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La nostra recensione di Una donna al limite

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Si parte subito con un suicidio dal tetto. A lanciarsi nel vuoto è Kathy, gemella tossicodipendente di Susan (Willis). Quest'ultima lavora come reporter in una trasmissione di cronaca nera e giunge sul posto senza sapere che la donna che si stava per uccidere era proprio sua sorella. Coincidenza? Un bel po'; d'altra parte la credibilità non fa parte delle poche qualità del film. Sembrerebbe ad ogni modo un suicidio evidente, di fronte a frotte di curiosi che dal basso guardano, ma Susan si convince che non è così.

Nel frattempo il suo programma ha bassi ascolti e il prime time le viene soffiato dal dottor Mitch (Patterson), specializzato in casi...Leggi tutto umani. Questi, per un'altra coincidenza, si era occupato proprio di Kathy e Susan ci fa così conoscenza più approfonditamente. Il "dottor affetto", come lo chiama, diventa anzi suo amico, a sorpresa, mentre una seconda ragazza si tuffa nel vuoto. Suicidio, a detta di tutti, ma di nuovo a Susan la cosa puzza e si accorge che un giovane attraente (Sirow) era il ragazzo di entrambe le poverette. Ancora una coincidenza? Stavolta no, pare al contrario un indizio importante. La polizia però se ne disinteressa, anche perché tende ad accantonare il caso almeno fino al terzo tuffo nel vuoto... Solita lettera d'addio ma dubbi che si moltiplicano davvero, a questo punto. Basterebbe pensare che accanto alle prime due è stato trovato sempre lo stesso orsetto di peluche giallo...

Ce n'è abbastanza per indagare e Susan lo fa, andando a parlare con la coinquilina di sua sorella (drogata pure lei) e con il fratello della seconda vittima, che la evita in modo antipatico senza un motivo. La catena di suicidi si allunga e forse persino la polizia capisce che qualcosa di strano c'è. Pure nella sceneggiatura, che affastella una tal quantità di scene arrangiate alla bell'e meglio o prive di logica (si pensi all'unico omicidio vissuto "in diretta") che non c'è da stupirsi se poi anche il finale thrilling sul tetto fa ridere i polli per quanto male è girato... La protagonista Rumer Willis, dal volto piuttosto singolare, il mento accentuato e lo sguardo assai profondo, regge discretamente il ruolo ma è affiancata da comprimari (se si esclude Jeffery Patterson, che un minimo di carisma ce l'ha) che davvero poco convincono, con il seduttore Michael Sirow che rimorchia belle ragazze nuove ogni sera neanche il tempo di conoscerle...

C'è un buon momento nel prefinale, in cui il telefonatissimo killer esce allo scoperto, ma non basta proprio a rivitalizzare una produzione televisiva raffazzonata, sconclusionata, le cui scene danno l'impressione di essere malamente appiccicate l'una all'altra, i personaggi lasciati in balia di dialoghi miseri... Non che manchi del tutto la professionalità, ma l'unica figura a trovare un briciolo di tridimensionalità è il dottor Mitch, grazie anche a un Patterson che individua le corde giuste. Il resto ristagna in attesa che la storia, elementare nella sua concezione, arrivi alla sua naturale chiusura facendo meno danni possibile. E il peluche giallo? Boh, uno dei tanti elementi che sembrano racchiudere grandi misteri e si rivelano solo espedienti estemporanei infilati dentro come capita...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/05/23 DAL DAVINOTTI
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