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Curiosità su Un borghese piccolo piccolo - Film (1977)

CURIOSITÀ

6 post
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  • Ellerre • 5/03/09 10:12
    Call center Davinotti - 1219 interventi
    Segnalo, a tutti gli appassionati di flipper e juke-box, le apparizioni di tali elementi nel film:

    Un flipper AMI “Sprint Girl”,



    un jukebox NSM,



    un flipper probabilmente Williams non identificato.

  • Fauno • 16/09/18 13:54
    Formatore stagisti - 2763 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, un flanetto del film:

  • Fauno • 7/10/19 00:17
    Formatore stagisti - 2763 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, un flano del film:

  • Lucius • 7/09/21 19:57
    Scrivano - 9053 interventi
    Direttamente dall'archivio cartaceo Lucius, un altro flano originale del film:

  • Apoffaldin • 31/07/24 10:38
    Pulizia ai piani - 296 interventi
    ACTORS STUDIO, MUSICA E PANINI

    In un'intervista Alberto Sordi, pur definendo Shelley Winters una bravissima attrice, disse di aver incontrato qualche difficoltà a lavorare con lei per via del suo metodo di recitazione basato sulle tecniche apprese all'Actors Studio di New Jork. "Prima di girare si concentra. Muove il diaframma, regola la respirazione, si ispira ascoltando musiche orientali. Una volta (...) non si decideva a cominciare, era quasi l'una e io me ne sono andato a mangiare un panino. Quando è stata pronta ha chiesto: 'E Sordi?'. Le hanno risposto: "È andato a farsi un panino". È rimasta stupitissima, poi mi ha detto: "Ma come fai a mangiare prima di una scena importante?".

    FONTE: C.P., Non riesco più a liberarmi di questo piccolo borghese, in Corriere d'informazione, 15 marzo 1977, pag.15.

    Successivamente anche Vincenzo Crocitti confermò il metodo di concentrazione preferito dalla Winters: "Ricordo che quando toccava a lei recitare c'era sempre il mangianastri in funzione. Senza la musica la Winters non poteva far niente".

    FONTE: Roberto Serafin, Un pacioccone piccolo piccolo all'ombra di Sordi, in Corriere d'informazione, 23 maggio 1977, pag.15.
  • Apoffaldin • 8/06/25 10:06
    Pulizia ai piani - 296 interventi
    CONTIENE SPOILER

    IL PROTAGONISTA SECONDO SORDI E MONICELLI

    In un'intervista concessa a Callisto Cosulich durante il periodo di lavorazione del film sia Sordi che Monicelli spiegarono quello che secondo loro era il profilo psicologico del protagonista.

    Le loro interpretazioni risultarono quasi opposte.
    Alla considerazione di Cosulich sul fatto che Giovanni Vivaldi, a suo modo, fosse un mostro, Sordi rispose: "Non direi: mostro era semmai il personaggio che vendeva bambini ne Il giudizio universale. (...) Giovanni (...) resta un padre a cui viene tolto -e in quella maniera- il figlio. Quanti nei suoi panni avrebbero le sue stesse reazioni?".

    Monicelli disse che per meglio rappresentare il rapporto di ambivalenza che si viene a creare tra il padre della vittima e l'assassino aveva scelto di far interpretare quest'ultimo da Renzo Carboni, "un ragazzo molto bello e dalla faccia simpatica", mentre non si poteva dire lo stesso di Vincenzo Crocitti, il figlio di Giovanni, che aveva il ruolo della vittima.
    Per Monicelli in campo c'erano due tipi di ferocia: mentre l'insensibilità dell'assassino era episodica, legata alla circostanza, quella dei Vivaldi era atavica.

    FONTE: Callisto Cosulich, Il grande ritorno di Sordi con Monicelli, in Paese Sera. Edizione del mattino, 2 gennaio 1977, pag.9.


    Dopo l'uscita del film nelle sale, un sondaggio di Paese Sera tra gli spettatori stabilì che la maggioranza si dichiarava solidale con la scelta vendicativa del protagonista.

    Questo spinse la giornalista Aurora Santuari a intervistare nuovamente il regista.
    Monicelli disse che l'esito del sondaggio non lo sorprendeva perché l'ambiguità scelta per il personaggio da lui, Amidei e Cerami " non era capitata a caso".
    "Prima di tutto", spiegò il regista, "scegliendo Sordi come interprete, perché il pubblico si può identificare con lui. Sarebbe stato facile un borghese piccolo, piccolo più antipatico. (...) Se avessi preso una faccia sconosciuta sarebbe stato sleale perché, nell'impossibilità di riconoscersi, lo spettatore lo avrebbe subito ricevuto come negativo".

    "In un primo tempo avrei voluto Paolo Villaggio: mi ha fermato il pensiero che lo avrebbero identificato come il "vinto" Fantozzi, e così maggiormente giustificato".

    Va bene, disse la giornalista Santuari, Sordi viene spesso identificato come un personaggio meschino e intrallazzone, ma perché lo spettatore sembra sorvolare su queste sue caratteristiche negative?

    "Non può essere il film a forzare questa consapevolezza", rispose Monicelli, "lo scatto deve nascere spontaneamente".
    E aggiunse: "Sono stato incerto sul volto da dare all'ultimo personaggio che entra in campo, quello che dà lo spintone al padre pensionato. Un birbaccione o un uomo più fragile? Meglio un birbaccione, altrimenti Sordi sarebbe diventato un mostro, e come tale poco tipico e poco significativo. Inoltre ho voluto veloce la sequenza della rapina perché passasse subito di mente. Nessun indugio sull'uccisione del figlio, perché non fosse automatico dare ragione alla vendetta".

    FONTE: Aurora Santuari, Tanti borghesi piccoli, piccoli, in Stampa Sera. Edizione nazionale del mattino, 17 aprile 1977, pag.10.