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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Sotto sotto si avverte lo spirito dei fratelli Blues (che si esplicita nella presenza dell'ex membro fattosi prete), ma questa versione emiliana è una rilettura molto meno scatenata, del film di Landis, che dietro all'idea della vecchia band funky decisa a riunirsi coltiva in primis la storia di Orlando (Roia), quarantenne ormai senz'arte (il gruppo si è sciolto molti anni prima e lui non ha proseguito la carriera musicale) né parte: ha perso il fratello e la di lui moglie nel terremoto del 2012, i quali hanno lasciato sola al mondo la piccola Angelica (Bertolotti). I sopravvissuti, tornati tutti...Leggi tutto sotto lo stesso tetto, quello dei genitori di Orlando, sono diventati una sorta di famiglia anomala, con la piccola che mantiene con Orlando un rapporto dolce e molto particolare. Lui cambia lavoro senza sosta, licenziato costantemente dopo pochi giorni per negligenze varie, e per una serie di contingenze gli salta in mente di ricostituire i Cuori Aperti, che il loro piccolo successo l'avevano avuto. Dopo esser passato a restituire alla loro manager di allora (Lear) il disco d'oro che le avevano ignobilmente rubato, Orlando comincia il suo giro: Fredo (Pannofino), che suona ancora ma solo ai matrimoni, accetta con entusiasmo, Ivan (Marcorè) con qualche riserva in più, Zeno (Cioni) e Stringa (Gherpelli) si aggregano solo dopo una grande opera di convincimento. E poi c'è Chiara (Mastronardi), la ex che sta per sposarsi con tale Attilio (Facciotti), conosciuto proprio durante uno dei loro concerti. Ma la relazione con Orlando ha lasciato anche in lei una complicità difficile da non notare. Un doppio binario (quello della ex e della ex-band) che finirà col fondersi in u matrimonio da festeggiare a bordo di una barca sul Po, il cui vecchio capitano (Pagliai) sembra voler apparire a tutti i costi il saggio che consiglia, rassicura e si astrae dal pragmatismo per rifugiarsi in un mondo ai confini del sogno. Non un personaggio tra i meglio studiati, va detto, per un film che funziona bene solo sulla carta e nelle ambientazioni, le rive del fiume tra la campagna emiliana, ben ripresa da una fotografia che la coglie in tutta la sua solarità. Ma al di là di una leggerezza piacevole, di una voglia di affrontare senza troppi impegni una storia semplice, naturalmente prevedibile in ogni suo sviluppo, è difficile non riconoscere un certo imbarazzo nella direzione del cast: il protagonista non trova la necessaria spontaneità, la brillante Bertolotti (esordiente) ha un'espressività e una comunicativa notevoli ma tradisce ovvi impacci, la sempre simpatica Amanda Lear gigioneggia con poco costrutto e lo stesso Marcorè s'è visto recitare molto meglio altrove. Se la cava invece la Mastronardi in un ruolo che interpreta con facilità e, tra i minori (giusto un cameo), un impagabile Vito nel ruolo del parroco che deve concedere la libertà di partire col gruppo a Zeno. Si prosegue così, tra un incontro tenero con la ex in odore di "addio al nubilato" e qualche esibizione live dei Cuori Aperti, magari in una balera a cantare "Arriva la bomba" di Johnny Dorelli. Un po' di prove, piccoli problemi con la nipote undicenne e i genitori, il tutto racchiuso in un film senza pretese, semplice e vivo come vuole la tradizione emiliana (celebrazione del Po compresa).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/10/20 DAL BENEMERITO GALBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 26/03/21
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Galbo 3/10/20 07:32 - 12380 commenti

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Dopo avere perso il fratello e la cognata in seguito ad un terremoto, un ex musicista vive di espedienti in una casupola vicino al Po. Debutto del regista Alberto Rizzi, un film che vive delle suggestioni visive dei bei paesaggi padani e di una buona ricostruzione dell’atmosfera della provincia italiana. Purtroppo la sceneggiatura è fatta solo di spunti e la regia manca di ritmo. Buone le interpretazioni con un ottimo Alessandro Roja e curiose partecipazioni come quelle di Amanda Lear e Red Canzian. Buona la colonna sonora. Nel complesso non male. 

Bubobubo 4/10/20 21:27 - 1847 commenti

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Nel terremoto ad epicentro emiliano del 2012 il musicista Orlando (Roja) ha perso non solo fratello e cognata, ma anche l'abitazione, il lavoro e, più in generale, il senso della propria esistenza. Basterà la vicinanza della nipotina Angelica (Bertolotti) a farlo ripartire? Commedia in agrodolce ben diretta dall'esordiente Rizzi, che sceglie tuttavia di lavorare su un soggetto usurato, prevedibilissimo dall'inizio alla fine (anche nel prologo metanarrativo con Pagliai) e ben poco coinvolgente. Fra le interpretazioni brave Mastronardi e la piccola Bertolotti, non bene Roja e Lear.

Victorvega 20/03/21 22:00 - 501 commenti

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Nulla di trascendentale: la storia è oltremodo banale nello sviluppo e nelle conclusioni. L'attitudine è quella dei film facilmente dimenticabili. Eppure alla fin fine occorre dire che questo presenta una certa freschezza, personaggi simpatici e una bellissima fotografia, che immortala e rappresenta al meglio le location. Il protagonista non eccelle per recitazione, eppure appare adatto. Interessanti le partecipazioni straordinarie.

Ultimo 25/07/21 10:29 - 1653 commenti

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Un film dal quale era lecito aspettarsi di più. La vicenda prometteva bene, ma lo sviluppo non è dei migliori e si aggrappa alle iniziative del protagonista (un convincente Roja) e a poco altro. I tempi non vengono gestiti come dovrebbero e spesso si rischia di perdere il filo, e per questo la pellicola non va oltre la sufficienza tirata. Il finale poi sa di visto e stravisto. Tra gli altri, la Mastronardi ha senza dubbio vissuto giorni migliori. Mediocre.

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  • Discussione Caesars • 2/02/21 09:32
    Scrivano - 16800 interventi
    Una piccola curiosità su Amanda Lear, che esula dal mondo del cinema.
    La prima sua "apparizione" di una certa importanza fu sulla copertina del disco dei Roxy Music "For Your Pleasure"