La vicenda narra della tassista Aurora che ha un figlio non vedente. Per restituirgli la vista ci sarebbe bisogno di una costosa operazione, dunque la donna cerca il denaro necessario dai tre presunti padri attraverso varie peripezie. A parte il ruolo improbabile di “tassinara” affibbiata alla sofisticata Loren, il film regge per la costruzione sentimental-lacrimevole dal taglio paratelevisivo. Un suo pubblico dunque lo ha. Il film si avvale del vero figlio di Sofia: Edoardo.
Il ritorno al cinema italiano di Sophia Loren avvenne a metà degli anni '80 con questo film diretto da Maurizio Ponzi che narra la storia di una tassista con un figlio cieco. Il risultato artistico appare deludente, nonostante la confezione patinata e l'illustre cast (accanto alla Loren recitano anche suo figlio, Philippe Noiret e Ricky Tognazzi). In particolare è poco equilibrato il rapporto tra toni di melodramma e commedia e il tutto ha un'impronta troppo televisiva.
Sentimental-familiare con tendenza al "lacrima-movie" (anche se con ben altre finalità): Sophia Loren torna a fare capolino nel cinema di casa nostra con una storiella molto italiana e per questo molto realistica. Buona la recitazione crepuscolare di Ricky Tognazzi.
Il ritorno della Loren al cinema italiano è un dramma con punte di commedia o viceversa, che sfocia ben presto nel patetico, nel ridicolo e sotto certi versi nell'inverosimile. Si potrebbe quasi dire che siamo dinanzi a una sorta di Filomena Marturano in versione tv e on the road. Con un finale più drammatico sarebbe stato quasi un lacrima-movie. E invece non ci viene data nemmeno la soddisfazione dell'epilogo tragico.
Il rapporto tra gli amanti di un tempo e le richieste di denaro, seppur con nobilissimi intenti, qui è reiterato alla lunga, con una regia televisiva di ordinaria amministrazione e buoni interpreti. Più interessante invece il rapporto madre-figlio on the road, dove la cecità è la dimensione del desiderio dell'affetto paterno e del ricordo della madre, quel "qualcosa di biondo" del titolo. Ma l'essere non vedenti è qui anche il non accettare ipocrisie, compromessi, delusioni di un mondo che vuol rimanere idealizzato nel sogno del bambino protagonista.
MEMORABILE: Il bambino sorvola i monti, entusiasta anche se non può vederli; Edoardo dopo l'operazione toglie la maschera prima del tempo prestabilito.
Per racimolare l'ingente cifra necessaria per una costosa operazione agli occhi al figlio cieco, Aurora è disposta a tutto, pure cercare i tre presunti padri del bambino dicendogli che è loro figlio per farsi dare una parte dei soldi. La Loren torna al cinema recitando col suo vero figlio in quello che è un dramma familiare ricco di buoni sentimenti. La parte migliore e meno sdolcinata è quella con Tognazzi. Nonostante il cast, resta un film particolarmente anonimo.
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DiscussioneGugly • 29/07/09 22:30 Archivista in seconda - 4712 interventi
Sempre dal dizionario Stracult, se non erro: la critica spietata del film si concentra sul fatto che si comprende come inizialmente la protagonista del film dovesse essere una prostituta,anche abbastanza matura. Ma Donna Sofia voleva apparire con il profilo giusto...
CuriositàZender • 4/01/10 01:02 Capo scrivano - 48946 interventi
Il ruolo andato poi a Ricky Tognazzi (che ci vinse anche il David di Donatello) doveva essere interpretato da Francesco Nuti, che rinunciò proprio all'ultimo momento, dopo aver ampiamente dato il suo assenso ed essendo ormai pronto a girare.
Fonte: intervista a Ricky Tognazzi negli extra del dvd Caruso Paskoski di padre polacco
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (domenica 1° febbraio 1987) di Qualcosa di biondo: