Buiomega71 • 14/12/24 10:48
Consigliere - 27161 interventiBranagh prende l'intelaiatura teatral/shakespeariana (citando apertamente anche Dickens), si muove in sfarzo lussureggiante e cura del dettaglio (come in
Hamlet), crea suggestivi (e a volte brutali) flashback in bianco e nero (come nell'
Altro delitto), ci mette humor nero "delittuoso" e sopraffini dialoghi pungenti (come in
Sleuth) e immerge il tutto tra la neve e il ghiaccio (come nel finale del suo
Frankenstein). Il risultato è un pregevole meccanismo a whodunit che si dipana, elegantemente tra indizi, false piste e una torbida storia di bimbe rapite e uccise.
Il perfetto congegno
lumetiano (che il sottoscritto vide la notte dei tempi, ma sapeva chi era l'assassino ma non ricordava assolutamente il movente e quindi è stata, nel bene e nel male, una piacevole e inaspettata sorpresa) viene riproposta dall'autore di
Enrico V in un'impeccabile messa in scena teatraleggiante, con certosina ricostruzione ambientale (meravigliosi i passaggi del treno tra i monti innevati) e d'epoca (costumi, scenografie, atmosfera), virtuosismi depalmiani nelle movenze mozzafiato della macchina da presa e un cast sopraffino (un luciferino Johnny Depp-che odia gli italiani definendoli "il terzo mondo"- e una maestosa e fascinosa Michelle Pfeifer su tutti con Branagh perfetto Poirot).
Tra "mal di denti", pugnalate, dolorosi flashback, pene d'amor pedute (il ritratto, in fotografia, della donna amata da Poirot in passato), kimoni rossi, improvvisi incidenti ferroviari che stanno tra
Snowpiercer e
Cassandra Crossing, gli interni liberty dell'Orient Express così simil
overlookiani fino a un' emozionante finale rivelatore di grande commozione ed empatia giustizialista (non poi così dissimile da quello messo in scena da Park Chan-wook per
Lady vendetta).
Paga pegno il terribile incipit a Gerusalemme "indianajonesco" tra preti, Imam e rabbini (
come nelle barzellette-cit.), insopporabili bimbetti simil zoltankordiani e Poirot che misura la simmetria delle uova e che pesta una cacca che nemmeno Boldi in
Natale in IndiaPer il resto un giallo classico dai sapori nostalgici e vintage, con qualche sterzata morbosetta che viene dal passato affatto disprezzabile, irrorata dal talento di un regista/attore legato a doppio filo col Bardo, che sta una spanna sotto il suo fiammeggiante
capolavoro, assestandosi ai livelli
shafferianiSpalleggia Ridley Scott con la sua ScottFree.
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 3/12/17
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