La regìa di Borowczyk era "inquietante" nel bellissimo La Bestia, non solo per la presenza di scene scabrose, perché si intuiva qualcosa di "non normale" anche quando la situazione era svincolata dal torbido. La controprova è in questo film, nel quale il regista prende la protagonista di una vicenda popolare e la sballotta lungo i tornanti e i tormenti della vita, con una maestrìa registica impressionante. Attori eccellenti. Molto notevole.
Meraviglioso, appassionante romanzo d'appendice filmato con nervoso manierismo da un Borowczyk vestitissimo - ma l'ultima mezzora tradisce e suggerisce visionarie esposizioni delle carni - sa dischiudere tra i costumi Primo Novecento pruriginosi immaginari ed isterie, feticismi e amenità. Macchina a mano che vibra all'unisono con le passioni galoppanti, va a caccia d'inattese soggettive e spasmi, trova soluzioni compositive sopraffine e modernissime. Tensione narrativa da applausi. Lussureggiante, bravissima Grazyna Dlugolecka. Il capolavoro del regista.
MEMORABILE: Lo scambio delle lettere nella stessa abitazione. L'aborto...
Borowczyk fa il bravo bambino e compone un film d'epoca molto più melodramma che erotico. Mi dicono addirittura che le uniche scene osè siano state aggiunte nella versione destinata all'export. Presenta una messa in scena di classe ma per essere un dramma dalle tinte forti non c'è tutto il coinvolgimento che ci si può aspettare. Brava la Dlugolecka nei classici panni della sfortunata (e autolesionista) Ewa.
Bella e giovane donna viene spiata dal prete in confessionale, luogo frequentato perché -pur timorata di Dio- è vittima di umane tentazioni carnali. Il rapporto tra sacro e profano, tra spirito e corpo, tra desiderio e proibizione si manifesta nel tentativo della protagonista di esorcizzare il piacere mediante punizioni corporali e tormenti della carne. Storia drammatica e profonda, narrata con uso appropriato della colonna sonora, che testimonia come per Borowczyk la musica non ha funzione meramente accessoria, ma diventa invece parte integrante del racconto seguendone il ritmo e le immagini.
Lo scandoloso regista polacco si cimenta in questo melodramma ottocentesco pervaso da un accecante pessimismo. Le vicissitudini di Ewa di fronte ad una controversa passione amorosa sono corredate da una musica appropriata e da una confezione eccellente. Scabroso e feticista quanto basta.
MEMORABILE: La drammatica scena dell'infanticidio.
Molta cura nei dettagli e nei costumi, scenografie realistiche e una storia melodrammatica con alla base un sentimento straziante, quello di Ewa, una donna preda e vittima del suo amore e della sua travagliata esistenza che la porterà anche ad intraprendere il più antico mestiere del mondo. Poetico, mai volgare, non visionario ma manieristico. Cosa non si fa per Amore...
In molte sequenze, la luce sembra filtrata dalla grata di un confessionale, e in effetti il film è una lunga confessione di peccati d'amore, la cronaca della caduta di Ewa dall'Eden dell'innocenza all'inferno della perdizione, con una catarsi finale che è, al contempo, il trionfo dell'amore e la liberazione dello spirito dalla debolezza del corpo. L'utopia della purezza, la poetica del peccato, la retorica della redenzione in un melò decadente e febbrile, di quasi insostenibile intensità.
MEMORABILE: L'infanticidio. L'amplesso... al curaro!
Borowczyk ha trovato l'eroina giusta per mostrare come una donna sa amare e cosa sia capace di fare per amore. Dopo un inizio non troppo brillante (ma già dalla confessione si possono intuire sviluppi futuri), ma con avvenimenti che lasciano il segno in Ewa, il film prende il via raggiungendo a tratti, sia per tecnica che coinvolgimento, vette piuttosto alte. Il romanzo è stato portato sulla pellicola rispettandone le atmosfere, ricco di particolari e musicato in modo originale. Ewa mostra mille facce, rimanendo però sempre integra nell'intimo.
Melodrammone con una prima parte (vicina a certo Truffaut, soprattutto quello de Le due inglesi) intensa e stimolante che involve in un secondo tempo gratuito e ripetitivo, fiacco nel tirare le somme (goffa la scena finale) e rovinoso nella descrizione della protagonista, da volitiva fino all'estremo a succube fino all'umiliazione senza che ce ne venga fornita alcuna motivazione convincente. Regia elegante ma a tratti vagamente febbricitante, montaggio spesso impreciso. Notevole la protagonista, musiche che sfiorano l'invadenza. Così così.
La protagonista (una donna sensuale) crede di aver trovato il proprio dio maschile: con lui può essere femmina vera e non ha intenzione di essere dirottata dalla sua ossessione; è amore o follia? È amore folle. Con nobile maniacalità per i dettagli, sui quali si sofferma spesso la tremolante (è questo un valore espressivo) macchina a mano, curando la messa in scena e la direzione degli attori Borowczyk compone un appassionato e tragico fotoromanzo melodrammatico d'ambientazione Belle Époque (che è un buon film ma non mi ha fatto impazzire).
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*)Pur essendogli precedente, il film uscì nel nostro paese solo dopo il successo riscosso da "La bestia" **)I distributori puntando sui più bassi pruriti degli spettatori e ritenendo la pellicola poco appetibile dal punto di vista erotico, aggiunsero una posticcia scena che ricalca molto da vicino quella ormai celebre della rosa contenuta nel film precedente. Tale
scena ebbe il suo effetto tanto che un grande scrittore come Moravia ne parlò ampiamente, lodandola, nella sua recensione sul film pubblicata su "L'Espresso".
Purtroppo per il mercato italico bisogna ancora fare affidamento sulla cigolante VHS dell'Esprresso (o RaroVideo) per I Classici Proibiti che presenta il film nella durata di 1h;58m contro 1h;48m dell'osceno DVD Ermitage riversato da una pellicola devastata da tagli e segni...
La vhs della Cosmo Video in mio possesso dura 2 ore, 04 minuti e 33 secondi. Ottima comunque la notizia della nuova uscita in digitale, anche se non è il miglior film del sommo vate Borò, un pò noiosetto anzichenò.
Il DVD RHV è assolutamente integrale direi e con una qualità sbalorditiva per chi viene dalla cigolante VHS! Finalmente un'edizione decorosa per questo bellissimo film. Audio italiano e polacco mono, sottotitoli ita, formato 1,77:1. Immagine brillante e molto definita. Titoli di testa e coda in polacco. Extra: il cortometraggio "Scuola" di Walerian Borowczyk.
Il master trasmesso da Cielo dura 2:01:40. Sicuramente non corrisponde al master visto nei cinema nostrani, mancando totalmente l'inserto della masturbazione.
I titoli di testa sono quelli originali con in aggiunta il titolo "Storia di un peccato" riportato (conservando il font) sotto il titolo originale. Facendo un rapido confronto con i master da 2 ore e 04 che girano online direi che la prima scena di sesso su Cielo mi pare tagliata, ma per il resto non ho individuato altre differenze...
Qualità video veramente buona.