Prequel dell'originale del '71 e del remake di Tim Burton del 2005. Un personaggio sicuramente interpretato con stile e grandi doti interpretative, ma l'assenza del cinismo espressivo che rendeva affascinante il personaggio dei altri due film stona un po'. La dose di sentimentalismo facile eccede e il film finisce per essere addirittura stucchevole, nonostante la più che buona confezione complessiva e l'ottimo apparato visivo.
Un film dalla doppia anima, visivamente immaginifico e perfetto per il periodo festivo, per il tripudio di scene, colori, coreografie e numeri musicali; dall’altro lato risulta semplificato dal punto di vista narrativo, rendendo mono dimensionale rispetto ai film precedenti e all’opera letteraria la figura di Wonka, romantico sognatore in un mondo zuccheroso e carico di buoni sentimenti. Da rimarcare la buona prova corale di un cast che prevede Chalamet e la Colman come punte di diamante.
Film, con inserti di canzoni, che può vantare una buona dose di fantasia e una bella resa in immagini. Anche il cast è di tutto rilievo, facendo si che la visione risulti gradevole. Siamo ben lontani dal poter parlare di un capolavoro e tutto appare ben calcolato a tavolino (comprese le fasi più "commoventi"), ma tutto sommato la pellicola si rivela più riuscita del previsto. Il personaggio di Wonka appare solamente un lontano parente dei precedenti, ma ciò è sicuramente un difetto veniale.
Più Amélie che Willy, più cioccolato al latte (anzi al miele) che fondente. Insomma, a mancare è la parte spigolosa e caustica di Wonka, presente invece nell'opera letteraria e negli altri film. Si indulge un po' troppo, per la verità si affoga, in buoni sentimenti e canzoncine zuccherose che alla lunga possono stancare. Ma è un film per ragazzini, per famiglie e ci può stare. Impeccabile invece la confezione con scenografie coloratissime e curate, una bella fotografia e tutto il resto. Buoni i ritmi, così che si arriva agevolmente alla fine delle due ore. Buono la prova del cast.
Gli inizio del giovane Wonka che cerca, dopo svariate peripezie, di imporsi nel difficile mondo dei maestri cioccolatai. Tripudio di colore e scene visivamente accattivante che strizzano l'occhio ai giovani spettatori, ammaliati da tante immagini inframezzate da canzoncine simpatiche e "zuccherose". Il limite è il messaggio, che appare edulcorato nonostante una discreta prova corale dei protagonisti.
Pseudo-prequel della Fabbrica del cioccolato e, per il tipo di evocazione visiva, del suo remake: si va alle origini del cioccolataio favoloso, perdendone però la stuzzicante ambiguità e planando decisamente (e banalmente) su un plot ordinario, con il giovane derelitto che in un ambiente vagamente dickensiano combatte contro la congrega dei cattivi. L’impostazione è, felicemente, quella della commedia musicale d’altri tempi, mentre l’invenzione visionario-spettacolare è suggestiva, da piacevole ottovolante di meraviglia.
Pur non raggiungendo i picchi dell'opera burtoniana (soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi), questa sorta di prequel realizzato da King si fa apprezzare per le maestose e coloratissime scenografie, per la bellezza dei costumi e per tutta la parte da musical. Simpatico e zuccheroso, forse adatto più a un pubblico di bambini (è chiaro il target di riferimento), ma nonostante ciò apprezzabile a tutte le età. Confezione e regia di gran pregio, con una più che discreta recitazione del cast (su tutti Chalamet e la truffaldina Colman). Nota di merito per il doppiaggio.
MEMORABILE: La fabbrica di cioccolato portabile; Gli effetti collaterali del cioccolato avvelenato; L'evoluzione corporale del capo della polizia.
Il magico Willy Wonka (Timothée Chalamet) si reca in città per far fortuna e aprire la sua prima cioccolateria, ma si deve scontrare con la diffidenza della gente e la povertà, anche se lui non si dispera mai e va avanti. Tutto si riduce a una prevedibile lotta, fatta di colpi bassi, fra produttori di cioccolato (ce ne sono tre davvero cattivi e invidiosi), fra canzoni intonate, ma dimenticabili, sacerdoti corrotti, con la faccia di Rowan Atkinson e un solo Umpa-Lumpa, con la faccia di uno stravagante Hugh Grant. Non manca la ragazzina da aiutare. Modesto.
Ritorno sul grande schermo di Willy Wonka (personaggio creato da Roald Dahl). Questa volta si narrano le sue avventure da giovane e l'incontro con gli Umpa Lumpa. Film non perfetto, ma che riesce comunque a intrattenere. Le canzoni non sono granché, non rimangono impresse. Regia ed effetti speciali piuttosto efficaci. Hugh Grant simpatico nel ruolo del nano.
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Ma è una nuova versione del romanzo di Dahl, come si legge in nota, oppure è un prequel come si legge nel commento e un po' ovunque in giro? O magari è un misto tra le due cose?
Ma è una nuova versione del romanzo di Dahl, come si legge in nota, oppure è un prequel come si legge nel commento e un po' ovunque in giro? O magari è un misto tra le due cose?
Ma è una nuova versione del romanzo di Dahl, come si legge in nota, oppure è un prequel come si legge nel commento e un po' ovunque in giro? O magari è un misto tra le due cose?
E’ un prequel ispirato al personaggio di Dahl
Lo immaginavo. Grazie dell'informazione. Ma quindi, e qui chiedo a Zender, la V si mantiene lo stesso?
DiscussioneZender • 26/12/23 08:57 Capo scrivano - 48565 interventi
Se è un prequel va il quadrato arancio, anche se non so a cosa andrebbe il verde delle varie versioni. O nessun simbolo, perché è un prequel ispirato al romanzo e non a un film in particolare.