Dopo lo sciapo Che fine ha fatto Osama Bin Laden?, Spurlock torna brillantemente negli Stati Uniti per mettere alla berlina il mondo della pubblicità contenuta, più o meno esplicitamente, nelle pellicole cinematografiche. Come ovvio, l'autore si "vende" per pagarsi interamente il film con degli spot dallo stile quasi serioso (che idea geniale!). Ironico e divertente in più tratti, l'operazione si può dire estremamente riuscita. Interessante l'intervista a Quentin che spiega il motivo per il quale ha deciso di girare le iene e Pulp Fiction all'interno di un Wendy's.
MEMORABILE: Lo spot del prodotto utilizzabile sia dagli umani, sia dagli equini...
Meta-documentario che narra la raccolta pubblicitaria per il meta-documentario che stiamo guardando, una sequela di colloqui surreali con svariati consigli d'amministrazione intervallati da doverosi, concordati e spudorati momenti di brand placement. E persino la promozione del film fa parte del film, mostrando quanto il brand placement vada oltre lo schermo, stampandosi addirittura sull'abito da sera del regista e occupando un posto di rilievo nel trailer frutto di un gran lavoro di psicomarketing. E l'arte? Qui ce n'è ancora tanta.
Morgan Spurlock HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneRaremirko • 31/05/20 00:04 Call center Davinotti - 3863 interventi
Spurlock parte sempre da spunti originali/curiosi per i propri docufilm ed anche questo non viene meno. Regge bene per un'oretta poi magari si nota un pò di noia, ma comunque il tema è vero: il marketing è strapresente in qualsiasi cosa, cinema incluso.
Notevoli certi intervistati (Abrams, Tarantino, Berg, Ratner, ma anche Trump), simpatico il film che Spurlock vuole commercializzare, è proprio il caso di dirlo.