Che la Gardner sia una diva lo si vede dagli sguardi (ora miti ora funerei) e dal modo elegante di fumare; qui è una miliardaria che tiene soggiogati dei giovani con lo stratagemma della libertà pura e totale, ma la sua altro non è che una sete di dominio e di prevaricazione per illudersi di durare eternamente utilizzando la sua ricchezza per contrastare il decadimento fisico. Da una follia di base ci si può aspettare di tutto e il film prende quota nel finale. Il suo pupazzo McShane non è classificabile poiché sempre sbronzo; è ottimo il suo rivale.
MEMORABILE: Gli occhiali gialli come strumento di potere; La misteriosa bevanda.
In un ruolo dai contorni quasi autobiografici (è una miliardaria terrorizzata dall'idea di invecchiare), Ava Gardner è la diva di sempre (e anche il cast di contorno non demerita), ma il film, adattamento moderno di un racconto del folklore scozzese nonché unica regia dell'attore , nel suo complesso non decolla: sembra intriso di quella cultura libertaria tipica del periodo, ma in realtà non graffia come dovrebbe in termini di morbosità. Più tedioso che thriller, anche se gli ultimi venti minuti regalano una discreta tensione. Onnipresenti le musiche di Stanley Myers.
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Il film trae spunto da una ballata appartenente al folklore scozzese (la Tam Lin del titolo originale). Tra i tanti artisti che l'hanno eseguita, meritevoli di citazione sono sicuramente i Fairport Convention: il brano è presente nel loro album "Liege & Lief"