Una commedia dallo strano retrogusto che tende a trasformarsi, nell'ultima parte, quando il divertimento lascia lo spazio a qualcosa d'altro, di non facilmente definibile, che troverà compiutezza nell'epilogo, in cui persino il titolo acquisirà nuovi significati. Scritto, diretto e interpretato da Maurizio Casagrande, il film apre con il protagonista fermo a una pompa di benzina in attesa della sua compagna (Sabrina Impacciatore), mentre in auto si ferma lì Biagio Izzo in quella che è la prima di tante partecipazioni “straordinarie”. Intorno a Casagrande, Marcorè (nel ruolo dell'amico fidato), la Impacciatore e Margareth Madè (la...Leggi tutto terza, bellissima incomoda), si alternano infatti sulla scena Maurizio Mattioli (forse la figura più misteriosa), Vincenzo Salemme (un simpatico sketch all'agenzia immobiliare), Pino Insegno (l'avvocato, ben riuscito il duetto), Alena Seredova (cliente dell'albergo dove Casagrande lavora come concierge), Giobbe Covatta (il prete), Simona Marchini e altri ancora, tutti protagonisti di sketch comunque quasi mai pretestuosi. Se la regia fosse all'altezza della sceneggiatura sarebbe potuto uscire un buon film; così è invece un'opera un po' incompiuta e zoppicante, con un Marcorè inadeguato (per quanto non demeriti) e una Impacciatore in parte svampitella fantozziana. Casagrande ci mette l'anima e supera i suoi limiti come attore, ma è lo script (pur non originalissimo) il punto di forza.
Commedia sentimentale con un retrogusto nero come da diverso tempo non se ne vedevano in Italia. Peccato che il parco attori non sia assolutamente in grado di tenere in piedi quest'idea interessante che rimanda addirittura a Lucio Fulci (l'orologio di Le porte del silenzio e Non avere paura della zia Marta vi dice qualcosa?). Un vero peccato, perché se liberato dai troppi sentimentalismi e dal poco talento di Casagrande, l'idea non sarebbe stata affatto male.
Commediola senza una vera e propria classificazione che, seguendo un plot sentimentale, si miscela con situazioni paradossali che appaiono sketch in alcuni casi avulsi dalla narrazione. Il tutto appare decisamente edulcorato, con un finale abbastanza telefonato. La Impacciatore è brillante ma ripetitiva, Casagrande non brilla e tra gli special guest brilla Izzo, mentre Mattioli appare un enigma. Mediocre.
Un esordio insolito questo di Casagrande alla regia, perché se all'inizio sembra una semplice commediola sentimentale, nel finale un colpo di scena cambierà tutto rendendo l'operazione finalmente sensata. Peccato che proprio la regia sia approssimativa e quindi in molti momenti si sfiori la noia, nonostante qualche sketch comico riuscito e una buona interpretazione di Casagrande. Lo stuolo di comparse illustri non sempre è necessario (fra i duetti più riusciti quello con Izzo e quello con Insegno). Interessante, ma non realizzato al meglio.
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