Tom à la ferme - Film (2013)

Tom à la ferme
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/10/13 DAL BENEMERITO BELGAZZARA
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Belgazzara 30/10/13 15:42 - 27 commenti

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Il quarto Film di Xavier Dolan, forse il primo che verrà distributito in Italia grazie alla vittoria del premio FIPRESCI a Venezia 2013, conferma il talento del giovane cineasta francocanadese. Sull'onda di un'evidente ispirazione ozoniana (Amanti criminali, Gocce d'acqua su pietre roventi), Dolan azzecca luoghi, tempi e facce in un thriller dove paura e attrazione danzano in un tango spiazzante ma ruvidamente vero. Un'opera che esce dai comuni canoni della cinematografia gay per esplorare quelli più infidi delle regole dell'attrazione.

Cotola 21/12/14 23:19 - 9009 commenti

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Interessante film in cui Dolan affronta le sue tematiche preferite (su tutti l'omosessualità, palesata e nascosta, ed il rapporto madre-figlio qui magari non tanto contrastato ma strano e per certi versi morboso) ma lo fa in maniera un po' diversa dal solito. Lo stile è infatti più controllato e sobrio ma non per questo banale e presenta una bella ed affascinante fotografia. La storia è interessante, e riesce a coinvolgere visto che sotto certi aspetti vira dalle parti del thriller, pur senza mai sfociarvi pienamente. Un buon film.

Daniela 2/01/15 11:16 - 12622 commenti

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Tom si reca in campagna per partecipare al funerale del compagno. La madre del morto, che ignorava l'omosessualità del figlio, gli chiede notizie circa una fidanzata inesistente, mentre il fratello maggiore lo tratta in modo aggressivo... Xavier Dolan riprende alcuni temi del film d'esordio, dirigendo ed interpretando un dramma sentimental/familiare con cadenze di thriller psicologico: come il protagonista, sospeso fra attrazione e repulsione, anche lo spettatore viene tenuto sulla corda, in attesa di un evento (confessione, bacio, assassinio) continuamente rinviato. Reticente, affascinante.
MEMORABILE: Il tango nel granaio

Saintgifts 8/01/15 17:59 - 4098 commenti

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Ambiguo e sospeso. Se per la sospensione, vista la frequenza nelle opere cinematografiche (ma anche perché spesso è più lecito sospendere che concludere), ci può essere un'accettazione totale, per l'ambiguità si possono fare certi distinguo. Tutto parte dal fatto che non si vuole far sapere alla madre dell'omosessualità del figlio, innescando così un profluvio di situazioni in cui Dolan sembra sguazzare dicendo e non dicendo. È un autunno di ogni cosa, grigio e fangoso, in attesa del gelo invernale, ma senza la sicurezza della primavera.

Paulaster 22/05/15 18:06 - 4389 commenti

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Dolan esplora la non accettazione nei confronti dei gay stavolta nell’ambito della scomparsa del compagno. Sembra tutto qui, invece il film fa entrare nel microcosmo di una famiglia malata che morbosamente ospita il protagonista. Prima parte sofferta e brutale tipica del suo cinema, che vira poi verso lidi thriller dapprima interessanti ma che chiudono a salve. Anche nei mutamenti delle psicologie risulta imperfetto: sebbene nei momenti isolati incolli alla visione (specie con la madre), fatica a dare una struttura solida alla sceneggiatura.

Bizzu 19/06/15 14:06 - 217 commenti

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Mi sembrava che in Mommy ci fosse quasi "troppo" ma mi devo ricredere: non è nulla in confronto a questo precedente delirio. Cos'altro dire su un film che parte come dramma a sfondo omosessuale e termina diventando quasi un "le origini del motel Bates"? In mezzo c' è qualsiasi tipo di mentalità deviata, comportamento sbagliato, eccesso verbale e non. In una scena vediamo Tom lavarsi le mani insanguinate mentre piange. Ha ucciso un animale? No, l'ha fatto nascere. Sarà la chiave di lettura di tutto il film, con la sua violenza esasperata?

Pigro 10/09/16 09:56 - 9635 commenti

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L’altrove moltiplicato all’ennesima potenza, composto di passioni, violenze, ambiguità, bugie, in cui lo stesso spettatore si perde spaesato. La campagna (vs città) per Tom è la scoperta di un altro mondo interiore: l’attrazione masochista per il fratello omofobo del suo compagno morto è un’ossessione deragliante, che scardina le difese e trascina noi stessi in una narrazione dalle nuances thriller, che non lascia scampo, risucchiati come siamo in un maëlstrom che non finisce, dove il paesaggio e i primissimi piani si rispecchiano sterminati.

