Mi è stato difficile apprezzare questa commedia, che parla delle difficoltà del matrimonio tra un architetto 40enne ed una giovane ragazza: lei infatti è stupida, gelosa, non sta zitta un secondo, si lagna, è bugiarda, infantile, vendicativa e manipolatrice. E lui finisce pure col riprendersela, dopo averla saggiamente scaricata! Con un personaggio così insopportabile al centro della vicenda, il film affonda presto, e per di più la voce fuori campo in tutta la prima parte è ridondante, come quasi sempre capitava nel nostro cinema di quei tempi. Dimenticabile.
Centodieci minuti di lungaggini, divagazioni e verbosità per approdare ad un lieto fine che era scontato sin dall’inizio. La commedia borghese in rosa dell’Italia anni Cinquanta abbozza alcune tematiche sviluppatesi una decade dopo (l’emancipazione femminile), ma viene inghiottita dalla figura di una giovane moglie (Jacqueline Sassard), talmente immatura, volubile e contraddittoria da diventare poco plausibile sino a scomparire del tutto. Il marito quarantenne Gabriele Ferzetti la segue e svanisce con lei, trascinandosi dietro l’intero film.
MEMORABILE: La battuta cinefila della domestica al padrone di casa Ferzetti: «Dottore, non se lo perda Ultimatum alla Terra!».
L'inquietudine di una giovane donna che non vuole essere trattata solo come oggetto decorativo dagli uomini (il vezzeggiativo "mogliettina" lo considera quasi un insulto) è interessante. Ma il limite del film è che tale rivendicazione (forse troppo avanti e coraggiosa per quei tempi) la si affida a una "nata di marzo", ovvero a una scostante, bugiarda, incoerente e a tratti francamente insopportabile ragazza. L'immancabile lieto fine non aiuta e il film lascia la sensazione di un'occasione mancata.
Film di Pietrangeli non particolarmente riuscito. Sviscerare l' "anatomia" di una coppia borghese può essere un'idea disponendo di una sceneggiatura all'altezza. Qui la vicenda si avvita su se' stessa, intorno a dialoghi scontati e non significativi e a due personaggi (quello femminile in particolare) esili. Buona
la prova degli attori.
Un affermato architetto sposa una ragazzina molto più giovane di lui. All'inizio va tutto bene ma col passare del tempo emerge il contrasto fra il carattere posato di lui e lo spirito sbarazzino ed irresponsabile di lei... Pietrangeli, particolarmente dotato nei ritratti femminili, questa volta non riesce a costruire una cornice adeguata attorno al personaggio di Francesca interpretata dalla Sassard, che solo l'anno prima era stata deliziosa nei panni di Guendalina, per demerito di una sceneggiatura troppo banale e ripetitiva che fa venire in uggia queste ambascie matrimoniali.
Commedia romantica con nuance - per l’epoca - d'attuale rappresentazione: la diversità d'età tra una coppia di novelli sposi si snoda nei più classici degli intrecci amorevoli fatti di scaramucce, di media/alta borghesia meneghina ritratta attraverso tratti distintivi del nuovo consumismo in tempi di “boom”. Pietrangeli è gran maestro in questo genere: riesce a interessare lo spettatore pur raffigurando in definitiva… il nulla cosmico. Ci sono la Sassard post Guendalina e il sommo Ferzetti - il suo delizioso ghigno, l'innato charme - che da solo vale il prezzo del biglietto.
Uno dei peggiori film di Antonio Pietrangeli, noiosa vicenda di litigi e riappacificazioni matrimoniali in quel di Milano tra Gabriele Ferzetti e una molto più giovane Jacqueline Sassard, una continua tiritera dotata ogni tanto di qualche guizzo che però ma non è sufficiente: troppo ripetitiva la sceneggiatura; infine non aiuta di certo la visione la lunga durata (110 minuti).
Antonio Pietrangeli HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneZender • 6/03/10 12:00 Capo scrivano - 48949 interventi
Renato ebbe a dire nella sez. curiosità del film: Non accreditato, nella parte di un cantante d'osteria (una comparsata, in sostanza) appare anche Dario Fo. Avrei potuto aggiungerlo nel cast ma l'ho dimenticato... L'ho fatto io, grazie.