West side story - Film (2021)

Un film pressocché perfetto: splendida fotografia, costumi e scenografie spettacolari, coreografie magniloquenti e attori bravissimi. La colonna sonora, ormai leggendaria, fa sussultare ad ogni canzone, la regia è certosina e geniale ma perfettamente al servizio della storia. Ogni inquadratura sembra un omaggio al cinema che fu: potrebbe essere tranquillamente scambiato per un film degli anni Cinquanta. L'equilibrio tra momenti recitati e numeri musicali è ben dosato nonostante la durata monster. Eppure sembra manchi qualcosa: forse la denuncia politica? L'attualizzazione della storia?

Omaggio ad uno dei più celebrati musical di Broadway, già oggetto di un'altrettanto famosa trasposizione cinematografica considerata una pietra miliare del genere. Niente da eccepire dal punto di vista della messa in scena: lo spettacolo è sontuoso, curato in ogni dettaglio, ed anche il cast di dimostra all'altezza soprattutto per quanto riguarda i leader delle due gang rivali. Però non si comprende la necessità dell'operazione: troppo pochi i cambiamenti rispetto al film di Wise, col risultato paradossale che questo, diretto nel 2021, appare più datato di quello uscito nel 1961.

Mettere mano ad uno dei musical più famosi d'America e già trasportato magnificamente al cinema non era cosa semplice e soltanto un maestro come Spielberg poteva realizzare un'opera tanto eccelsa nella messa in scena e rispettosa dell'argomento trattato. Dal punto di vista sonoro e delle scenografia è ineccepibile e, nonostante la storia sia conosciuta e ricca di cliché narrativi, non manca di emozionare, grazie anche all'ottima direzione di un cast impeccabile, bravo sia nelle parti musical che in quelle di classica recitazione. Difficile diffidare di un film che ha tanta potenza.

Alla consueta domanda su dove sia l'urgente senso del remake dinnanzi a un capolavoro (teatrale e cinematografico) conclamato, Spielberg, dall'alto del suo magistero, sembra dare la stessa pedissequamente immaginifica risposta di Van Sant realizzando un'opera che rispetta la lettera e il senso della prima versione, con lievissimi spostamenti simbolici (Rita Moreno al posto di Doc, l'esplicito trasgender, il ruolo più persecutorio della polizia). Il risultato è uno straordinario spettacolo che aggiunge poco ma nulla toglie rispetto all'universale irreversibilità di Amore e Morte.

Il "cantore" per eccellenza del cinema americano, Steven Spielberg, si cimenta con la rischiosissima impresa del remake del più classico e celebre dei musical. Al netto di qualche variazione stilistica non imprescindibile, il risultato è pienamente soddisfacente, fatta salva ovviamente la mancanza di originalità dell'operazione. Si tratta di uno spettacolo visivamente appagante, con un'ambientazione metropolitana affascinante, performance musicali eccellenti e un'ottima prova del cast (Ariana DeBose su tutti). Utile per fare conoscere un classico alle giovani generazioni.

Due gang rivali si sfidano per il dominio di un quartiere. Il remake è rielaborato dando maggiore precisione ai numeri musicali (nella prima parte son notevoli) e curando la messa in scena. La trama diviene man mano più drammatica ma i contendenti hanno meno appeal degli originali, soprattutto nel reparto femminile dove una volta c'era la Wood. Anche nella conclusione non viene trovata l'inquadratura vincente. La fotografia parte satura nei toni blu, poi viene smorzata.

Girato con estro e mestiere, riesce a riproporre un classico del genere senza generare troppo scompiglio o rimpianti. Spielberg dirige molto bene un cast eterogeneo e che non abbisogna di nomi altisonanti, la vicenda è quella classica con il giusto ritmo e scenografie adeguatamente rivitalizzate. Menzione particolare per le due attrici protagoniste, la Zegler e la DeBose, mentre la parte musicale e coreografica mi pare espressa con indubbia professionalità.

Operazione che lascia freddini. Davvero c'era necessità di riproporre il celebre musical, già portato su grande schermo 60 anni prima da Robert Wise? Probabilmente no, a meno che non si tratti di un atto d'amore di Spielberg verso la pellicola originale. Il nuovo lavoro lascia completamente soddisfatti sotto l'aspetto tecnico (e chi poteva dubitarne?), ma non altrettanto sotto quello artistico. Il difetto maggiore risiede proprio nel materiale di partenza: brani musicali (non esaltanti) che interrompono troppo spesso una storia che avrebbe già comunque tempi troppo dilatati.

Spielberg riporta il musical agii Sessanta, letteralmente. Talmente è curata la confezione, dai costumi ai colori alle scenografie, che sembra effettivamente di assistere a un film dell'epoca. Coreografie ottime, belle interpretazioni, canzoni ormai notissime. Manca però un po' l'anima al tutto, che si sprigiona davvero solo nei momenti più tragici perché quelli romantici o più spensierati lasciano un po' freddi, tanto che la durata imponente a volte si fa sentire. Comunque un esempio di cinema ben girato e senza sbavature tecniche, che accontenta molto l'occhio.