Fronte francese, 1944: in apertura si è subito trascinati in medias res dal realistico furore delle operazioni belliche, ma l’origine teatrale della pellicola porta in primissimo piano – e in crescendo durante la claustrofobica convivenza dovuta all’assedio – tensioni e conflitti psicologici tra i militari, stimolando una coraggiosa invettiva contro il verticalismo ipocrita dell’esercito e, indirettamente, contro il sistema democratico falso o malato che lo tollera. Immensi l’eroico Palance, il distinto Marvin, il combattivo Smithers e Albert, vigliacco figlio di papà-padrone. Esacerbante.
MEMORABILE: Il cadavere di Palance, con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata.
Tratto dal dramma teatrale di Norman Brooks "Fragile Fox" (titolo bellissimo), Bob Aldrich dirige un film bellico che si dipana intorno alla guerra, dando più peso ai conflitti interni tra i soldati dello stesso esercito, relegando i nemici sullo sfondo. Le furiose scene di battaglia presenti sono dirette con polso e sublimate da un sapiente montaggio. Eccellente il cast, con una menzione particolare per il bravissimo Eddie Albert. Sicuramente una delle vette più alte raggiunte dal cinema di Aldrich.
Il meglio del film si ha nella parte finale, con un Jack Palance furioso contro il suo capitano. Dialoghi perfetti che in un film di guerra ho visto raramente. Aldrich ha girato un bel film, ma come ho già detto, la prima parte è tirata troppo per le lunghe.
Il capitano è inetto e codardo e lascia i suoi soldati allo sbaraglio sotto il fuoco nemico: film sulla guerra, ma soprattutto sul coraggio e la responsabilità o, per stringere il campo, sulla capacità di chi comanda o governa e sulla legittimità dell'insubordinazione. Aldrich è attento nel calibrare l’azione con la riflessione (aiutato dal testo teatrale originario) e riesce a creare un’opera compatta e incalzante, anche se alcuni passaggi sono un po’ tirati per le lunghe. Notevole la recitazione tesa e alla fine quasi spiritata di Palance.
Come sfondo di questo film di Aldrich abbiamo la guerra. Ma sarebbe riduttivo definirlo "solamente" un film bellico perché in realtà il regista ci mostra molto di più. Egli va a scavare nell'animo dei personaggi e ne delinea sin dalla primissima scena i caratteri fondamentali di ognuno di essi. Se, come afferma Eraclito, "il carattere di un uomo è il suo destino" allora questo film ne è la dimostrazione più vera.
Eccellente film bellico diretto da Aldrich che sviscera temi importanti e per l'epoca
poco esplorati, poi ripresi copiosamente in decine di pellicole. Il regista gira con
grande maestria ed evita i pericoli della staticità nonostante il film sia tratto da un'opera teatrale e preveda diverse scene girate per lo più in spazi ristretti. Le scene belliche sono girate con grande vigore e maestria. Finale molto coraggioso, essendo la pellicola del 1956. Piccolo neo: qualche piccolo eccesso "teatrale" nella recitazione. Uno dei miei Aldrich favoriti
MEMORABILE: La duratura "smorfia" dipinta sul volto di Jack Palance verso la fine del film.
La guerra più che contro i tedeschi è all'interno della compagnia, causa un capitano inetto e vile. Le regole militari e anche i rapporti personali tra gli ufficiali rendono ancor più difficile risolvere una questione che costa vite umane, sacrificate inutilmente. Macerie di città e macerie umane che vengono da lontano (l'infanzia del capitano) si spargono su uomini stretti tra il dovere di ubbidire agli ordini e l'innato spirito di conservazione. War movie introspettivo che bilancia bene l'azione con la riflessione. Interpretazioni notevoli.
Buon film diretto dallo specialista Aldrich, il quale dà il meglio di sé nelle scene belliche: proprio nel bel mezzo della guerra, infatti, la suspense aumenta grazie a un utilizzo sapiente delle inquadrature e dei movimenti di macchina. Per quanto riguarda la sceneggiatura, invece, l'eccessiva tendenza a martirizzare determinati personaggi a discapito di altri completamente negativi risulta un po' pesante e scontata.
Ardenne '44. Un capitano vile, posto al comando perché protetto da un generale ambizioso, causa la morte di molti uomini del suo battaglione... Uno dei migliori film di A. è anche uno dei più potenti film bellici: non tanto contro la guerra in se stessa, quanto contro un'organizzazione militare in cui non contano capacità e coraggio ma meschini calcoli di convenienza politica. L'impianto teatrale di molte sequenze è riscattato dalla grandissima prova del cast: fra Marvin cinico e Albert pateticamente spregevole, resta indimenticabile lo stravolto Palance.
MEMORABILE: Tutti i soldati nello scantinato a turno sparano ad un cadavere; La smorfia che paralizza il volto di Palance
Forse il miglior film del primo Aldrich. Inserito all'epoca nel filone antimilitarista, è invece un film ben più audace che mette la guerra su un piano socio-politico nel quale chi detiene il potere gioca con le vite altrui. Proprio per questo fu realizzato senza l'appoggio dell'esercito e con pochi mezzi. Comunque l'ambientazione spartana non sminuisce l'impatto emotivo e l'abilità del regista nelle scena d'azione. Grande Albert viscido opportunista infantile e psicotico. Pochi altri war-movie sono altrettanto furenti e rabbiosi.
MEMORABILE: Albert impaurito e delirante con le babbucce in mano; L'espressione Munchiana di Palance morente; L'omicidio di gruppo finale.
Innegabilmente impolverato se si pensa al ritmo narrativo e a un certo odor di palcoscenico (non a caso è tratto da una piece teatrale) ma ancora pervaso dal consueto furore etico di Aldrich, gagliardo oltremodo nella sua invettiva contro l'ipocrisia delle alte sfere militari. Le figure dei protagonisti sono tratteggiate con la proverbiale energia, talora manicheamente caricaturale (il pavido Capitano di Eddie Albert), spesso più sottilmente efficace (le psicologie di Marvin e Smithers). Lemma a parte invece per l'Indimenticabile tigna del Costa/Palance.
Nella filmografia di guerra di ogni tempo, quest'opera di Aldrich assume una posizione di assoluto rilievo. Alla base ci sono eroismo e vigliaccheria, una dialettica resa plasticamente nelle figure rispettivamente di Palance (ai suoi massimi) e Albert. La trama alterna teatralità e azione, un binomio ben bilanciato che crea un'atmosfera tesa ma avvincente allo stesso tempo. Oltre a Lee Marvin, sardonico come sempre, c'è anche Strauss, a cui è affidato un personaggio ironico (ma più misurato) come nell'ottimo Stalag 17.
MEMORABILE: Palance travolto dal carro armato.
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HomevideoRocchiola • 13/10/16 11:03 Call center Davinotti - 1318 interventi
Il DVD MGM purtroppo presenta un formato in 4:3 non anamorfico. Ciò significa che per vederlo correttamente bisogna zoomare l'immagine, operazione che soprattutto su schermi di grande dimensione fà perdere molta definizione alle immagini. Poi è un DVD vecchiotto e le immagini non sono proprio linde presentando spuntinature e macchiette varie. Insomma in attesa di qualcosa di meglio ci si deve accontentare anche perchè non mi pare sia ancora uscito in HD nemmeno su territorio straniero !!!