Marcia per la libertà - Film (2017)

Marcia per la libertà
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Marshall
Anno: 2017
Genere: biografico (colore)
Note: Aka "Marshall". Ispirato a un caso processuale affrontato in anni giovanili come avvocato da Thurgood Marshall, noto per essere stato il primo giudice nero a essere nominato come membro della Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1967.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Solido giudiziario che porta in scena uno dei casi di cui si occupò il giovane avvocato Thurgood Marshall (Boseman), abituato a perorare, per conto della NAACP (National Association for the Advancement of Coloured People), le cause degli afroamericani soprattutto negli stati in cui il razzismo imperava.

Siamo nel 1940 a Greenwich, in Connecticut, e l'autista nero (Brown) di una ricca signora bianca (Hudson) è accusato dalla donna di averla stuprata e successivamente gettata nel fiume da un ponte. L'uomo nega recisamente e Thurgood, che come missione ha quella di difendere solo chi è convinto sia innocente, gli crede. Scelto come partner un giovanissimo avvocato delle...Leggi tutto assicurazioni, Sam Friedman (Gad), inizialmente riluttante (non si era mai occupato di penale, fin lì), seguirà il processo senza poter parlare in aula, come impostogli dal giudice (Cromwell).

L'impostazione è quella più tipica del genere, affrontata linearmente e con estrema chiarezza in modo da poter mettere in luce le qualità di un soggetto che propone diversi punti interessanti e intuizioni sfiziose, come quella di proporre come avvocato della difesa un ebreo in un momento storico (l'alba della Seconda Guerra Mondiale) in cui la razza ebraica veniva crudelmente perseguitata ancor più di quella afroamericana. L'interrogazione dei testimoni, i battibecchi tra gli avvocati, gli interventi del giudice, i piccoli colpi di scena disseminati come d'abitudine tra una testimonianza e l'altra, permettono di mantenere alta l'attenzione di chi guarda, mentre la lodevole prova corale del cast aiuta a entrare ancor meglio nella vicenda parteggiando inevitabilmente per la parte dell'accusato.

Ottimo il modo con cui sono costretti a comunicare Thurgood e Sam senza che il primo possa aprire bocca, mentre all'avvocato della donna viene concesso uno sprazzo d'umanità nell'ultima parte, di fronte al grido disperato di chi cerca di far capire come per chi è nero, in America, non sia affatto facile agire come logica richiederebbe. E se anche non si tratta di una commedia, qualche rara battuta si riesce a infilare comunque (Thurgood che racconta a Sam perché fin dall'infanzia ha un solo testicolo, ad esempio) e la regia garantisce un ritmo spedito che ha solo qualche piccola frenata quando divaga rispetto alla traccia del processo per dare forma ai personaggi principali (la moglie incinta di Thurgood con le serate al night, quella ebrea di Sam con i riti). Azzeccata l'interazione con montaggio alternato sviluppata per l'arringa conclusiva, interessante l'approccio al processo in chiave antirazzista, ben descritta la figura dell'accusato, al quale Sterling K. Brown è bravo a infondere la serietà necessaria.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/02/18 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 9/05/24
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Daniela 19/02/18 23:26 - 12702 commenti

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Il titolo italiano è, come spesso succede, fuorviante: non c'è nessuna marcia, se non in senso figurato, in quanto viene narrata una delle tante sofferte tappe del processo di affermazione dei diritti degli afroamericani in un paese imbevuto di pregiudizi razziali.. Ispirato ad un caso di cronaca che all'epoca fece scalpore, un film processuale di stampo classico, discretamente confezionato ed interpretato con professionalità, ma anche molto convenzionale e in alcuni snodi assai prevedibile.

Capannelle 20/02/18 00:23 - 4422 commenti

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Biografia del primo giudice nero a entrare nella Corte Suprema, pone l'accento sulla determinazione del protagonista di fronte a discriminazioni che si estendevano pure agli organi istituzionali dove era chiamato a esercitare. Pulito, ordinato ma incapace di trovare il guizzo oltre la media se non nella classica arringa processuale. Anche come ambientazione, fotografia e un certo didascalismo non si discosta dai film tv che sulle biografie ci si buttano a capofitto.

Galbo 26/06/19 17:36 - 12422 commenti

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Un caso basato sui pregiudizi razziali che interessò un futuro giudice (afroamericano) della corte suprema. Ne viene tratto un film processuale abbastanza canonico nella struttura e nello svolgimento e che si svolge sul filo della prevedibilità, ma che tuttavia si segue con un certo interesse per la professionalità con cui è realizzato. È buona la ricostruzione ambientale e il cast ben scelto offre una buona prova. La regia non è ispirata più di tanto. Titolo italiano incongruo.

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  • Curiosità Daniela • 19/02/18 23:29
    Gran Burattinaio - 5929 interventi
    Sulla figura di Thurgood Marshall, primo giudice nero ad essere nominato membro della Corte Suprema degli Stati Uniti, si può vedere l'ampia scheda su wikipedia in lingua inglese, essendo quella in italiano assai scarna:
    https://en.wikipedia.org/wiki/Thurgood_Marshall