In piena epoca biker-movie arriva questa perla di Laughlin che sfrutta una struttura tipicamente da western; a partire dall'eroe solitario (lo stesso regista, qui improbabile indiano), che per look e portamento ricorda i classici del genere, fino ai vari scontri coi malviventi, tra l'altro non privi di una violenza grafica notevole per l'epoca. Cast ben assortito, con un comparto femminile ben scelto; il film esagera un po' con la durata (quasi due ore), comunque non annoia anche grazie a un buon equilibrio tra dialoghi ben scritti e azione.
Da qui nacque il più noto Billy Jack, vincitore a Taormina. Film che vede la popolazione di una cittadina della California che tollera, per timore di ritorsioni, lo strapotere di un banda di odiosissimi motociclisti. Il tema della vendetta richiama i futuri poliziotti alla Merli o, ancor meglio, i cittadini che si ribellano, alla Bronson (d'altra parte la tematica nasce sempre negli USA). Ci sono esagerazioni, ingenuità, inutili ripetizioni, ma i dialoghi fra buono e cattivi sono sapidi e interessanti. C'è Jane Russell in scena per cinque minuti: fantastica.
MEMORABILE: La parte di Jane Russell: talento e carisma.
Eccezionale pellicola studiata per un decennio intero da Laughlin prima di dirigerla. Solo apparentemente soltanto di "bikers", ha cambiato un certo tipo di cinema action per la sua modernità e inventiva, per la totale innovazione, con le primissime arti marziali apparse in occidente. A bassissimo costo e dall'enorme successo, un po' come l'anno dopo riuscirà a Romero per l'horror. Impossibile sminuire la portata mitologetica di un personaggio come Billy Jack. Dialoghi perfetti, attese, scene d'azione e violenza mai viste prima nel 1967, forse solo in Peckinpah e Leone.
MEMORABILE: La sequenza dell'uccisione di Jeremy Slate con il colpo di fucile in mezzo agli occhi, a spaccare in due gli occhialoni bianchi; Il tema beat; Laughlin.
Più che per la rara violenza fisica, per quanto molto realistica come esito di percosse (volti tumefatti alla grande!), il film è all'avanguardia per la violenza psicologica, sotto forma di intimidazione e situazioni senza via di scampo. Non per niente il capo gang e anche i più energumeni si danno forza con la loro calma e il loro sarcasmo, tanto da far perdere ogni sete di giustizia ai genitori delle ragazze violentate (tranne una, che si becca una confessione dalla figlia che è la vera rasoiata allo spettatore!). La resa dei conti fa sorridere perché è quasi una figura geometrica.
MEMORABILE: "Mi bastano il cielo, la terra e il tuo amore"; Il cappello dell'indiano; La spregiudicatezza della ragazzina, sola contro un'intera gang.
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