Kolossal fantascientifico inglese, che in molti hanno visto come la risposta al METROPOLIS tedesco. Scritto da Herbert G. Wells, diretto da un mago delle scenografie come William Cameron Menzies (che infatti dà il meglio in quello che resta il suo campo originario), THINGS TO COME abbraccia la storia dell'umanità dal 1940 (che al tempo rappresentava già il futuro, dal momento che il film è del '36) al 2036, scandendo le epoche con significativi cartelli e brevi descrizioni della situazione in corso. Anticipando già da subito la Seconda Guerra Mondiale con tanto di bombardamenti aerei su Londra, il film immagina...Leggi tutto che alcune comunità di sopravvissuti a un conflitto durato oltre vent'anni si riuniscano al comando di rozzi capetti locali, mentre a Bassora si stanno ponendo le basi di un nuovo ordine mondiale. E' il 1970, set della prima grande parentesi del film, che con un salto successivo di ben sessant'anni si trova ad ospitare nel 2036 l'ultima spettacolare mezz'ora, in cui le magnifiche scenografie futuriste la fanno da padrone. Tra altissimi e sinuosi palazzi bianchi, ascensori a vista e piste per navette volanti, l'uomo è diventato più maturo e sogna di conquistare la Luna raggiungendola grazie a un supercannone, ma di nuovo c'è qualcuno che non è contento. Il film è molto parlato, recitato senza troppa convinzione, ma dal punto di vista fantascientifico è ambizioso e ricco di spunti interessanti, forte di un soggetto ottimamente strutturato e supportato da effetti speciali mai pacchiani. Anzi, a volte stupefacenti. Fantascienza datata ma affascinante.
Una guerra rade al suolo il mondo come nel Dottor Stranamore. Un medioevo post catastrofe tipo Mad Max. Poi arrivano gli scienziati che ricostruiscono la civiltà. E allora trivelle che buttano giù montagne, città avveneristiche, televisori, monorotaie, elicotteri e un cannone che spara due pionieri sulla luna. Il film è del 1936. Didascalico e ingenuo fin che si vuole, ma è uno spettacolo di rara potenza evocativa e forza visionaria. Molta sci-fi per decenni ne ha attinto. Splendido.
Prolisso e solenne nella sua versione datata 1936, è invece "almeno passabile" in quella (accorciata) riedita, in Italia, nel 1953. È curioso e gli amanti dell'integrale (il pane? il nudo? Va beh, si scherza...) storceranno certamente il naso ma, con il senno di poi, la riedizione anni '50 (che è proprio quella intitolata "Nel 2000 guerra o pace?") risulta più piacevole, meno pomposa e curiosamente - e mi prendo la piena responsabilità di questa mia osservazione - persino più efficace. Ciò nonostante, non è certo uno dei miei SF preferiti.
Prima una guerra devastante che riporta l'umanità a condizioni barbare, poi un progresso ambiguo che la rilancia verso il futuro: 100 anni di storia in un film sceneggiato dallo stesso Wells, carico di inquietanti presagi bellici (e non solo), tutti basati sulla fortuna delle nuove comunicazioni aeree. Ma i discorsi retorici travalicano il sopportabile, annullando la notevole visionarietà e la pur encomiabile spinta etica, affogando il film in una farraginosa macchinazione dimostrativa priva di vero pathos. Interessante ma indigeribile.
La visione di un futuro fatto di guerre, carestie e di un riscatto scientifico che non tutti condividono. Idee affascinanti, anche profetiche e alcune scenografie di sicuro effetto fanno da contraltare a una regia e interpretazioni poco memorabili e a un tono generale tra l'enfatico e il pacchiano che ogni tanto fanno pensare ai b-movies. Aspetto interessante della pellicola è l'utilizzo dei mezzi aerei come arma di potere e termometro dell'evoluzione umana. 2 e mezzo.
Dispiegamento di figurazione visionaria. Tripudio di scenografie e principi attivi visivi. Memorie (la Prima Guerra Mondiale) e preveggenze (la Seconda, la conquista della Luna). Brillamenti di distopia e utopia. Distillazioni iperboliche, dense di suggestioni premonitrici; come dire: cinema che inventa, che immagina. Dunque fascino (d'antan) persuasivo; e celluloide che resiste all'usura del tempo poiché riesce nell'intrattenimento (ovvero in ciò che dovrebbe essere il primo vero obbiettivo d'ogni produzione).
Un kolossal di grande impatto visivo (per quanto riguarda i mezzi e le risorse impegnate), un classico della fantascienza, un inno alla pace e al progresso scientifico che denuncia i pericoli che un conflitto moderno potrebbero avere sulla vita di un paese. Ben realizzate le prime due parti (la Everytown del XX secolo), il periodo “medievale”, mentre nella terza (la nuova Everytown del futuro) la recitazione dei personaggi risulta troppo piatta. Ad ogni modo ancora oggi un film attuale che mette in guardia sul pericolo della guerra e dello strapotere della scienza.
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Quel vecchio titolo italiano l'ho sempre trovato un po' moscio.
Il nuovo invece ha più appeal commerciale e poi con quel titolo inglese anteposto rilancia con furbizia gli eventi a data da destinarsi, prolungando senza limiti la valenza futuristica del film.
Durante la pre-produzione di 2001, Kubrick (come suo solito) si cimentò nell'impresa di divenire un enciclopedico del genere fantascientifico, leggendo quanti più libri e vedendo quanti più film possibili sull'argomento.
A.C. Clarke lo convinse a vedere il film di Menzies, che lo scrittore adorava, ma Kubrick lo trovò terribile.
Fonte: 2001 - The making of a myth; documentario presente sull'edizione DVD doppio disco di 2001: Odissea nello spazio.
- foto di produzione e del backstage
- flani e locandine in più lingue
- francobolli, libri
Peccato manchi del materiale tecnico sulle scenografie e sui modellini di aerei.
HomevideoXtron • 22/06/12 10:06 Servizio caffè - 2239 interventi
Il dvd Pulp Video ha una durata di 1h32m47s
Extra: Trailer
Il film è di pubblico dominio e lo si può scaricare liberamente da qui:
http://archive.org/details/things_to_come_ipod_version Secondo me quelli della Pulp lo hanno scaricato pure loro ed hanno usato quello come master del loro dvd :-)