Machine girl è un prodotto a ridotto budget e lo si comprende dai primi fotogrammi; però ha il merito di essere oltremodo irriverente nei confronti di alcuni generi, gore e splatter in primis, che magari si prendono troppo sul serio. Seppur economica la produzione non ha lesinato nell'acquisto di sangue finto, che viene profuso in enormi quantità: a volte denso, altre quasi vaporizzato. L'interpretazione è forse il tasto più dolente del film, ma si può soprassedere. Citazioni a grappolo.
Immaginate di vedere un film di Rodriguez/Tarantino ma esageratamente condito di migliaia di citazioni e con un uso di sangue spropositato. Dal trailer mi ero gasato tantissimo, poi una volta visto il film (in lingua originale) diciamo che mi son semplicemente divertito. Nulla più. Personalmente non so se riuscirei a rivederlo tutto; comunque una visione la merita, meglio se in compagnia dei propri amici.
MEMORABILE: È talmente esagerato che di memorabile vi è quasi tutto!!!
Pagliacciata in salsa orientale caratterizzata dalle inevitabili frasi retoriche (una fiamma sul braccio provoca la frase: "Brucia!"; le dita della mano amputate: "Fa male!", e via di tal banalità). L'autore plagia Tarantino, che a sua volta ha plagiato gli orientali, e mette in scena combattimenti in stile "arte marziale", ninja, iperviolenza grottesca e surreale, dialoghi da neurodeliri e, naturalmente, una cronologia degli eventi - basati sulla vendetta della ingenua rivelatasi leone - a ritroso. Pure l'arto sostituito da una mitragliatrice (che sparge sangue a secchiate) è una citazione.
MEMORABILE: L'uomo con esplosivo in testa, infilato nella nuca da una potente macchina da fuoco; il taglio delle dita e a seguire dell'arto della protagonista.
Quando gli eccessi riescono col buco, spesso si rischia che il buco si dilati fino a diventare voragine e vanificare l'eccesso. E questa trascurabile sciocchezzuola con picchi di sguaiata demenza da prima elementare, non è sicuramente all'altezza delle esagerazioni che propina. Il risultato è pari a un Ittenbach che scimmiotta il peggiore cinema orientale che scimmiotta il peggiore Ittenbach. L'apologia del vuoto pneumatico e del budello a buon mercato spicca sfacciata e beata, contrastata a singolar tenzone dall'astenia di chi la testimonia.
Senza pretese, mostruosamente esagerato, iper parodistico nelle uccisioni e bagnato con litri e litri di sangue dove galleggiano spezzatini umani. E' questo il sunto del film, con una protagonista a dir poco determinata nel perseguire la sua vendetta e che verrà affiancata da un'altra donna altrettanto coriacea e letale. Va dato merito al regista di aver studiato bene i vari ammazzamenti, rendendoli così pazzeschi (gente divisa in quattro, magli staccatesta, chiodate in faccia, spadate in bocca, nel cervello...) da confezionare una pellicola piuttosto godibile e riuscita nel suo genere.
MEMORABILE: Il cuoco, per punizione, mangia le sue dita col sushi; Sgambetto con amputazione; Scarnificato dai proiettili; La super lutto gang!; Tette rotanti!
Un delirio splatter e gore, divertente, estremamente inverosimile e possibilmente da guardare a cervello spento. Se non fosse per alcuni momenti che sfiorano l’amatorialità più becera sarebbe quasi un piccolo capolavoro. I personaggi e le situazioni sono paradossali e ben costruiti e l’amore per il genere è sviscerato all’ennesima potenza. Da vedere ma solo per chi ama il genere.
Noboru Iguchi HA DIRETTO ANCHE...
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Effetto "circolare" della citazione: questo allucinato splatter (nipponico) deve molto al Grindhouse di Tarantino/Rodriguez (guardatevi il trailer e capirete perché) ma si configura come divertissement dai canonici ingredienti giapponesi: cibernetica, splatter, umorismo ed azione sfrenata. Il film ha già presenziato in qualche Festival, ma verrà rilasciato ufficialmente il 2 Agosto di quest'anno in Giappone (in DVD Usa il mese successivo).
Speriamo arrivi anche da noi...
Qualcuno un giorno svelerà l'arcano: ovvero i misteri che stanno dietro alla psicologia giapponese, in grado di proporre solamente personaggi che hanno reazioni eccessive, isteriche e schizofreniche.
La protagonista, ad esempio, si scontra con la ragazza dell'amico del fratello che la odia perché ritenuta figlia di genitori assassini.
Le due si scontrano a sangue e, dopo essersele date di santa ragione, nel lasso di due secondi diventano amiche per la pelle!
I dialoghi (ad onor del vero potrebbero essere causa di un doppiaggio infelice) sono da camicia di forza e suscitano l'ilarità per quanto grotteschi.
Come può, uno ridotto a fette dalle lame lanciate dai ninja, urlare mentre va a pezzi dalla testa ai piedi?
Poi vorrei vedere, nella realtà, se ti tagliano le dita di una mano mantenere la lucidà e, invece che urlare, limitarsi a constatare che: "Fa male!".
Zender ebbe a dire: Parrebbe molto interessante, come film... Vedere un uomo a fette potrebbe essere un buon effetto :)
Anche questo effetto non è nuovo: lo si è molto meglio visto in I 13 spettri (il dimezzamento tra porte scorrevoli dell'avvocato) ed è stato riproposto (con mattanza di gruppo sulla nave) in Ghost Ship, pellicole dirette entrambe da Steve Beck!
Più di recente il sezionamente del corpo (maschile e femminile, però) è riapparso in Final Destination 2 e Wrong Turn 2...
Comunque per fare senso, fa senso anche perché in questo caso non si tratta di una mutilazione a metà... ma riguarda in modo particolare il viso.
Il ritorno di Hattori Anche qui, come in Kill Bill, viene citato Hattori Hanzo. Ma mentre nel film di Tarantino era un famoso costruttore di spade, in questa pellicola non pare avere a che fare con quell'arte, o almeno non viene specificato.