Un giorno alla fine di ottobre - Film (1977)

Un giorno alla fine di ottobre

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/05/16 DAL BENEMERITO LUCIUS
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Lucius 13/05/16 14:22 - 3015 commenti

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Anche i grandi sbagliano: si parte da un soggetto già di per sé pesantuccio: parlare di contestazioni, di sociale in una città dal punto di vista metereologico infelice come può essere Milano, per lo più in inverno... E' dura da reggere. Se non fosse per la colonna sonora di altissimo valore e l'impegno di Al Cliver, che qui regala anche un nudo integrale, non si salva molto altro. Il doppiaggio è deficitario e i dialoghi risultano poco spontanei. Non si capiscono inoltre le ragioni di questo amore maledetto... Uggioso in tutti i sensi.

Didda23 17/10/16 09:15 - 2426 commenti

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Sorprendente opera di Spinola che mostra una predisposizione per il mezzo davvero notevole, creando scene dall'indubbio gusto visivo (complice una straordinaria Milano dai "colori" autunnali). La vera forza del film sta nelle piccole cose, soprattutto in dialoghi che sanno analizzare perfettamente - senza essere retorici - la situazione politica e sociale che fa da sfondo alla vicenda che - fondamentalmente - è una storia d'amore simile a molte altre. Il linguaggio è credibile, la prova degli attori solida e le musiche di Patucchi non male.
MEMORABILE: Il bellissimo discorso sul senso dell'arte in una società consumista e capitalista; L'incontro fra la Belle e il fratello in prigione; Il finale.

Markus 21/01/19 10:00 - 3682 commenti

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Milano, in autunno. Un giovane impiegato si concede una giornata di svaghi e fortuitamente incapperà in una ragazza da perdere la testa... Scioperi e cortei di contestatori (siamo nel '77) fanno da cornice a una tiritera amorosa… vestita di mestizia. Al Cliver non molto in parte, meglio Annie Belle. Film dall'affascinate aria retrò (le musiche jazzistiche, il grigiore d'altri tempi) che però difetta di un mancato approfondimento dei personaggi e denota una struttura narrativa talvolta zoppicante. Film in ogni caso meritevole di visione.

Herrkinski 20/01/19 22:54 - 8072 commenti

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Un film piuttosto curioso che però a tratti sembra non sappia bene dove andare a parare; se infatti il rapporto Cliver/Belle (entrambi in parte) si muove su coordinate abbastanza prevedibili e canoniche, dall'altro c'è la volontà di far riflessioni sulla politica e la società mostrando un'umanità pittoresca, volutamente nevrastenica e depressa sullo sfondo della grande metropoli (una malinconica Milano autunnale). I dialoghi però sono spesso troppo sopra le righe e non credibili, nonostante il divertente utilizzo di accento e dialetto meneghini.
MEMORABILE: Il classico finale pessimista settantiano; I tassisti e i tranvieri che parlano in milanese.

Fauno 31/01/22 16:38 - 2208 commenti

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Un film insulso per cento minuti come potrà mai finire? Con un'insulsaggine da capogiro! Viene solo una gran rabbia a rendersi conto che in quegli anni in cui veramente si era liberi e si avevano tutte le agevolazioni per stare bene, si perdesse tempo a cercare astrusi sensi della vita, sempre alla ricerca di se stessi solo per darsi la scusa per essere abominevoli... Come chi si fa passare tutto sotto il naso, tanto Dio o papà vedono e provvedono. Per fortuna è stata scelta una giornata autunnale e una Milano soporosa, così da togliere ogni dubbio sulla votazione.
MEMORABILE: Il discorso col fratello in carcere; La moto in rodaggio (tanto per avvalorare ancor più la stupidità di chi la guida).

Panza 27/03/22 22:37 - 1834 commenti

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Il protagonista (un Al Cliver in parte) è come un sacco vuoto sospinto dal vento che vive seguendo i binari della routine, senza nient'altro al di fuori di un insoddisfacente lavoro. E' lo spunto per un ritratto malinconico, ma che poteva essere più approfondito, di un inetto che si aggira sperso in una Milano altrettanto deprimente incontrando qualche persona, tra cui una donna. Si eccede nel metraggio, accentuando la lentezza di certe scene, tentando di offrire una maggiore forza comunicativa e quando non si parla il ritmo inevitabilmente cala. Ottime le musiche di Patucchi.

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