Assodato che Josh e Sam sono i due fratellini protagonisti della storia, colpiscono nel titolo originale i puntini che separano il nome di Sam, come se si trattasse di una sigla. Capiremo poi perché: deciso a sfruttare la propria fervida fantasia per tirare un brutto scherzo al fratello, Josh (Tierney) fa credere a Sam (Fleiss) di essere nientemeno che un bambino geneticamente modificato e di aver trovato nel computer del padre (Tobolowsky) documenti che attestano la sua natura non del tutto umana. S.A.M. starebbe infatti per Strategically Altered Mutant, una nuova razza di bambini a cui sono state acuite molte facoltà per essere arruolati giovanissimi come soldati in una fantomatica guerra in Africa....Leggi tutto Il povero Sam (che fa la seconda elementare) non ha le capacità per capire di esser stato preso in giro e comincia a credere veramente alla cosa e di dover andare in Canada per raggiungere altri bambini come lui guidati da tale miss Libertà, una biondina che i due incontreranno davvero sulla via e che Sam non può che credere sia la ragazza di cui gli ha parlato il fratello. Vai a quel punto a spiegargli che era tutto uno scherzo... Niente da fare: l'obiettivo di Sam è raggiungere il Canada e così comincia l'avventura on the road per i due, in fuga da genitori separati che non sembrano troppo interessati a loro. Un bel gioco dura poco, si dice, ma "de-programmare" un povero ragazzino di 8 anni ormai convinto di essere una sorta di supereroe non è facile... E così questo diventa il vero leit-motiv del film, l'origine delle gag migliori, con il piccolo che riconduce tutto ciò che gli capita a segreti piani del Pentagono. Al di fuori di questo non è che JOSH AND S.A.M. offra molto di più: l'avventura sulle strade degli stati del Sud (si parte da Dallas, dove l'aereo su cui i due viaggiano fa una sosta imprevista causa maltempo), con il più grande che guida l'auto fino all'incontro con la bionda che diventerà quasi una sorella aggiunta, è più che altro un frammentario dibattere sul modo per tirare avanti e sui sistemi con cui convincere Sam che quanto dettogli non è affatto vero. Se però Sam sa essere simpatico, nella sua geniale ingenuità, altrettanto non si può dire di Josh, un po' troppo svogliato e raramente incisivo. Né aiuta molto la stereotipata interpretazione di Martha Plimpton nei panni di Alison/Liberty. Un prevedibile bagno nei buoni sentimenti che cerca di approfondire il rapporto tra fratelli con una certa grazia e gusto. Più volte si sorride, ma la confezione è standard e si sente la mancanza di qualche buon attore che intervenga più spesso (c'è Chriss Penn, ma è solo di passaggio). Nel ruolo di Leon, uno dei due fratellastri dei protagonisti, un giovanissimo Jake Gyllenhaal allora dodicenne (ma già riconoscibile, sguardo in tralice e sorriso son gli stessi). Discreto, il film non brilla ma sa intenerire divertendo più di quanto non facciano altri prodotti simili.