Povertà di mezzi direttamente proporzionale all'indigenza di idee e immaginario di un artifex inetto (di poco qualitativamente superiore al coevo indifendibile Schnaas) padroneggiano questo horror a episodi in digitale. A Ittenbach non riesce di meglio che compensare le proprie mancanze cinematografiche alzando lo splatterometro e la gratuità ai massimi livelli. In quel che ha tutta l'aria di essere un laboratorio di f/x mascherato goffamente da film si trema pochino, si sbuffa e si sbadiglia parecchio e si maledice il tempo perso. Se l'amatorialità un brivido vi dà, accomodatevi pure
Ittenbach non vuole compiacere nessuno; o sali sulla sua giostra e ti diverti o scendi e te ne torni a casa. The burning moon non ha trama, è politicamente scorrettissimo ma sprigiona una passione per il genere ammirevole. Gore e splatter che gioiscono ad ogni inquadratura, effetti speciali pregievolissimi e un finale di quelli davvero spaccanervi. Peccato che il film trovi il suo maggior difetto nelle scene diurne, in cui la fotografia rasenta i limiti dell’amatorialità. Sulfureo, brutto, grottesco, isterico e senza una minima logica, ma per i fan del genere è un luna park.
Portmanteau in due episodi che trova nel gore la sua unica raison d'être, nonostante sia palese l'impegno di Ittenbach nella costruzione di un certo lirismo morbido che trascenda l'exploitation-value e l'artigianalità della messinscena (Buttgereit rimane però su ben altri livelli). La prima storia è un semplice e onesto slasher sanguinario con un pazzo innamorato; la seconda alza tiro esibendo le gesta omicide di un prete satanista e culmina in una splatterosissima vendetta ultraterrena che sconfina in barkeriani scorci infernali (un po' da luna park, invero). Solo per aficionados.
MEMORABILE: Il prete stupratore; L'incredibile supplizio del giustiziere, fra denti trapanati, eviscerazioni con arnesi disparati e smembramenti gambali fulciani.
Film volenteroso ma, per ovvie ragioni di budget, molto irrisolto. L’approccio alla regia di Ittenbach risulta comunque prestante e piuttosto disciplinare e l'idea di regalare nel secondo segmento una discendenza malefica alla religione funziona. Il clima incubotico del primo tassello invece è dato tutto dal vertiginoso splatter che, nonostante molte sequenze al limite dell’amatoriale, regala emoglobina a palate.
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