Capannelle 18/12/16 23:50 - 4398 commenti

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Film interessante che soffre di una parte centrale discontinua dove l'interesse per la strana e potenzialmente esplosiva situazione creatasi nella fattoria procede a strappi e non viene approfondita del tutto. Da un lato fa bene Dolan a evitare facili cliché e sbocchi drammatici, dall'altro si ha la sensazione che il rapporto ambivalente col fratello del morto dopo un po' sappia di artefatto e di troppo allegorico.

Giùan 29/01/17 07:17 - 4539 commenti

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Decisamente meno riuscito rispetto al successivo Mommy, ha dalla sua una evoluzione narrativa più ponderata e meno antipaticamente tonitruante, scontando d'altra parte una certa succedaneità stilistica (che Dolan riesce peraltro a dissimulare con la vitalità della sua fagocitante naivetè giovanile). Così se la storia dell'attrazione/repulsione tra Tom e Pierre non è particolarmente nuova (come il personaggio forzatamente "autistico" della madre), la cornice della "fattoria" autarchica è resa con vertiginosa calibratura. Bravi Xavier attore e Cardinal.

Rebis 1/03/17 10:02 - 2332 commenti

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Dolan informa il countryside canadese nella tradizione del gotico americano: tra gli spettri edipici di Psycho e le aberrazioni familiari di Non aprite quella porta, metabolizza e rielabora il thriller agorafobico in chiave gender, traducendolo in una ricerca identitaria, tra forme adattive, tabù culturali e omosessualità repressa. Stilisticamente gioca in sottrazione rispetto alle opere precedenti, ma la bulimia di temi è caratteristica, completista e tratti persino pretestusa; e l'agnizione finale, che rivela e sospende, non riesce a sostanziare una vera epifania.

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Pinhead80 27/10/17 19:10 - 4719 commenti

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Tom decide di far visita alla famiglia del suo ex appena morto con l'idea di confessargli il loro amore segreto e proibito. Ma ben presto si renderà conto di essere finito in un baratro di follia. Dolan chiede allo spettatore un impegno non da poco perché lo sottopone a una sorta di auto-riflessione sull'essenza del dolore e della perdita; mostra il lato grottesco di una famiglia incapace di accogliere la verità e di andare avanti. Più i personaggi scavano nel passato e maggiore diventa la necessità di fuggire dalla realtà. Intenso.

Nando 30/10/17 15:36 - 3810 commenti

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Un giovane conosce la famiglia del compagno defunto entrando in una spirale di bugie, reticenze e malcelata violenza. Una narrazione di buon impatto che mantiene un ottimo ritmo sino al liberatorio finale, miscelando il melodramma con il thriller. Ottimo il cast, con Dolan più tormentato che mai e totalmente a suo agio con il tema dell'omosessualità.

Galbo 22/12/17 06:35 - 12380 commenti

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Thriller sentimental-esistenziale diretto da un regista che pare ispirarsi ad Alfred Hitchock per la tensione che tende progressivamente a svilupparsi, in particolare tra le due figure maschili principali. Notevoli la caratterizzazione psicologica dei personaggi e una sceneggiatura che dipana progressivamente la storia, rivelando una famiglia chiaramente disfunzionale che pare attirare irresistibilmente il protagonista. Molto efficace l’ambientazione, affascinante e opprimente al tempo stesso. Notevole.

Nancy 2/06/18 00:55 - 774 commenti

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Il film corre su un filo teso tra thriller ed erotismo tra i due protagonisti maschili, tema trattato in maniera molto insistente nella prima parte del film che si risolve un po' nella seconda quando si iniziano a svelare le carte. L’andamento lentissimo non aiuta a entrare nella vicenda, ne fa anzi sentire piuttosto estranei, la regia si perde in lunghi e vanitosi primi piani su un sé stesso sofferente che sfocia nell’overacting. Interessanti comunque l’ambientazione, la fotografia, la scelta del cambio di aspect ratio. Noiosetto.
MEMORABILE: La scena del tango nel fienile e la complementare scena nel bosco.

Myvincent 2/04/21 18:32 - 3726 commenti

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Un biondino stralunato si presenta al funerale del suo compagno, ma dovrà sottostare alla messinscena ordita dal fratello per nasconderne l'omosessualità, secondo un copione sadico ed aggressivo. Nella provincia francese si deve mantenere la facciata sociale. In un crescendo di violenza si sviluppa una storia assurda e volutamente contraddittoria, in cui la vittima resta attratta dal suo carnefice solo attraverso sguardi e sottintesi. Purtroppo il tutto si traduce in un progetto pretenzioso e confuso, che lascia troppe responsabilità conclusive al paziente spettatore di turno.
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