cannibal movie deodatiani e dagli smembramenti romeriani del Giorno degli zombi (e a questo proposito un plauso a David Abbott e ai suoi  impressionanti SFX gore saviniani di incredibile iperrealismo) dove Zahler sposta l'asse dal western selvaggio/classico ad un pseudo remake di Ultimo mondo cannibale, tra scotennamenti alla Salò (o alla Maniac), corpi denudati, villipesi e tranciati in due come un quarto di bue (con fluviale fuori uscita delle viscere), stomaci aperti dove infilarci fiaschette roventi, dita dei piedi tranciate di netto, decapitazioni in puro stile Pamela Voorhees del primo Venerdì 13, rozze tracheutomie (geniale lo strumento del richiamo animale installato nella trachea dei cannibali) e le donne della tribù ridotte a freak con bastoni infilati negli occhi, gli arti amputati e gravide.

    Basterebbe l'ultima parte nella terra dei cannibali a fare di Bone Tomahawk uno dei migliori western-horror mai realizzati (se non il migliore) con quei mostruosi e disumani indiani cannibali, davvero spaventosi (se la giocano con i mutanti delle nuove Colline hanno gli occhi di Alexandre Aja), feroci e spietati, dal look quasi predatoresco, esseri ancestrali e terrificanti che fanno davvero paura. E per quanto possa sembrare paradossale, visto che stuprano e divorano le loro madri (cit.) con una loro etica primitiva (vanno a riprendersi ciò che era loro e che le è stato sottratto, mettono pericolose e macabre avvisaglie sul loro territorio, non stuprano le loro prede femminili bianche).

    Lusinghiero biglietto da visita di uno dei registi emergenti più talentuosi degli ultimi anni (e tra un dialogo tarantiniano e l'altro salta fuori una perla, quando la guida indiana afferma che la tribù di antropofagi-temuta anche dai "normali" nativi americani-non "Mangiano i negri"- riferendosi allo stalliere di colore trovato sviscerato nella stalla dei cavalli-e la risposta di Cicoria: "Forse le staranno indigesti!") dove si respira aria di gran cinema della frontiera e parentesi gore/splatter quasi insostenibili per crudezza e efferatezza.

    Ruoli cameo per Sean Young (la moglie del sindaco che assomiglia alla Boldrini), Michael Parè (sinceramente non l'ho riconosciuto) e un ritrovato James Tolkan (il pianista da saloon dormiente).

    Al netto di ogni considerazione il vero omaggio a monsieur cannibal (con buona pace di inferni verdi, insaziabili e cannibali canterini) dove le gole dei canyon, le cavità delle grotte e  l'antropofagia e i suoi crudeli rituali primordiali mettono davvero a disagio e la sensibilità a prova durissima.

    In soldoni un gran film e che gran regista che è S. Craig Zahler!

    Entra di diritto nella lista delle personali palme d'oro annuali (giocandesola, per ora, con Ex-machina e Hostile).
    Ultima modifica: 23/09/23 16:01 da Buiomega71