Prigioniera del passato - Film (2015)

Prigioniera del passato

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Considerato che di thriller televisivo si tratta e che conseguentemente si scontano un'ovvia superficialità, sottotrame spesso pretestuose utili solo a riempire i minuti e qualche goffa sdolcinatura, quel che abbiamo davanti è comunque un film nel suo campo discretamente riuscito grazie a una protagonista convincente in grado di dare lo spessore necessario al proprio personaggio, quello di una procuratrice dal passato burrascoso. Yasmine Winters (Williamson), infatti, nel 1987 assiste con la sorella maggiore a una scena raccapricciante, in cui il padre (Salter) spinge involontariamente la moglie giù dalle scale uccidendola, comportamento anticipato da vari maltrattamenti e dovuto...Leggi tutto all'abuso di alcol.

Cresciuta, Yasmine è diventata procuratrice in gamba, ma durante il processo a un farabutto (Allon) che ha ucciso la moglie nel medesimo modo ha un mancamento in aula rivedendo mentalmente la stessa fine che aveva subito sua madre. Meglio concedersi una breve vacanza; così la donna prende con sé la figlia adolescente (Barabanc) e va a trovare la sorella (Morrison), che non vedeva da anni ed è rimasta ad abitare nella casa di famiglia. Mentre pensa a come incastrare l'assassino del cui processo ancora si occupa, conosce un affascinante psichiatra vicino di casa (Dopud) e studia come aiutare una giovane amica tossica (Avarado) della sorella che vuole riavere il suo bambino. Particolarmente quest'ultima appartiene a una sottotrama aggiuntiva che poco dice ma permette comunque alla bella Bree Williamson di mostrare la risolutezza di Yasmine ampliando la varietà di approcci e costruendone passo dopo passo la credibilità cinematografica.

Sono quindi spunti diversi che s'intrecciano, a partire da quello del padre redivivo ansioso di farsi perdonare da Yasmine dopo esservi già riuscito con la sorella e del rapporto con la sorella dal carattere completamente opposto (gioviale, semplice, un po' tonta). Ci sono poi il confronto con la figlia (leggermente più vivace e “creativo” del consueto), la relazione matura col medico e gli incontri con la ragazza tossica da instradare. A farsi però lentamente strada sul fondo è la vicenda che riguarda il killer che ha ucciso la moglie, protetto dal padre governatore: isterico, ai confini della follia, represso, è il garante della componente thriller del film, un po' affrettata dovendo lasciare spazio a molto altro ma destinata a fare da terreno ideale per una conclusione che apporti un minimo d'azione. Certo, poi nel finale all'atto pratico si lambisce il ridicolo involontario in più parti, ma sulla carta un minimo di coerenza (anche psicologica) esiste. Modesto, in definitiva, ma la buona prova della Williamson permette di seguire la trama ramificata senza perdere di vista le diverse situazioni. Le riprese dall'alto con lo “space needle” di Seattle sono ormai un classico per ambientare idealmente ogni storia utilizzando una sola ripresa.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/05/23 DAL DAVINOTTI
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