Tre aggettivi su tutti: assurdo, grottesco, farsesco. Zeppo di facilonerie e di forzature. Il fatto è che acchiappa. Inspiegabilmente si resta inchiodati lì a domandarsi: ma dove si andrà a parare? E non c’è limite alla provvidenza! Parrebbe l’amore raccontato con la leggerezza di Jude Law in Alfie, con la tragedia shakespeariana di Otello, con la psicosi arguta di Hannibal Lecter. Il fatto è che Joe (un bravissimo Badgley) altri non è che un serial killer innamorato e armato delle più pure e buone intenzioni. Ma, ahimè, anche di pistole, martelli e coltelli.
Molto ben tratteggiato il personaggio di Badgley, uno stalker serial killer pericolosamente simpatico. Le influenze ci sono e si colgono tutte: dalla stanza di vetro col pass per il cibo (Il silenzio degli innocenti) al codice di comportamento del "patrigno" (Dexter) ma la vicenda appassiona e la tensione non ha grossi cedimenti. Buono anche il cast di contorno, in particolare il giovanissimo Luca Padovan. Prodotto televisivo più che dignitoso.
Tratta dal famoso libro della Kepnes, la serie riesce a riprodurre in maniera fedele il nucleo originario del libro. Coinvolge dall'inizio fino alla fine nonostante i diversi registi che si succedono nella direzione o dei diversi sceneggiatori. Una serie "malata" che segue il percorso di un serial killer facile preda dell'amore e delle fantisticherie. Una serie dalla portata notevole.
Joe, non proprio a suo agio nella ricca New York, da una piccola libreria muove i propri passi da scafato stalker, pur facendosi ben volere dallo spettatore, agevolato anche da colpire non già serial killer ma comunque spocchiosi, snob ricchi la cui colpa non è tanto questa quanto interferire con la bella Beck. La serie riesce a catturare, nonostante più di un'incongruenza nella storia e più di una faciloneria che smonta l'impianto thriller. L'unico sangue che sgorga è nella sigla iniziale, per il resto è più quello che si lascia intendere di quello che si mostra.
Serie tv incentrata su un affascinante serial killer stalker, parte bene grazie a un Badgley perfetto nell'incarnare un personaggio particolare ma ben tratteggiato. Certo ci vuole un immane sospensione dell'incredulità visto che la (lunga) serie affoga tra assurdità e situazioni al limite del surreale sulle quali bisogna chiudere spesso entrambi gli occhi. E non manca qualche lungaggine di troppo. Ma nel complesso intrattiene, grazie anche a una confezione valida. Finale fin troppo buonista ma inevitabile. Più interessante il controfinale.
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