Avvincente thriller psicologico di impostazione teatrale, che riesce a giocarsi molto bene le non troppe carte a sua disposizione. Elegante la messa in scena, azzeccati i pochi esterni inglesi, ottima l'alchimia tra i due protagonisti: se Perkins giocava sul suo terreno e naturalmente non delude, la vera sorpresa è un Bronson spaesato e lontano anni luce dai rocciosi personaggi che interpretava abitualmente. Anche la Ireland, benché utilizzata con parsimonia, ha modo di brillare. Efficace e non scontato il finale parzialmente aperto.
Perkins (che visti i suoi trascorsi è già a dir poco inquietante nei panni di uno psichiatra) si mette in casa il povero smemorato Bronson e approfitta della sua condizione per servirsi di lui per uno scopo diabolico: uccidere l'infedele moglie. Thriller psicologico di chiara matrice hithcockiana, quasi tutto realizzato in un ambiente chiuso. Non c'è il rigore cinematografico di Nodo alla gola o Delitto perfetto, ma Gessner riesce a mantenere un certo ritmo narrativo, servito da due protagonisti eccezionali.
MEMORABILE: Il volto da animale confuso di Charles Bronson, vittima innocente che avrebbe preferito una moglie traditrice piuttosto che tornare a non sapere chi è.
È un gioco crudele, malizioso, dalla discendenza teatrale e psicologica: Gessner mette in piedi questo teatrino della follia grazie ad un sottile Anthony Perkins ed uno spaesato e bravissimo Charles Bronson (una delle migliori prove per lui). Notevole anche la scelta di ambientare tutto nell'Inghilterra del sud, ventosa, piovosa, grigia... grigia come la materia della mente umana.
Il congegno sarebbe nteressante, se non pretendesse troppo dalla benevolenza dello spettatore cui si chiede di accettare una quantità spropositata di cose implausibili. Basta un primo piano di Perkins per capire che - come al solito - avrebbe bisogno delle prestazioni di un collega (ma poi non è un chirurgo, all'inizio? ) e anche l'acquiescenza dell'animalesco Bronson pare eccessiva: abbinamento curioso, però. Così così.
Thriller quasi "monoambientale", con un bel duetto d'attori, che paga più di un impaccio. Il risultato finale non è malvagio o quantomeno ha un suo perché, ma con un neo troppo evidente: è prevedibile. Basta guardare in faccia Perkins per capire che qualcosa non quadra ed in pochi minuti lo spettatore anche meno intuitivo ha un quadro quasi completo della situazione. Tuttavia il merito è di riuscire a non far abbassare la tensione sotto il livello di guardia. Peccato che manchi qualche guizzo, qualche sorpresa e che il finale sia in parte incompiuto. Si può vedere.
Sorta di kammerspiel tutto basato sul trio Bronson-Perkins-Ireland, impegnati in performance cerebrali ma al tempo stesso molto emotive; sembra proprio di assistere a un'opera teatrale, vista la staticità della location (la casa dello psichiatra) e le modalità con cui vengono introdotti, per brevi interventi, gli altri pochi attori del cast. A suggellare un'opera raffinata e d'atmosfera, il vento, il mare e il grigiore inglese, che trasmettono una sensazione di mesta tragedia nel finale sospeso. Un dramma della gelosia riuscito, seppur lento.
Basta guardare in volto Perkins, qui nei panni di uno psichiatra mentalmente disturbato alle prese con un paziente "rimorchiato" nella sua villa, per capire che nessuno meglio di lui avrebbe potuto interpretare, con tale maestria, il ruolo per eccellenza della sua carriera. Una trama degna di Hitchcock e valorizzata dalle interpretazioni del cast, vi farà piombare nell'incubo più profondo in un'assolata costa inglese. Il bagliore del sole e le tenebre dell'animo. Chi sono io?
Non è un divertimento scintillante come lo sarà ne Gli insospettabili, eppure il gioco a due fra Perkins e Bronson funziona discretamente. Purtroppo il buon Anthony, come Hester Prynne de "La lettera scarlatta", porta ricamata in bella vista una lettera: non la A, ma la P di Psyco... e lo spettatore sgama da subito ogni sua possibile gherminella. Un costante filo di inverosimiglianza e qualche cedimento nel finale; tirate le somme è passabile.
Un uomo completamente privo di memoria viene trovato in stazione e portato al più vicino ospedale. Qui verrà accolto e "accudito" da un dottore affabile e scrupoloso che se lo porterà a casa sua. Il film funziona bene fino a quando non si capisce dove si vada a parare, e questo purtroppo lo si capisce troppo presto. Peccato perché i due protagonisti sono due mostri di bravura e tengono la scena solo con i loro sguardi glaciali e allo stesso tempo feroci. L'azione non è molta ed è tutta concentrata nella parte finale, ricca di tensione. Era lecito attendersi di più.
Produzione francese dall'ambientazione d'oltremanica che del cinema francese racchiude pregi e difetti: a un ritmo per lunghi tratti soporifero, con uno sviluppo tutto in funzione della resa dei conti finale, fa da contraltare una buona caratterizzazione psicologica dei personaggi, con un Anthony Perkins perfido, ambiguo e circospetto come il Norman Bates di hitchcockiana memoria. Meno riuscito il personaggio di Bronson, anche qui accompagnato dalla compagna di vita Ireland. Finale non proprio soddisfacente, come se si avvertisse la mancanza di qualcosa.
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HomevideoBuiomega71 • 29/05/14 20:29 Pianificazione e progetti - 23912 interventi
In dvd per Mustang Entertainment, disponibile dal 08/07/2014